Dalla produzione al consumo. Il controllo del mercato dei beni di prima necessità in età moderna

The subject of the essay is a critical analysis of the literature on the grain market in pre-industrial times. What was happening in the goods market cereal had a significant effect on income distribution. Price movements on this market in the first place interested incomes are directly related to agricultural production, income and wages, and then engage the profits, even commercial ones, agricultural goods constituted in fact a large part of the trade. The goods market cereal was played often, through the famine, understood in the sense of high prices, the struggle inherent in the distribution of income and with it the struggle for economic power and finally politico.Su a strategic market as well as that of wheat you can not think that the price changes were due only to natural events that reduced the amount of goods available on the market. And in fact it was not. Very often production difficulties were not able to cause sun rises in prices at the level of famine. Represented, however, the startup item of speculative behavior intended to cause real situations of famine. In this direction recurring behaviors became increasingly concrete in delaying the start of cereal products on the market waiting for the expected growth of its valorere or in an attempt to seek more lucrative markets through the marketing of foodstuffs in markets esteri.Ciò that it is important to emphasize is that the goods market for the pre-industrial age cereal is a highly strategic market and for the influence it can exert on all areas econimici, both for the central role it plays in the distribution of income. The pre-industrial period has seen major economic changes, and one of the most important was the passage, slowly but surely, the economic domination of the earth to the commercial capital. And this did not happen always in a peaceful way. The grain market was a battlefield where the landowners, and those who were economically tied to those lands, sought through ad hoc maneuvers on the offer to froteggiare income levels calanti.L 'political authority did not remain neutral on a certain market as strategically important. Indeed the governments of cities and states in the wake of the regional and national lavished a lot of energy in controlling the prices of cereal products and made intervention in this market a key plank of their economic policy. But not only economic reasons urged the governments of the era in that direction, the control of the grain market proved essential to make food accessible to the vast majority of the population and therefore the survival of the same political institutions, whose authority was always precarious in situations of famine and food shortages, especially if such situations flew into social unrest.

Oggetto del saggio è un'analisi critica della letteratura sul mercato del grano in epoca preindustriale. Quanto succedeva sul mercato dei beni cerealicoli aveva effetti rilevanti sulla distribuzione dei redditi. Movimenti di prezzo su questo mercato interessavano in primo luogo i redditi più direttamente connessi con la produzione agraria, rendita e salario; per poi coinvolgere i profitti, anche quelli commerciali, le merci agricole costituivano infatti una parte cospicua del commercio. Sul mercato dei beni cerealicoli si giocò spesso, attraverso la carestia, intesa nell’accezione di prezzi alti, la lotta inerente la distribuzione del reddito e con essa la lotta per il potere economico e infine politico. Su un mercato così strategico quale quello del grano non si può pensare che le variazioni dei prezzi fossero dovute solo ad eventi naturali che riducevano la quantità di merce disponibile sul mercato. E infatti non era così. Molto spesso le difficoltà produttive non erano in grado di provocare da sole rialzi di prezzi al livello di carestia. Rappresentavano però l’elemento di avvio di comportamenti speculativi intesi a provocare vere e proprie situazioni di carestia. In questa direzione comportamenti ricorrenti si concretizzavano nel ritardare l’avvio dei prodotti cerealicoli sul mercato in attesa della crescita attesa del suo valorere o nel tentativo di cercare mercati più remunerativi attraverso la commercializzazione delle derrate alimentari su mercati esteri. Ciò che è importante sottolineare è che il mercato dei beni cerealicoli rappresenta per l’età preindustriale un mercato altamente strategico, sia per l’influenza che è in grado di esercitare su tutti i settori econimici, sia per il ruolo centrale che svolge nella distribuzione dei redditi. Il periodo preindustriale ha visto importanti mutamenti economici e uno dei più importanti è stato il passaggio, lento ma inesorabile, del dominio economico dalla terra al capitale commerciale. E ciò non avvenne sempre in forma pacifica. Il mercato granario rappresentava un campo di battaglia dove i proprietari terrieri, e chi a quelle terre era economicamente legato, cercarono attraverso manovre ad hoc sull’offerta per froteggiare livelli di reddito calanti. L’autorità politica non rimase certo neutrale su un mercato così strategicamente importante. Anzi i governi delle città e in seguito degli stati regionali e nazionali profusero molte energie nel controllo dei prezzi dei prodotti cerealicoli e fecero dell’intervento su questo mercato un punto fondamentale della loro politica economica. Ma non solo motivi economici sollecitarono i governi dell’epoca in quella direzione; il controllo del mercato granario si dimostrò essenziale per rendere accessibile il cibo alla stragrande maggioranza della popolazione e dunque alla stessa sopravvivenza delle stesse istituzioni politiche, la cui autorevolezza risultava sempre precaria nelle situazioni di carestia e penuria di cibo, sopratutto se tali situazioni sfociavano in rivolte sociali.