Il libro adotta un approccio che combina gli apporti di sociologia e storia per “comprendere e spiegare la complessità sociale”, non già del presente, ma del mondo antico e alto medioevale. In particolare, la prospettiva di cui ci si vale è quella strutturalista, propria di Fernand Braudel e Michel Foucault, che non intende la storia come semplice descrizione di un susseguirsi di accadimenti, ma si propone piuttosto di far emergere le strutture latenti della longue durèe, vale a dire quegli assunti impliciti che operano dietro le diverse società, rendendo possibili le loro creazioni. In tale ottica, lo studio del passato diviene altresì strumento di accesso alla comprensione del presente, in quanto rende manifeste le strutture del presente, e mostra che non sono universali. Se infatti la soggettività è la struttura che nella modernità occidentale ha consentito all’uomo di costruirsi come individuo autoreferente e di rovesciare i termini del discorso politico intorno al singolo, ai suoi diritti e ai suoi desideri, nell’antichità e nel medioevo la struttura di riferimento era quella dell’ascrittività, che implica un uomo parte di un ordine superiore e insieme di una comunità intesa come condivisione necessaria e dotata di finalità prestabilite. L’ascrittività costituisce il filo conduttore della storia delle istituzioni politiche del mondo antico e medioevale, che vengono esaminate in tempi e presso popoli diversi in tre capitoli, dedicati rispettivamente alla Grecia, a Roma e all’Alto Medioevo. E si dimostra come, pur con le dovute differenze, in tutta l’era dell’ascrittività il pensiero politico si sviluppi in via deduttiva, a partire da concezioni razionali astratte, di tipo teologico e metafisico, che riguardano il fine ultimo della vita umana e l’essenza del sociale, mentre sarà solo la profonda rottura conseguente all’affermazione della soggettività a rendere possibile la concezione di una società di soggetti liberi ed eguali, ai quali soli spetta la scelta dei suoi fini, legittimamente titolari di interessi particolaristici e di ideali divergenti, che richiederà la creazione di istituzioni politiche capaci di mediare e realizzarne una sintesi, secondo le idee, solo ed esclusivamente moderne, di sovranità popolare e democrazia rappresentativa.

Le istituzioni politiche nell’era dell’ascrittività. La Grecia, Roma e l’Alto Medioevo / SCARCELLA PRANDSTRALLER, Stefano; FERUCCIO DI, Paolo. - STAMPA. - 1520.651:(2009), pp. 3-191.

Le istituzioni politiche nell’era dell’ascrittività. La Grecia, Roma e l’Alto Medioevo

SCARCELLA PRANDSTRALLER, STEFANO;
2009

Abstract

Il libro adotta un approccio che combina gli apporti di sociologia e storia per “comprendere e spiegare la complessità sociale”, non già del presente, ma del mondo antico e alto medioevale. In particolare, la prospettiva di cui ci si vale è quella strutturalista, propria di Fernand Braudel e Michel Foucault, che non intende la storia come semplice descrizione di un susseguirsi di accadimenti, ma si propone piuttosto di far emergere le strutture latenti della longue durèe, vale a dire quegli assunti impliciti che operano dietro le diverse società, rendendo possibili le loro creazioni. In tale ottica, lo studio del passato diviene altresì strumento di accesso alla comprensione del presente, in quanto rende manifeste le strutture del presente, e mostra che non sono universali. Se infatti la soggettività è la struttura che nella modernità occidentale ha consentito all’uomo di costruirsi come individuo autoreferente e di rovesciare i termini del discorso politico intorno al singolo, ai suoi diritti e ai suoi desideri, nell’antichità e nel medioevo la struttura di riferimento era quella dell’ascrittività, che implica un uomo parte di un ordine superiore e insieme di una comunità intesa come condivisione necessaria e dotata di finalità prestabilite. L’ascrittività costituisce il filo conduttore della storia delle istituzioni politiche del mondo antico e medioevale, che vengono esaminate in tempi e presso popoli diversi in tre capitoli, dedicati rispettivamente alla Grecia, a Roma e all’Alto Medioevo. E si dimostra come, pur con le dovute differenze, in tutta l’era dell’ascrittività il pensiero politico si sviluppi in via deduttiva, a partire da concezioni razionali astratte, di tipo teologico e metafisico, che riguardano il fine ultimo della vita umana e l’essenza del sociale, mentre sarà solo la profonda rottura conseguente all’affermazione della soggettività a rendere possibile la concezione di una società di soggetti liberi ed eguali, ai quali soli spetta la scelta dei suoi fini, legittimamente titolari di interessi particolaristici e di ideali divergenti, che richiederà la creazione di istituzioni politiche capaci di mediare e realizzarne una sintesi, secondo le idee, solo ed esclusivamente moderne, di sovranità popolare e democrazia rappresentativa.
2009
9788856811087
istituzioni politiche; strutturalismo; soggettività; ascrittività; antichità; alto medioevo
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Le istituzioni politiche nell’era dell’ascrittività. La Grecia, Roma e l’Alto Medioevo / SCARCELLA PRANDSTRALLER, Stefano; FERUCCIO DI, Paolo. - STAMPA. - 1520.651:(2009), pp. 3-191.
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