Il saggio analizza nelle seguenti architetture di Andrea Pozzo, la trasformazione dell’organizzazione distributiva (con riferimento al variare del sistema di percorrenza interna e degli ingressi) e l’evoluzione del rapporto navata-cappella-coretto, inteso quest’ultimo come componente strutturale qualificante della tipologia planimetrica gesuita per la progressiva rilevanza che assume nell’articolazione della superficie muraria: la chiesa di Sat’Ignazio a Dubrovnik (Ragusa) (1700); il duomo di Montepulciano (1702-1703); il collegio dei Gesuiti di Belluno (1704-1724); la chiesa di San Francesco Saverio a Trento (1708-1711) e la Universitätskirche di Vienna (1703-1709). Nell’attivita’ progettuale del maestro trentino, nell’ambito dell’edilizia ecclesiastica, sono stati studiati questi due aspetti dal momento che, nel rimando ai modelli gesuiti della chiesa di San Fedele di Milano, del Sant’Ignazio e del Gesu’ di Roma, testimomiano l’affermarsi di una coerente metodologia portata avanti nella sperimentazione continua del suo lessico formale: una sorta di “programma”, di cui si trova riferimento nella Perspectiva Pictorum et Architectorum. Un contributo progettuale innovativo che, in una dinamica concezione dello spazio architettonico, non influenza direttamente l’operato di singoli artisti ma indirizza, nel corso del Settecento, l’edilizia sacra nell’Europa settentrionale verso nuovi filoni di ricerca. Nella compenetrazione tra molteplici mezzi espressivi, quali l’architettura, la prospettiva, la pittura (e la scultura), si perviene ad una revisione degli schemi tradizionali, in cui la continuita’ del muro assume un ruolo secondario nell’ambito di un sistema primario di unita’ indipendenti, portando alle estreme conseguenze soprattutto l’utilizzo del coretto prospettato da Andrea Pozzo.

L'evoluzione dell'impianto in alcune opere di Andrea Pozzo / DAL MAS, Roberta Maria. - STAMPA. - Unico(2012), pp. 89-109.

L'evoluzione dell'impianto in alcune opere di Andrea Pozzo

DAL MAS, Roberta Maria
2012

Abstract

Il saggio analizza nelle seguenti architetture di Andrea Pozzo, la trasformazione dell’organizzazione distributiva (con riferimento al variare del sistema di percorrenza interna e degli ingressi) e l’evoluzione del rapporto navata-cappella-coretto, inteso quest’ultimo come componente strutturale qualificante della tipologia planimetrica gesuita per la progressiva rilevanza che assume nell’articolazione della superficie muraria: la chiesa di Sat’Ignazio a Dubrovnik (Ragusa) (1700); il duomo di Montepulciano (1702-1703); il collegio dei Gesuiti di Belluno (1704-1724); la chiesa di San Francesco Saverio a Trento (1708-1711) e la Universitätskirche di Vienna (1703-1709). Nell’attivita’ progettuale del maestro trentino, nell’ambito dell’edilizia ecclesiastica, sono stati studiati questi due aspetti dal momento che, nel rimando ai modelli gesuiti della chiesa di San Fedele di Milano, del Sant’Ignazio e del Gesu’ di Roma, testimomiano l’affermarsi di una coerente metodologia portata avanti nella sperimentazione continua del suo lessico formale: una sorta di “programma”, di cui si trova riferimento nella Perspectiva Pictorum et Architectorum. Un contributo progettuale innovativo che, in una dinamica concezione dello spazio architettonico, non influenza direttamente l’operato di singoli artisti ma indirizza, nel corso del Settecento, l’edilizia sacra nell’Europa settentrionale verso nuovi filoni di ricerca. Nella compenetrazione tra molteplici mezzi espressivi, quali l’architettura, la prospettiva, la pittura (e la scultura), si perviene ad una revisione degli schemi tradizionali, in cui la continuita’ del muro assume un ruolo secondario nell’ambito di un sistema primario di unita’ indipendenti, portando alle estreme conseguenze soprattutto l’utilizzo del coretto prospettato da Andrea Pozzo.
2012
Andrea e Giuseppe Pozzo
9788865121122
Andrea Pozzo; Giuseppe Pozzo; Evoluzione impianto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L'evoluzione dell'impianto in alcune opere di Andrea Pozzo / DAL MAS, Roberta Maria. - STAMPA. - Unico(2012), pp. 89-109.
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