La storia della nascita e dello sviluppo dell’Impact Factor (IF) evidenzia la natura commerciale che è alla sua origine, rivelando come il suo scopo non sia promuovere la scienza, ma perseguire i fini di lucro dell’azienda nel cui ambito è nato: l’Istituto di Informazione Scientifica (ISI) di Philadelphia, ora Web of Science (WoS) di Thompson Scientific. Di recente però l’IF è stato affiancato da numerosi altri indicatori bibliometrici, il cui uso è stato incentivato anche dall’apparizione nel web di una letteratura scientifica liberamente fruibile o Open Access (OA). La modalità OA per motivi più culturali che tecnici, è rimasta però ristretta ad un numero limitato di autori, istituzioni, utenti. Per tutti gli altri la possibilità di pubblicare e recuperare in rete informazioni attendibili, accurate, esatte e non obsolete è ancora legata a percorsi tradizionali. E’ perciò importante che sia conosciuta la voce di tanti studiosi, come per esempio Steven Harnad, che già dal 1990 sottolinea la necessità di favorire nel web la libera circolazione dei contributi scientifici e nel giugno del 1994 lancia la sua proposta sovversiva, per superare il tradizionale sistema di stampa su carta. Anche se l’intento principale del movimento OA non è stato quello di introdurre nuovi metodi di valutazione, l’apparizione di una letteratura digitale che segue percorsi editoriali non usuali, pone alla comunità scientifica il problema del suo valore, che può essere misurato solo sperimentando modelli di valutazione diversi dall’IF, mirati sul contenuto del contributo e non sulla rivista nella quale è pubblicato. Lo scritto si propone di contribuire ad una maggiore diffusione della cultura OA, nella consapevolezza che questo movimento può offrire soluzione ai problemi sollevati dagli studiosi come i tempi e i costi dell’editoria a stampa e soprattutto il vero valore da attibuire all’IF. Sottolineiamo che il problema fondamentale rimane il contesto nel quale gli indicatori bibliometrici si devono applicare, che non deve essere un insieme di risorse selezionate solo e sempre da editori commerciali: per non negare agli studiosi la libertà di scelta nella selezione sia dei temi di studio che delle riviste nelle quali pubblicare i risultati raggiunti.

Impact factor, open access e valutazione della ricerca scientifica / D'Antone, Lucia. - STAMPA. - (2012), pp. 60-72.

Impact factor, open access e valutazione della ricerca scientifica

D'ANTONE, Lucia
2012

Abstract

La storia della nascita e dello sviluppo dell’Impact Factor (IF) evidenzia la natura commerciale che è alla sua origine, rivelando come il suo scopo non sia promuovere la scienza, ma perseguire i fini di lucro dell’azienda nel cui ambito è nato: l’Istituto di Informazione Scientifica (ISI) di Philadelphia, ora Web of Science (WoS) di Thompson Scientific. Di recente però l’IF è stato affiancato da numerosi altri indicatori bibliometrici, il cui uso è stato incentivato anche dall’apparizione nel web di una letteratura scientifica liberamente fruibile o Open Access (OA). La modalità OA per motivi più culturali che tecnici, è rimasta però ristretta ad un numero limitato di autori, istituzioni, utenti. Per tutti gli altri la possibilità di pubblicare e recuperare in rete informazioni attendibili, accurate, esatte e non obsolete è ancora legata a percorsi tradizionali. E’ perciò importante che sia conosciuta la voce di tanti studiosi, come per esempio Steven Harnad, che già dal 1990 sottolinea la necessità di favorire nel web la libera circolazione dei contributi scientifici e nel giugno del 1994 lancia la sua proposta sovversiva, per superare il tradizionale sistema di stampa su carta. Anche se l’intento principale del movimento OA non è stato quello di introdurre nuovi metodi di valutazione, l’apparizione di una letteratura digitale che segue percorsi editoriali non usuali, pone alla comunità scientifica il problema del suo valore, che può essere misurato solo sperimentando modelli di valutazione diversi dall’IF, mirati sul contenuto del contributo e non sulla rivista nella quale è pubblicato. Lo scritto si propone di contribuire ad una maggiore diffusione della cultura OA, nella consapevolezza che questo movimento può offrire soluzione ai problemi sollevati dagli studiosi come i tempi e i costi dell’editoria a stampa e soprattutto il vero valore da attibuire all’IF. Sottolineiamo che il problema fondamentale rimane il contesto nel quale gli indicatori bibliometrici si devono applicare, che non deve essere un insieme di risorse selezionate solo e sempre da editori commerciali: per non negare agli studiosi la libertà di scelta nella selezione sia dei temi di studio che delle riviste nelle quali pubblicare i risultati raggiunti.
2012
Studi in onore di Angela Maria Bocci Girelli
9788856841404
impact factor; open access; open archives; valutazione ricerca
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Impact factor, open access e valutazione della ricerca scientifica / D'Antone, Lucia. - STAMPA. - (2012), pp. 60-72.
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