Questa tesi ha mirato ad evidenziare le problematiche di protezione dalle scariche atmosferiche di una struttura ospedaliera. Volendo effettuare uno studio il più possibile prossimo alla realtà si è scelto di analizzare una struttura ospedaliera esistente e cioè l’edificio Nuovi padiglioni dell’ospedale San Camillo di Roma. Per verificare se un edificio è protetto dalle scariche atmosferiche è necessario effettuare la valutazione del rischio secondo il metodo proposto dalla norma vigente CEI EN 62305 (04/2006). Se un edificio non risulta protetto dai fulmini bisogna adottare alcune misure di protezione contro le scariche atmosferiche che attenuino il rischio, rendendolo inferiore al rischio tollerabile RT fissato dalla norma, per ritenere adeguatamente protetta la struttura. Dal punto di vista prettamente tecnico sono possibili più combinazioni di misure di protezione per rendere una struttura protetta. Una volta individuate perciò le possibili soluzioni tecniche è necessario scegliere la soluzione più idonea dal punto di vista economico attraverso una valutazione economica. Dopo aver scelto la soluzione più economica tra le soluzioni tecniche possibili si passa alla vera e propria progettazione di massima delle misure di protezione adottate per la protezione della struttura. Essendo l’utenza ospedaliera un’utenza critica si è voluto analizzare anche l’aspetto della continuità del servizio elettrico. Nei locali ad uso medico è necessario garantire la sicurezza dei pazienti che sono soggetti all’applicazione di apparecchi elettromedicali. In particolare, l’uso di apparecchi elettromedicali su pazienti che si trovano sottoposti a cure intensive o ad interventi chirurgici richiede un’elevata affidabilità e sicurezza degli impianti. Gli impianti elettrici nei locali ad uso medico devono essere conformi alla norma CEI 64-8/7 sugli impianti elettrici medicali per realizzare impianti ed ambienti con un accettabile livello di sicurezza. Dopo aver approfondito le prescrizioni richieste dalla norma CEI 64-8/7 e la particolare configurazione di impianto da realizzare (sistema di distribuzione IT-M) in un locale medico di gruppo 2, si è voluto verificare in che misura le raccomandazioni suddette risultino utili per la riduzione dei rischi dovuti alle sovratensioni atmosferiche. Infine si è analizzata la IEC 62305-2/CDV Ed.2, in via di approvazione, per evidenziare quelle che sono le differenze più rilevanti rispetto alla norma in vigore e in particolar modo come queste incidano sulla valutazione del rischio di una struttura ospedaliera come quella presa in esame.

PREMIO CEI - MIGLIOR TESI DI LAUREA (XV Edizione 2010) / Parise, Luigi. - (2010).

PREMIO CEI - MIGLIOR TESI DI LAUREA (XV Edizione 2010)

PARISE, LUIGI
2010

Abstract

Questa tesi ha mirato ad evidenziare le problematiche di protezione dalle scariche atmosferiche di una struttura ospedaliera. Volendo effettuare uno studio il più possibile prossimo alla realtà si è scelto di analizzare una struttura ospedaliera esistente e cioè l’edificio Nuovi padiglioni dell’ospedale San Camillo di Roma. Per verificare se un edificio è protetto dalle scariche atmosferiche è necessario effettuare la valutazione del rischio secondo il metodo proposto dalla norma vigente CEI EN 62305 (04/2006). Se un edificio non risulta protetto dai fulmini bisogna adottare alcune misure di protezione contro le scariche atmosferiche che attenuino il rischio, rendendolo inferiore al rischio tollerabile RT fissato dalla norma, per ritenere adeguatamente protetta la struttura. Dal punto di vista prettamente tecnico sono possibili più combinazioni di misure di protezione per rendere una struttura protetta. Una volta individuate perciò le possibili soluzioni tecniche è necessario scegliere la soluzione più idonea dal punto di vista economico attraverso una valutazione economica. Dopo aver scelto la soluzione più economica tra le soluzioni tecniche possibili si passa alla vera e propria progettazione di massima delle misure di protezione adottate per la protezione della struttura. Essendo l’utenza ospedaliera un’utenza critica si è voluto analizzare anche l’aspetto della continuità del servizio elettrico. Nei locali ad uso medico è necessario garantire la sicurezza dei pazienti che sono soggetti all’applicazione di apparecchi elettromedicali. In particolare, l’uso di apparecchi elettromedicali su pazienti che si trovano sottoposti a cure intensive o ad interventi chirurgici richiede un’elevata affidabilità e sicurezza degli impianti. Gli impianti elettrici nei locali ad uso medico devono essere conformi alla norma CEI 64-8/7 sugli impianti elettrici medicali per realizzare impianti ed ambienti con un accettabile livello di sicurezza. Dopo aver approfondito le prescrizioni richieste dalla norma CEI 64-8/7 e la particolare configurazione di impianto da realizzare (sistema di distribuzione IT-M) in un locale medico di gruppo 2, si è voluto verificare in che misura le raccomandazioni suddette risultino utili per la riduzione dei rischi dovuti alle sovratensioni atmosferiche. Infine si è analizzata la IEC 62305-2/CDV Ed.2, in via di approvazione, per evidenziare quelle che sono le differenze più rilevanti rispetto alla norma in vigore e in particolar modo come queste incidano sulla valutazione del rischio di una struttura ospedaliera come quella presa in esame.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/392605
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact