Posta la premessa che i centri commerciali sorgono, di necessità, in prossimità delle grandi infrastrutture come insegna il modello americano, il testo intende esaminare il rapporto che lega l’insediamento di un’area commerciale ad un’autostrada urbana qual'è quella del GRA di Roma. In particolare, il testo rivolge la sua attenzione alle soluzioni di accessibilità e di parcheggio di un’area commerciale, avendo presente che nella maggior parte dei casi, gli insediamenti commerciali romani sono comparsi di recente in una condizione urbana già in larga parte edificata. Per questa ragione le grandi superfici di vendita (secondo la legge Bersani) a Roma hanno dovuto inserirsi in un territorio ristretto, facendosi spazio e inventando forme di svincoli non sempre tra le più razionali e funzionali. Spesso, le normative dell’architettura della strada sono state liberamente interpretate. Inoltre l’esplosione del fenomeno della grande distribuzione ha reso necessario il reperimento costante di nuovi terreni. I centri commerciali non sono dunque presenti solo intorno al GRA ma pure lungo le grandi strade statali di collegamento con l'hinterland, ad esempio la via Pontinai. L’analisi di 4 casi campione – Ikea Anagnina, La Romanina, l’outlet di Castel Romano, la cittadella di Parco Leonardo – intende mettere a confronto i modelli insediativi adottati per comprendere quale sia il grado di sostenibilità (o insostenibilità) dei grandi attrattori commerciali romani (capacità di riqualificazione delle periferie e dei territori svantaggiati in funzione degli impatti, del consumo di suolo) rispetto al GRA. Il GRA, stando ai bollettini del traffico, è un’infrastruttura prossima al collasso. Per contro le previsioni economiche dei prossimi anni prevedono una riforma dei sistemi della produzione e dei consumi non più basata esclusivamente sull’automobile. La questione diventa allora pensare quale possano essere eventuali strategie di recupero in un progetto di mobilità urbana alternativa basata sulla integrazione dell’automobile con il servizio pubblico collettivo.
Complementarietà tra infrastruttura urbana e centro commerciale / Criconia, Alessandra. - STAMPA. - (2010), pp. 200-211.
Complementarietà tra infrastruttura urbana e centro commerciale
CRICONIA, Alessandra
2010
Abstract
Posta la premessa che i centri commerciali sorgono, di necessità, in prossimità delle grandi infrastrutture come insegna il modello americano, il testo intende esaminare il rapporto che lega l’insediamento di un’area commerciale ad un’autostrada urbana qual'è quella del GRA di Roma. In particolare, il testo rivolge la sua attenzione alle soluzioni di accessibilità e di parcheggio di un’area commerciale, avendo presente che nella maggior parte dei casi, gli insediamenti commerciali romani sono comparsi di recente in una condizione urbana già in larga parte edificata. Per questa ragione le grandi superfici di vendita (secondo la legge Bersani) a Roma hanno dovuto inserirsi in un territorio ristretto, facendosi spazio e inventando forme di svincoli non sempre tra le più razionali e funzionali. Spesso, le normative dell’architettura della strada sono state liberamente interpretate. Inoltre l’esplosione del fenomeno della grande distribuzione ha reso necessario il reperimento costante di nuovi terreni. I centri commerciali non sono dunque presenti solo intorno al GRA ma pure lungo le grandi strade statali di collegamento con l'hinterland, ad esempio la via Pontinai. L’analisi di 4 casi campione – Ikea Anagnina, La Romanina, l’outlet di Castel Romano, la cittadella di Parco Leonardo – intende mettere a confronto i modelli insediativi adottati per comprendere quale sia il grado di sostenibilità (o insostenibilità) dei grandi attrattori commerciali romani (capacità di riqualificazione delle periferie e dei territori svantaggiati in funzione degli impatti, del consumo di suolo) rispetto al GRA. Il GRA, stando ai bollettini del traffico, è un’infrastruttura prossima al collasso. Per contro le previsioni economiche dei prossimi anni prevedono una riforma dei sistemi della produzione e dei consumi non più basata esclusivamente sull’automobile. La questione diventa allora pensare quale possano essere eventuali strategie di recupero in un progetto di mobilità urbana alternativa basata sulla integrazione dell’automobile con il servizio pubblico collettivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.