"Luigi Vietti. Progetti e realizzazioni degli anni '30". Luigi Vietti è stato un importante architetto italiano, che ha realizzato moltissimi dei suoi progetti, soprattutto nel periodo che va dal dopoguerra ad oggi, che ha partecipato da protagonista, ed accanto a protagonisti, alla vita e al dibattito dell'architettura italiana negli anni '30, che ha fondato, con gli altri, il M.I.A.R, che non è mancato in occasioni importanti come il Concorso per il Palazzo del Littorio (per il quale ha prodotto forse la soluzione più originale) o la vicenda della Progettazione dell'E42, che ha legato il suo nome alle iniziative immobiliari per lo sviluppo turistico della Sardegna, che è rimasto pienamente attivo fino al giorno della sua scomparsa, (all'età di 94 anni) rimanendo, tuttavia, quasi uno sconosciuto. Notissimo, s'intende, nel mondo che ruota attorno ai suoi ricchi committenti, o tra quelli che a quel mondo guardano attraverso le cronache, ma sconosciuto nel mondo che parla di architettura. Non esattamente sconosciuto, piuttosto non riconosciuto. Non riconosciuto dalla critica, dunque estraneo alle riviste, esterno alla scuola e perciò ignoto agli studenti, infrequente nei discorsi degli architetti. Urgeva pertanto una restituzione critica della sua opera, una interpretazione ed una divulgazione della sua vastissima produzione. Il libro proviene dagli studi condotti in seno al DOTTORATO DI RICERCA in "Problemi di Metodo nella Progettazione Architettonica, svolto presso l'Università di Genova. Esso tenta di condurre una lettura attualizzante dei contenuti perseguiti con passione e costanza, da Vietti, nel corso della sua lunga carriera. Per la verità, l'arco temporale di cui il libro si occupa è quello del Vietti razionalista dunque di quella parte 'nobile' della sua opera che normalmente la critica "salva", ma tuttavia il regesto delle opere non trascura l'inserimento, in finale, di progetti che si riferiscono agli anni '60 e che quindi mostrano già il secondo Vietti, quello che normalmente la critica boccia. Il libro è scritto con l'intenzione di valutare integralmente la figura di Vietti o almeno di avviare il superamento del doppio e contrastante giudizio che abitualmente separa in due stagioni la sua produzione. Questo doppio giudizio ha reso la figura di Vietti "imbarazzante" per la critica ed ha finito per velarne l'intera opera. Ma quale è la causa di questo curioso destino? Si può credere che a Vietti non si sia perdonato l'esser divenuto l'architetto di una committenza ricca e mondana preoccupata di erigere per sé residenze lussuose simbolo di un edonismo sgradito, o di aver accettato di piegare il proprio linguaggio ad un immaginario esterno a quello di una rigorosa ricerca formale ed a cui non è estraneo il decoro o il kitsch, di aver abdicato alla sua missione di architetto moderno, di aver ceduto e deposto le armi, insomma, nella eterna battaglia tra gli obiettivi dell'architetto e le aspirazioni del committente. Questo è un motivo, ma ce ne può essere un altro meno connesso al moralismo e più alla interpretabilità della sua opera, alla sua leggibilità critica. Vietti non è stato un architetto "esemplare", non (in questo senso) un architetto-artista. Da questo, forse, viene il debole interesse critico che la sua opera ha registrato. Non è stato neanche un architetto-intellettuale ed il suo "fare senza ricordare" (che non è il mito 'spontaneistico' del fare senza sapere) equivale ad un'affermazione di libertà del progetto di architettura rispetto alla stretta osservanza della teoria, rispetto al suo dover essere esibizione di questa. Libero da questi due fardelli (dell'artista e dell'intellettuale), che hanno appesantito tanti altri, Vietti ha attraversato la sua lunga vita di architetto con invidiabile leggerezza, dandoci testimonianza di un modo di fare che ha radici nell'insegnamento anti-accademico della cultura moderna. A questo, la sua opera multiforme, anche proprio perché tale, si è, in fondo, mantenuta fedele.

Luigi Vietti: progetti e realizzazioni degli anni '30 / Dell'Aira, Paola Veronica. - STAMPA. - 4:(1997), pp. 1-136.

Luigi Vietti: progetti e realizzazioni degli anni '30

DELL'AIRA, Paola Veronica
1997

Abstract

"Luigi Vietti. Progetti e realizzazioni degli anni '30". Luigi Vietti è stato un importante architetto italiano, che ha realizzato moltissimi dei suoi progetti, soprattutto nel periodo che va dal dopoguerra ad oggi, che ha partecipato da protagonista, ed accanto a protagonisti, alla vita e al dibattito dell'architettura italiana negli anni '30, che ha fondato, con gli altri, il M.I.A.R, che non è mancato in occasioni importanti come il Concorso per il Palazzo del Littorio (per il quale ha prodotto forse la soluzione più originale) o la vicenda della Progettazione dell'E42, che ha legato il suo nome alle iniziative immobiliari per lo sviluppo turistico della Sardegna, che è rimasto pienamente attivo fino al giorno della sua scomparsa, (all'età di 94 anni) rimanendo, tuttavia, quasi uno sconosciuto. Notissimo, s'intende, nel mondo che ruota attorno ai suoi ricchi committenti, o tra quelli che a quel mondo guardano attraverso le cronache, ma sconosciuto nel mondo che parla di architettura. Non esattamente sconosciuto, piuttosto non riconosciuto. Non riconosciuto dalla critica, dunque estraneo alle riviste, esterno alla scuola e perciò ignoto agli studenti, infrequente nei discorsi degli architetti. Urgeva pertanto una restituzione critica della sua opera, una interpretazione ed una divulgazione della sua vastissima produzione. Il libro proviene dagli studi condotti in seno al DOTTORATO DI RICERCA in "Problemi di Metodo nella Progettazione Architettonica, svolto presso l'Università di Genova. Esso tenta di condurre una lettura attualizzante dei contenuti perseguiti con passione e costanza, da Vietti, nel corso della sua lunga carriera. Per la verità, l'arco temporale di cui il libro si occupa è quello del Vietti razionalista dunque di quella parte 'nobile' della sua opera che normalmente la critica "salva", ma tuttavia il regesto delle opere non trascura l'inserimento, in finale, di progetti che si riferiscono agli anni '60 e che quindi mostrano già il secondo Vietti, quello che normalmente la critica boccia. Il libro è scritto con l'intenzione di valutare integralmente la figura di Vietti o almeno di avviare il superamento del doppio e contrastante giudizio che abitualmente separa in due stagioni la sua produzione. Questo doppio giudizio ha reso la figura di Vietti "imbarazzante" per la critica ed ha finito per velarne l'intera opera. Ma quale è la causa di questo curioso destino? Si può credere che a Vietti non si sia perdonato l'esser divenuto l'architetto di una committenza ricca e mondana preoccupata di erigere per sé residenze lussuose simbolo di un edonismo sgradito, o di aver accettato di piegare il proprio linguaggio ad un immaginario esterno a quello di una rigorosa ricerca formale ed a cui non è estraneo il decoro o il kitsch, di aver abdicato alla sua missione di architetto moderno, di aver ceduto e deposto le armi, insomma, nella eterna battaglia tra gli obiettivi dell'architetto e le aspirazioni del committente. Questo è un motivo, ma ce ne può essere un altro meno connesso al moralismo e più alla interpretabilità della sua opera, alla sua leggibilità critica. Vietti non è stato un architetto "esemplare", non (in questo senso) un architetto-artista. Da questo, forse, viene il debole interesse critico che la sua opera ha registrato. Non è stato neanche un architetto-intellettuale ed il suo "fare senza ricordare" (che non è il mito 'spontaneistico' del fare senza sapere) equivale ad un'affermazione di libertà del progetto di architettura rispetto alla stretta osservanza della teoria, rispetto al suo dover essere esibizione di questa. Libero da questi due fardelli (dell'artista e dell'intellettuale), che hanno appesantito tanti altri, Vietti ha attraversato la sua lunga vita di architetto con invidiabile leggerezza, dandoci testimonianza di un modo di fare che ha radici nell'insegnamento anti-accademico della cultura moderna. A questo, la sua opera multiforme, anche proprio perché tale, si è, in fondo, mantenuta fedele.
1997
9788881251230
pragmatismo; regesto critico; rapporti tra uso e funzione; approccio anti-ideologico; durevolezza dell'architettura
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Luigi Vietti: progetti e realizzazioni degli anni '30 / Dell'Aira, Paola Veronica. - STAMPA. - 4:(1997), pp. 1-136.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/356044
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