Alcuni quartieri di edilizia popolare con decine di migliaia di abitanti, paragonabili per estensione a intere città del nostro paese, sono un concentrato di disgregazione ed esclusione sociale. Dispersione scolastica, alti tassi di devianza caratterizzano questi territori; anche dei lavoratori ricorrono allo spaccio di sostanze psicotrope per garantirsi una qualche forma di reddito nei momenti di disoccupazione. Eppure tali habitat sono stati prodotti su progetti di forte impegno pubblico con il coinvolgimento di architetti ed urbanisti a differenza di grandi parti della città di Roma sorte in maniera caotica per l’abusivismo e la speculazione edilizia. L’utopia ingenua di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi connessi alle povertà urbane, concentrandole in habitat ben disegnati, ha mostrato il suo fallimento. Paradossalmente si trovano a vivere in condizioni migliori le famiglie di migranti e di italiani che vivono in insediamenti ricavati da grandi edifici dimessi ed occupati illegalmente o addirittura in baraccopoli. Infatti si tratta, a differenza di quanto si possa credere, di persone in gran parte incluse dal punto di vista lavorativo, con i bambini inseriti regolarmente nella scuola, con reti di relazioni transnazionali e locali. Il saggio riporta i risultati di una ricerca etnografica svolta nel Laurentino 38, a Tor Bella Monaca, ed in alcuni residence comunali per l’emergenza abitativa. Al Laurentino 38 si sono effettuate delle demolizioni di alcuni edifici occupati da migranti come modalità illusoria di “rigenerazione urbana”. Per Tor Bella Monaca si sta per realizzare un analogo intervento ma di ben altre dimensioni: abbattimento delle torri da sostituire con palazzine “a misura d’uomo” per 30.000 abitanti. Some of the neighbourhood where the council housing are placed have thousands of inhabitants and they can be compared to small cities. These places represent a concentration of social exclusion and anomie. School dropping-out, high deviance and criminality rates characterizes these territories, where even average workers can sometimes indulge to work as “pushers”, in order to gain some extra money. Despite the fact that these areas have been planned and implemented by mean of a large institutional commitment and with the involvement of architects and urbanists, a peculiarity in a city characterised by the chaos of urban speculations and illegal buildings. The naïve utopia of thinking that the problems connected with the urban poverties could have been solved concentrating them into well designed neighbourhoods has expired. Paradoxically, migrant and Italians who live in informal squatted building, or even in shanty towns, happen to be in a better situation. This is because, opposite to what one may think, these persons are at least included at the employment level, have their children regularly attending schools and can resort to a network of nartional and transnational contacts. The paper reports the results of a research condeucted in the Roman neighbourhoods of “Laurentino 38” and “Tor Bella Monaca” and in some Municipality’s Residences for the housing emergency. In Laurentino 38 there have been demolitions of some buildings squatted by migrants, in the illusionary attempt to provide to an “urban regeneration”. For Tor Bella monaca the intervention foreseen will be much larger and it will involve the destruction of the “Towers” and the consequent building of new buildings “at man’s measure”.
Roma. Gente di ponti, torri e serpentoni / DE ANGELIS, Roberto. - (2010).
Roma. Gente di ponti, torri e serpentoni
DE ANGELIS, Roberto
2010
Abstract
Alcuni quartieri di edilizia popolare con decine di migliaia di abitanti, paragonabili per estensione a intere città del nostro paese, sono un concentrato di disgregazione ed esclusione sociale. Dispersione scolastica, alti tassi di devianza caratterizzano questi territori; anche dei lavoratori ricorrono allo spaccio di sostanze psicotrope per garantirsi una qualche forma di reddito nei momenti di disoccupazione. Eppure tali habitat sono stati prodotti su progetti di forte impegno pubblico con il coinvolgimento di architetti ed urbanisti a differenza di grandi parti della città di Roma sorte in maniera caotica per l’abusivismo e la speculazione edilizia. L’utopia ingenua di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi connessi alle povertà urbane, concentrandole in habitat ben disegnati, ha mostrato il suo fallimento. Paradossalmente si trovano a vivere in condizioni migliori le famiglie di migranti e di italiani che vivono in insediamenti ricavati da grandi edifici dimessi ed occupati illegalmente o addirittura in baraccopoli. Infatti si tratta, a differenza di quanto si possa credere, di persone in gran parte incluse dal punto di vista lavorativo, con i bambini inseriti regolarmente nella scuola, con reti di relazioni transnazionali e locali. Il saggio riporta i risultati di una ricerca etnografica svolta nel Laurentino 38, a Tor Bella Monaca, ed in alcuni residence comunali per l’emergenza abitativa. Al Laurentino 38 si sono effettuate delle demolizioni di alcuni edifici occupati da migranti come modalità illusoria di “rigenerazione urbana”. Per Tor Bella Monaca si sta per realizzare un analogo intervento ma di ben altre dimensioni: abbattimento delle torri da sostituire con palazzine “a misura d’uomo” per 30.000 abitanti. Some of the neighbourhood where the council housing are placed have thousands of inhabitants and they can be compared to small cities. These places represent a concentration of social exclusion and anomie. School dropping-out, high deviance and criminality rates characterizes these territories, where even average workers can sometimes indulge to work as “pushers”, in order to gain some extra money. Despite the fact that these areas have been planned and implemented by mean of a large institutional commitment and with the involvement of architects and urbanists, a peculiarity in a city characterised by the chaos of urban speculations and illegal buildings. The naïve utopia of thinking that the problems connected with the urban poverties could have been solved concentrating them into well designed neighbourhoods has expired. Paradoxically, migrant and Italians who live in informal squatted building, or even in shanty towns, happen to be in a better situation. This is because, opposite to what one may think, these persons are at least included at the employment level, have their children regularly attending schools and can resort to a network of nartional and transnational contacts. The paper reports the results of a research condeucted in the Roman neighbourhoods of “Laurentino 38” and “Tor Bella Monaca” and in some Municipality’s Residences for the housing emergency. In Laurentino 38 there have been demolitions of some buildings squatted by migrants, in the illusionary attempt to provide to an “urban regeneration”. For Tor Bella monaca the intervention foreseen will be much larger and it will involve the destruction of the “Towers” and the consequent building of new buildings “at man’s measure”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


