Si tratta di un progetto per un'architettura generativa. L’ambiente multimediale di Hallalunalalone è un’architettura tra reale e virtuale dove interagiscono la performance digitale, l’installazione spaziale e il programma coreografico live. Nel concepimento architettonico dell’ambiente prevale una fluidità tra la materia fisica e la materia digitale riflessa. Lo spazio non ha esistenza propria, è occupato dalla sua stessa mancanza di forma e non esiste come vuoto da riempirsi o come ente passivo da manipolare. Lo spazio è ambiente-programma dove avvengono quelle inter-azioni per cui il sistema diviene generatore inesauribile, continuativo, da vivere e pensare senza dover ricorrere alle usuali misure della relazione fra soggetto - corpo/oggetto - realtà - virtualità… da vivere nel modo più ampio e libero possibile! L’architettura è perciò l’ambiente autopoietico della danza dove l’organizzazione ricorsiva e iterativa, a mezzo di Nurbs, diviene interessante perché attiva una nuova percezione della differenza e della distanza, "apre" ad un rapporto con lo spazio e il tempo che rifiuta il dominio e il possesso, offrendo così la possibilità di agire un programma informativo e performativo che lavora tra misura e dismisura e soprattutto tra diversi gradienti di densità della materia. L’architettura di Hallalunalalone diviene sistema di topologie, gli "aloni", dove nascono e si radicano transitoriamente un senso informativo dello spazio esteso che rivela qualcosa che appartiene alla nuova dimensione stereoplastica, fulcro della nostra ricerca, un'empatia tra le due matrici culturali e fisiche del reale e del virtuale oramai meravigliosamente con-fusi. Uno spazio in grado di informare l’estensione dei corpi nella bassa densità della materia che li seziona con “arabeschi di curve e rette”.

Hallalunalalone / Carpenzano, Orazio. - (2007).

Hallalunalalone

CARPENZANO, Orazio
2007

Abstract

Si tratta di un progetto per un'architettura generativa. L’ambiente multimediale di Hallalunalalone è un’architettura tra reale e virtuale dove interagiscono la performance digitale, l’installazione spaziale e il programma coreografico live. Nel concepimento architettonico dell’ambiente prevale una fluidità tra la materia fisica e la materia digitale riflessa. Lo spazio non ha esistenza propria, è occupato dalla sua stessa mancanza di forma e non esiste come vuoto da riempirsi o come ente passivo da manipolare. Lo spazio è ambiente-programma dove avvengono quelle inter-azioni per cui il sistema diviene generatore inesauribile, continuativo, da vivere e pensare senza dover ricorrere alle usuali misure della relazione fra soggetto - corpo/oggetto - realtà - virtualità… da vivere nel modo più ampio e libero possibile! L’architettura è perciò l’ambiente autopoietico della danza dove l’organizzazione ricorsiva e iterativa, a mezzo di Nurbs, diviene interessante perché attiva una nuova percezione della differenza e della distanza, "apre" ad un rapporto con lo spazio e il tempo che rifiuta il dominio e il possesso, offrendo così la possibilità di agire un programma informativo e performativo che lavora tra misura e dismisura e soprattutto tra diversi gradienti di densità della materia. L’architettura di Hallalunalalone diviene sistema di topologie, gli "aloni", dove nascono e si radicano transitoriamente un senso informativo dello spazio esteso che rivela qualcosa che appartiene alla nuova dimensione stereoplastica, fulcro della nostra ricerca, un'empatia tra le due matrici culturali e fisiche del reale e del virtuale oramai meravigliosamente con-fusi. Uno spazio in grado di informare l’estensione dei corpi nella bassa densità della materia che li seziona con “arabeschi di curve e rette”.
2007
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