Il tema che si affronta nel volume è di grande attualità. Si tratta d’un argomento destinato ad avere notevoli ripercussioni sulla riflessione concernente il restauro architettonico e, più in generale, il restauro urbano o, se si vuole, il problema dell’inserimento dell’architettura contemporanea nei centri antichi delle nostre città. In termini ancora più generali, d’una riflessione che può aiutare a meglio definire il rapporto da istituirsi fra nuove costruzioni e ambiente, già configurato (pur se soltanto, all’estremo, in termini naturali) destinato ad accoglierle. Essa tocca, quindi, questioni di sensibilità per i siti, il loro genius loci e le preesistenze generalmente intese. Il testo si avvale di numerose citazioni le quali, volutamente, si susseguono a formare quasi una rete che sottende l’intera trattazione e costituisce, per il lettore, una griglia di riferimento, in un contesto ricco di contrasti e profonde diversità di vedute, ed una guida alla lettura, alla verifica e all’approfondimento personali. Emerge su tutti il grande tema della ‘qualità del progetto’, tanto suggestivo quanto di ardua definizione: tema che, già indipendentemente da ogni riflessione teorica e di metodo, si delinea in tutta la sua gravità sulla base della semplice esperienza dell’autore. Il punto d’osservazione privilegiato, costituito dal Comitato Tecnico-Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al cui parere vengono sottoposti continuamente progetti di contenuto museografico, restaurativo e paesaggistico, lascia intravedere, secondo l’autore, una povertà desolante, una sconcertante naîveté culturale e una diffusa incomprensione, ferma restando qualche meritevole eccezione. Ciò per la complessità della progettazione in materia, perlopiù identificata sbrigativamente come un lavoro professionale qualsiasi e non come un impegno, specialistico se si vuole, ma comunque, in primo luogo, rigorosamente d’indagine e ricerca. Il volume contiene una distinzione in ‘classi’ delle modalità di approccio nuovo/antico, provvisoria e, per la natura stessa del tema considerato, flessibile e sempre perfezionabile. In essa l’elemento distintivo e qualificante nell’effettiva attenzione all’antico come memoria e testimonianza culturale, non come sfondo di personali esercizi poetici, né come bene pratico ed economico. La serie delle ‘classi’ è costruita secondo una progressione che dalla mera vicinanza fisica si muove verso una sorta di convivenza, di reciproca interazione formale (con-formazione dialettica) sino a modalità di autentica saldatura o, più precisamente, di ‘fusione diacritica’ (ove il termine tecnico, preso dalla filologia letteraria, sta a indicare una sorta di unione nella differenza, senza confusione di nuovo e antico) per una specifica intenzione conservativa, quindi di restauro, pur sempre risolta in ‘forma’ architettonica. Non una progressione in termini di qualità o di coerenza, dunque, perché in ogni classe si possono riscontrare soluzioni diversamente meritevoli, ma certamente un crescendo in termini di capacità d’ascolto e di rispetto della preesistenza, tuttavia senza compromissione degli esiti formali dell’intervento. Atteggiamenti diversi, quindi, e tutti potenzialmente leciti, dipendendo, sotto il profilo strettamente critico e di restauro, il giudizio sul tipo d’intervento realizzato dalle qualità storico-artistiche preventivamente riconosciute alle singole preesistenze. In ultimo si sottolinea la necessità di non allentare la tensione concettuale e teorica che tutta la questione merita. Fatta salva una fondamentale predilezione metodologica eminentemente conservativa non bisogna cedere a nessuna forma di dogmatismo o prescrittività ma mantenere sempre un atteggiamento autenticamente ‘critico’, solido ma per sua natura attento alla riflessione, al dubbio e al continuo approfondimento.

Architettura d'oggi e restauro. Un confronto antico-nuovo / Carbonara, Giovanni. - STAMPA. - (2011), pp. 1-181.

Architettura d'oggi e restauro. Un confronto antico-nuovo.

CARBONARA, Giovanni
2011

Abstract

Il tema che si affronta nel volume è di grande attualità. Si tratta d’un argomento destinato ad avere notevoli ripercussioni sulla riflessione concernente il restauro architettonico e, più in generale, il restauro urbano o, se si vuole, il problema dell’inserimento dell’architettura contemporanea nei centri antichi delle nostre città. In termini ancora più generali, d’una riflessione che può aiutare a meglio definire il rapporto da istituirsi fra nuove costruzioni e ambiente, già configurato (pur se soltanto, all’estremo, in termini naturali) destinato ad accoglierle. Essa tocca, quindi, questioni di sensibilità per i siti, il loro genius loci e le preesistenze generalmente intese. Il testo si avvale di numerose citazioni le quali, volutamente, si susseguono a formare quasi una rete che sottende l’intera trattazione e costituisce, per il lettore, una griglia di riferimento, in un contesto ricco di contrasti e profonde diversità di vedute, ed una guida alla lettura, alla verifica e all’approfondimento personali. Emerge su tutti il grande tema della ‘qualità del progetto’, tanto suggestivo quanto di ardua definizione: tema che, già indipendentemente da ogni riflessione teorica e di metodo, si delinea in tutta la sua gravità sulla base della semplice esperienza dell’autore. Il punto d’osservazione privilegiato, costituito dal Comitato Tecnico-Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al cui parere vengono sottoposti continuamente progetti di contenuto museografico, restaurativo e paesaggistico, lascia intravedere, secondo l’autore, una povertà desolante, una sconcertante naîveté culturale e una diffusa incomprensione, ferma restando qualche meritevole eccezione. Ciò per la complessità della progettazione in materia, perlopiù identificata sbrigativamente come un lavoro professionale qualsiasi e non come un impegno, specialistico se si vuole, ma comunque, in primo luogo, rigorosamente d’indagine e ricerca. Il volume contiene una distinzione in ‘classi’ delle modalità di approccio nuovo/antico, provvisoria e, per la natura stessa del tema considerato, flessibile e sempre perfezionabile. In essa l’elemento distintivo e qualificante nell’effettiva attenzione all’antico come memoria e testimonianza culturale, non come sfondo di personali esercizi poetici, né come bene pratico ed economico. La serie delle ‘classi’ è costruita secondo una progressione che dalla mera vicinanza fisica si muove verso una sorta di convivenza, di reciproca interazione formale (con-formazione dialettica) sino a modalità di autentica saldatura o, più precisamente, di ‘fusione diacritica’ (ove il termine tecnico, preso dalla filologia letteraria, sta a indicare una sorta di unione nella differenza, senza confusione di nuovo e antico) per una specifica intenzione conservativa, quindi di restauro, pur sempre risolta in ‘forma’ architettonica. Non una progressione in termini di qualità o di coerenza, dunque, perché in ogni classe si possono riscontrare soluzioni diversamente meritevoli, ma certamente un crescendo in termini di capacità d’ascolto e di rispetto della preesistenza, tuttavia senza compromissione degli esiti formali dell’intervento. Atteggiamenti diversi, quindi, e tutti potenzialmente leciti, dipendendo, sotto il profilo strettamente critico e di restauro, il giudizio sul tipo d’intervento realizzato dalle qualità storico-artistiche preventivamente riconosciute alle singole preesistenze. In ultimo si sottolinea la necessità di non allentare la tensione concettuale e teorica che tutta la questione merita. Fatta salva una fondamentale predilezione metodologica eminentemente conservativa non bisogna cedere a nessuna forma di dogmatismo o prescrittività ma mantenere sempre un atteggiamento autenticamente ‘critico’, solido ma per sua natura attento alla riflessione, al dubbio e al continuo approfondimento.
2011
9788859806295
architettura; restauro; teoria
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Architettura d'oggi e restauro. Un confronto antico-nuovo / Carbonara, Giovanni. - STAMPA. - (2011), pp. 1-181.
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