In queste pagine la soggettività, il diritto ed il postmoderno non sono discussi secondo un loro essere identificati con una epoca definita; non sono interpretati per dire l'uomo postmoderno, ma per pensare l'uomo nel postmoderno. Questo pensare è già un presentare l'uomo del postmoderno nel suo essere-altro, situato nella specificità dell'epoca presente, ma non confuso con essa; nessuna epoca assorbe la temporalità ecstatica dell'uomo e ne chiude la storia. Pensare la soggettività ed il diritto nel postmoderno è presentarli comunicando il postmoderno nel suo essere-altro, ambientato in una interpretazione di questa epoca, che, per prerpararne il futuro, si svolge nella distanza della critica e non nella coincidenza della ripetizione. Non si vuole dire il postmoderno nel suo incidere negativo, ma lo si vuol pensare per avviare l'originalità del futuro che già vi si impianta. L'allontanarsi dal ripetere è la continua ripresa dell'essere-soggetto, è l'esercizio della differenza, il lavoro della storia, che appartiene esclusivamente all'uomo e lo specifica rispetto al resto dei viventi e delle cose.Questo allontanarsi si avvia pensando il postmoderno in quegli elementi che lo costituiscono, distinguendolo dal moderno. L'inizio di questo pensiero è nel chiarire che la tensione escatologica ed, anche, rivoluzionaria - orientata, nel moderno, alla formazione di un uomo nuovo in un mondo nuovo - cade, nel postmoderno, in un vedere lo Spettacolo, ove si dà l'accadere della produzione totale.
Soggettività diritto e postmoderno: Una interpretazione con Heidegger e Lacan / Romano, Bruno. - STAMPA. - (1988), pp. 3-192.
Soggettività diritto e postmoderno: Una interpretazione con Heidegger e Lacan
ROMANO, Bruno
1988
Abstract
In queste pagine la soggettività, il diritto ed il postmoderno non sono discussi secondo un loro essere identificati con una epoca definita; non sono interpretati per dire l'uomo postmoderno, ma per pensare l'uomo nel postmoderno. Questo pensare è già un presentare l'uomo del postmoderno nel suo essere-altro, situato nella specificità dell'epoca presente, ma non confuso con essa; nessuna epoca assorbe la temporalità ecstatica dell'uomo e ne chiude la storia. Pensare la soggettività ed il diritto nel postmoderno è presentarli comunicando il postmoderno nel suo essere-altro, ambientato in una interpretazione di questa epoca, che, per prerpararne il futuro, si svolge nella distanza della critica e non nella coincidenza della ripetizione. Non si vuole dire il postmoderno nel suo incidere negativo, ma lo si vuol pensare per avviare l'originalità del futuro che già vi si impianta. L'allontanarsi dal ripetere è la continua ripresa dell'essere-soggetto, è l'esercizio della differenza, il lavoro della storia, che appartiene esclusivamente all'uomo e lo specifica rispetto al resto dei viventi e delle cose.Questo allontanarsi si avvia pensando il postmoderno in quegli elementi che lo costituiscono, distinguendolo dal moderno. L'inizio di questo pensiero è nel chiarire che la tensione escatologica ed, anche, rivoluzionaria - orientata, nel moderno, alla formazione di un uomo nuovo in un mondo nuovo - cade, nel postmoderno, in un vedere lo Spettacolo, ove si dà l'accadere della produzione totale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.