The address of the studies on the architecture of historic and artistic value prior to the earthquake of 6 April 2009 looked from one side to the completion of work on the urban fabric of the capital and a few other villages and on the other the identification of the real process of transformation suffered by the individual factories, the latter, in particular, precisely in this area and for too long had been ignored in favor of a vision uniquely attentive to the recovery of the chimeric face 'oldest', especially medieval buildings. The earthquake hit an area that has suffered a lot of abandonment, of aggressive operating a superficial knowledge of the identity and historical construction of factories and some difficulties of integration between research and operations. Today, the scenario is completely changed: the buildings are shown the eye of the scholar with painful structural evidence but exceptionally clear and allow a better understanding of their actual reality of construction, while the response of the benefits offered by the principals put in concrete discussion given by some certainties for the final. The in-depth knowledge of the real stratification construction of churches, palaces, monasteries and houses in urban centers used to rebuild on themselves, often with the reuse of the same materials recovered from collapse, can help to better reconcile the objectives of reconstruction and restoration, certainly not to abandon the imperative need for security but to avoid the trivialization of solutions geared solely looking structural and chimeric program of reconstruction of the building in the state prior to the collapse. The great potential of intellectual resources that the university can provide to the theme of restoration and reconstruction Aquila is able to animate a debate that perhaps today is wrongly considered of secondary importance, if not off the hook, in a operational process that wants quick and 'healthily' pragmatic.

L’indirizzo degli studi sull’architettura di valore storico-artistico precedenti al sisma del 6 aprile 2009 guardava da una parte al completamento del lavoro svolto sui tessuti urbani del capoluogo e di pochi altri abitati e dall’altra all’identificazione del reale processo di trasformazione subito dalle singole fabbriche; quest’ultimo, in particolare, proprio in questa zona e troppo a lungo era stato ignorato in favore di una visione univocamente attenta al chimerico recupero del volto ‘più antico’, soprattutto medievale, degli edifici. Il terremoto ha colpito un territorio che ha molto sofferto dell’abbandono, dell’accanimento operativo, di una superficiale conoscenza dell’identità storico-costruttiva delle fabbriche e di una certa difficoltà d’integrazione fra ricerca e operatività. Oggi lo scenario appare completamente modificato: gli edifici si mostrano all’occhio dello studioso con un’evidenza strutturale dolorosa ma straordinariamente chiara e permettono di comprendere meglio la loro effettiva realtà costruttiva, mentre il riscontro delle prestazioni offerte dai presidi in cemento armato ha messo in discussione certezze date da alcuni per definitive. L’approfondita conoscenza della reale stratificazione costruttiva di chiese, palazzi, case e monasteri in centri urbani abituati a ricostruirsi su se stessi, spesso con il reimpiego dei medesimi materiali recuperati dai crolli, può aiutare a contemperare meglio gli obiettivi della ricostruzione e del restauro, non certo per abbandonare le inderogabili necessità della sicurezza ma per evitare la banalizzazione di soluzioni unicamente orientate dall’aspetto strutturale e dal chimerico programma della ricostruzione dell’edificio nello stato antecedente ai crolli. Il grande potenziale di risorse intellettuali che l’università può fornire al tema del restauro e della ricostruzione dell’aquilano è in grado di animare un dibattito che, forse, oggi viene a torto ritenuto di secondaria importanza, se non d’impaccio, in un processo operativo che si vuole rapido e ‘sanamente’ pragmatico.

Conoscenza e progetto di restauro architettonico: il ruolo dell’Università / Fiorani, Donatella. - STAMPA. - (2010), pp. 126-133.

Conoscenza e progetto di restauro architettonico: il ruolo dell’Università

FIORANI, Donatella
2010

Abstract

The address of the studies on the architecture of historic and artistic value prior to the earthquake of 6 April 2009 looked from one side to the completion of work on the urban fabric of the capital and a few other villages and on the other the identification of the real process of transformation suffered by the individual factories, the latter, in particular, precisely in this area and for too long had been ignored in favor of a vision uniquely attentive to the recovery of the chimeric face 'oldest', especially medieval buildings. The earthquake hit an area that has suffered a lot of abandonment, of aggressive operating a superficial knowledge of the identity and historical construction of factories and some difficulties of integration between research and operations. Today, the scenario is completely changed: the buildings are shown the eye of the scholar with painful structural evidence but exceptionally clear and allow a better understanding of their actual reality of construction, while the response of the benefits offered by the principals put in concrete discussion given by some certainties for the final. The in-depth knowledge of the real stratification construction of churches, palaces, monasteries and houses in urban centers used to rebuild on themselves, often with the reuse of the same materials recovered from collapse, can help to better reconcile the objectives of reconstruction and restoration, certainly not to abandon the imperative need for security but to avoid the trivialization of solutions geared solely looking structural and chimeric program of reconstruction of the building in the state prior to the collapse. The great potential of intellectual resources that the university can provide to the theme of restoration and reconstruction Aquila is able to animate a debate that perhaps today is wrongly considered of secondary importance, if not off the hook, in a operational process that wants quick and 'healthily' pragmatic.
2010
), L’Aquila, questioni aperte. Il ruolo della cultura nell’Italia dei terremoti
L’indirizzo degli studi sull’architettura di valore storico-artistico precedenti al sisma del 6 aprile 2009 guardava da una parte al completamento del lavoro svolto sui tessuti urbani del capoluogo e di pochi altri abitati e dall’altra all’identificazione del reale processo di trasformazione subito dalle singole fabbriche; quest’ultimo, in particolare, proprio in questa zona e troppo a lungo era stato ignorato in favore di una visione univocamente attenta al chimerico recupero del volto ‘più antico’, soprattutto medievale, degli edifici. Il terremoto ha colpito un territorio che ha molto sofferto dell’abbandono, dell’accanimento operativo, di una superficiale conoscenza dell’identità storico-costruttiva delle fabbriche e di una certa difficoltà d’integrazione fra ricerca e operatività. Oggi lo scenario appare completamente modificato: gli edifici si mostrano all’occhio dello studioso con un’evidenza strutturale dolorosa ma straordinariamente chiara e permettono di comprendere meglio la loro effettiva realtà costruttiva, mentre il riscontro delle prestazioni offerte dai presidi in cemento armato ha messo in discussione certezze date da alcuni per definitive. L’approfondita conoscenza della reale stratificazione costruttiva di chiese, palazzi, case e monasteri in centri urbani abituati a ricostruirsi su se stessi, spesso con il reimpiego dei medesimi materiali recuperati dai crolli, può aiutare a contemperare meglio gli obiettivi della ricostruzione e del restauro, non certo per abbandonare le inderogabili necessità della sicurezza ma per evitare la banalizzazione di soluzioni unicamente orientate dall’aspetto strutturale e dal chimerico programma della ricostruzione dell’edificio nello stato antecedente ai crolli. Il grande potenziale di risorse intellettuali che l’università può fornire al tema del restauro e della ricostruzione dell’aquilano è in grado di animare un dibattito che, forse, oggi viene a torto ritenuto di secondaria importanza, se non d’impaccio, in un processo operativo che si vuole rapido e ‘sanamente’ pragmatico.
terremoto; L'Aquila; restauro
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Conoscenza e progetto di restauro architettonico: il ruolo dell’Università / Fiorani, Donatella. - STAMPA. - (2010), pp. 126-133.
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