Lo studio esamina i caratteri specifici presenti nelle opere civili che l’architetto realizza a Roma. Insieme a nuovi dati di natura biografica e storiografica, emergono i processi di formalizzazione che qualificano il suo linguaggio architettonico, finora genericamente definito “spontaneo, popolare, minore”, tra i più significativi all’interno di quell’atteggiamento formativo, autonomo sia dal classicismo che dal manierismo, che si configura come specifica tendenza “sintetista” nella vasta produzione architettonica del XVI secolo.
Il contributo di Martino Longhi il Vecchio all'architettura dei palazzi del secondo Cinquecento / Lerza, Gianluigi. - STAMPA. - 1(1992), pp. 656-666.
Il contributo di Martino Longhi il Vecchio all'architettura dei palazzi del secondo Cinquecento
LERZA, Gianluigi
1992
Abstract
Lo studio esamina i caratteri specifici presenti nelle opere civili che l’architetto realizza a Roma. Insieme a nuovi dati di natura biografica e storiografica, emergono i processi di formalizzazione che qualificano il suo linguaggio architettonico, finora genericamente definito “spontaneo, popolare, minore”, tra i più significativi all’interno di quell’atteggiamento formativo, autonomo sia dal classicismo che dal manierismo, che si configura come specifica tendenza “sintetista” nella vasta produzione architettonica del XVI secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.