The paper highlights, through the study of masonry units Italic center at the turn of the thirteenth century, the widespread dissemination of some character constants, such as the improvement of the working of the stone material, the availability of a greater production of bricks, the trend towards placing regular, with particular attention to the color combinations, the preservation of local building traditions, though with a tendency to the sharing of formats and size of the pieces, the recurrence of the main features of the laying and masonry techniques similar in religious, civil and fortified care for decorative and figurative aspects of the appliance wall. It is clear that this transformation must be attributed to the broader context of social and economic changes that swept the Italian cities at that time, especially in central Italy: Rome, subject to since the fifties of this century to a flowering and a ' building expansion that will find its fulfillment in the first Jubilee of 1300, in Florence, especially in the last two decades of the thirteenth century, reconfigures the face of the town in an innovative and ambitious, to small towns, such as Umbria, in the five decades at the turn of the thirteenth and fourteenth centuries were equipped with roads, aqueducts, churches, palaces. Less in line with what has already emerged from studies and historical documentaries, analysis of construction techniques reiterates the profound transformation gained during the thirteenth century in the second site and confirms the fundamental importance exerted by economic, social and organizational choices and on the spread of building techniques that have experienced some in the peninsula before. The "new" site could in fact ensure the development and deployment of solutions developed over a century and a half of experimentation, gradually made accessible to every village, most of the urban factories, several rural buildings. The constant sharing of resources and constructive culture by the spread of the architecture and the "high" is the most interesting and innovative Italian flag in the yard of Arnolfo, probably channeled through the new leaders, secular and religious, and specialized organized, the design, conduct and completion of the work, perhaps assisted by technical equipment more mature (scale drawing, construction machinery more effective), definitely expressed by a system based on constructive principles and rules to reach a growing number of employees.

Il saggio evidenzia, attraverso lo studio degli apparecchi murari centro italici allo scorcio del Duecento, la diffusione capillare di alcuni caratteri costanti, quali il miglioramento della lavorazione del materiale lapideo, la disponibilità di una maggiore produzione di laterizi, la tendenza ad una posa in opera regolare, con particolare attenzione agli accostamenti cromatici, la conservazione delle tradizioni edilizie locali, pur con una certa tendenza alla condivisione dei formati e delle dimensioni dei pezzi, la ricorrenza delle principali caratteristiche di posa in opera e di tecniche murarie simili nell’architettura religiosa, civile e fortificata, la cura per gli aspetti figurativi e decorativi dell’apparecchio murario. Risulta evidente che questa trasformazione dev’essere ricondotta al più ampio quadro di trasformazioni sociali ed economiche che investirono le città italiane in quel periodo, soprattutto nel centro Italia: da Roma, soggetta a partire dagli anni cinquanta del secolo ad una fioritura e ad un’espansione edilizia che troverà il suo compimento nel primo Giubileo del 1300, a Firenze che, soprattutto nell’ultimo ventennio del Duecento, riconfigura il volto dell’abitato in modo innovativo e ambizioso, ai comuni più piccoli, come quelli umbri, che nei cinque decenni a cavallo del XIII e XIV secolo si dotano di strade, acquedotti, chiese, palazzi. In sostanziale coerenza con quanto già emerso dagli studi storico-documentari, l’analisi delle tecniche costruttive ribadisce la profonda trasformazione maturata nel corso del secondo Duecento all’interno del cantiere e conferma la fondamentale importanza esercitata dai fattori economici, sociali ed organizzativi sulle scelte e sulla diffusione di tecniche edilizie già in parte sperimentate nella penisola in precedenza. Il “nuovo” cantiere ha potuto infatti garantire la messa a punto e la diffusione di soluzioni elaborate nel corso di un secolo e mezzo di sperimentazioni, rese progressivamente accessibili ad ogni abitato, alla maggior parte delle fabbriche urbane, a diverse costruzioni rurali. La costante condivisione di mezzi e cultura costruttiva da parte dell’architettura diffusa e di quella “alta” costituisce l’aspetto più interessante e innovativo che contrassegna in Italia il cantiere di Arnolfo, probabilmente veicolata attraverso i nuovi protagonisti, laici e religiosi, specializzati e organizzati, della progettazione, della conduzione e della realizzazione dei lavori, forse assistita da strumentazioni tecniche più mature (disegno in scala, macchinari di cantiere più efficaci), sicuramente espressa da un apparato costruttivo fondato su regole e principi alla portata un numero sempre più vasto di addetti.

Trasformazioni del cantiere edile allo scorcio del Duecento / Fiorani, Donatella. - STAMPA. - (2006), pp. 331-346.

Trasformazioni del cantiere edile allo scorcio del Duecento

FIORANI, Donatella
2006

Abstract

The paper highlights, through the study of masonry units Italic center at the turn of the thirteenth century, the widespread dissemination of some character constants, such as the improvement of the working of the stone material, the availability of a greater production of bricks, the trend towards placing regular, with particular attention to the color combinations, the preservation of local building traditions, though with a tendency to the sharing of formats and size of the pieces, the recurrence of the main features of the laying and masonry techniques similar in religious, civil and fortified care for decorative and figurative aspects of the appliance wall. It is clear that this transformation must be attributed to the broader context of social and economic changes that swept the Italian cities at that time, especially in central Italy: Rome, subject to since the fifties of this century to a flowering and a ' building expansion that will find its fulfillment in the first Jubilee of 1300, in Florence, especially in the last two decades of the thirteenth century, reconfigures the face of the town in an innovative and ambitious, to small towns, such as Umbria, in the five decades at the turn of the thirteenth and fourteenth centuries were equipped with roads, aqueducts, churches, palaces. Less in line with what has already emerged from studies and historical documentaries, analysis of construction techniques reiterates the profound transformation gained during the thirteenth century in the second site and confirms the fundamental importance exerted by economic, social and organizational choices and on the spread of building techniques that have experienced some in the peninsula before. The "new" site could in fact ensure the development and deployment of solutions developed over a century and a half of experimentation, gradually made accessible to every village, most of the urban factories, several rural buildings. The constant sharing of resources and constructive culture by the spread of the architecture and the "high" is the most interesting and innovative Italian flag in the yard of Arnolfo, probably channeled through the new leaders, secular and religious, and specialized organized, the design, conduct and completion of the work, perhaps assisted by technical equipment more mature (scale drawing, construction machinery more effective), definitely expressed by a system based on constructive principles and rules to reach a growing number of employees.
2006
Arnolfo di Cambio e la sua epoca: costruire, scolpire, dipingere, decorare
9788883342424
Il saggio evidenzia, attraverso lo studio degli apparecchi murari centro italici allo scorcio del Duecento, la diffusione capillare di alcuni caratteri costanti, quali il miglioramento della lavorazione del materiale lapideo, la disponibilità di una maggiore produzione di laterizi, la tendenza ad una posa in opera regolare, con particolare attenzione agli accostamenti cromatici, la conservazione delle tradizioni edilizie locali, pur con una certa tendenza alla condivisione dei formati e delle dimensioni dei pezzi, la ricorrenza delle principali caratteristiche di posa in opera e di tecniche murarie simili nell’architettura religiosa, civile e fortificata, la cura per gli aspetti figurativi e decorativi dell’apparecchio murario. Risulta evidente che questa trasformazione dev’essere ricondotta al più ampio quadro di trasformazioni sociali ed economiche che investirono le città italiane in quel periodo, soprattutto nel centro Italia: da Roma, soggetta a partire dagli anni cinquanta del secolo ad una fioritura e ad un’espansione edilizia che troverà il suo compimento nel primo Giubileo del 1300, a Firenze che, soprattutto nell’ultimo ventennio del Duecento, riconfigura il volto dell’abitato in modo innovativo e ambizioso, ai comuni più piccoli, come quelli umbri, che nei cinque decenni a cavallo del XIII e XIV secolo si dotano di strade, acquedotti, chiese, palazzi. In sostanziale coerenza con quanto già emerso dagli studi storico-documentari, l’analisi delle tecniche costruttive ribadisce la profonda trasformazione maturata nel corso del secondo Duecento all’interno del cantiere e conferma la fondamentale importanza esercitata dai fattori economici, sociali ed organizzativi sulle scelte e sulla diffusione di tecniche edilizie già in parte sperimentate nella penisola in precedenza. Il “nuovo” cantiere ha potuto infatti garantire la messa a punto e la diffusione di soluzioni elaborate nel corso di un secolo e mezzo di sperimentazioni, rese progressivamente accessibili ad ogni abitato, alla maggior parte delle fabbriche urbane, a diverse costruzioni rurali. La costante condivisione di mezzi e cultura costruttiva da parte dell’architettura diffusa e di quella “alta” costituisce l’aspetto più interessante e innovativo che contrassegna in Italia il cantiere di Arnolfo, probabilmente veicolata attraverso i nuovi protagonisti, laici e religiosi, specializzati e organizzati, della progettazione, della conduzione e della realizzazione dei lavori, forse assistita da strumentazioni tecniche più mature (disegno in scala, macchinari di cantiere più efficaci), sicuramente espressa da un apparato costruttivo fondato su regole e principi alla portata un numero sempre più vasto di addetti.
medioevo; Arnolfo di Cambio; tecniche costruttive murarie
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Trasformazioni del cantiere edile allo scorcio del Duecento / Fiorani, Donatella. - STAMPA. - (2006), pp. 331-346.
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