La nascita della Biblioteca Apostolica a metà del XV secolo avviene parallelamente al consolidarsi della presenza del papa a Roma, al fissare stabilmente la residenza in Vaticano e allo svilup-parsi del suo rapporto con la città. Se nel corso del secolo progressivamente l’azione dei pontefici diviene più netta e condizionante attraverso una serie diversificata di interventi (dalla manutenzione alle nuove edificazioni, alla predisposizione di strumenti normativi), a partire dal pontificato di Niccolò V Parentucelli (1447-1455) emerge l’esigenza di un livello progettuale più alto. Niccolò V attraverso l’architettura vorrà rendere manifesta l’autorità della Chiesa sulla Roma antica e contemporanea. Intorno a questo aspetto si è soffermata la tradizione degli studi sulla sua attività di pontefice e sul possibile ruolo di Leon Battista Alberti come architetto papale dopo il giubileo del 1450, anche se non sostenuto da evidenze documentarie. La parzialità dell'attuazione del programma niccolino assume un rilievo secondario rispetto al passaggio dalla concezione del singolo intervento a quella di una intera città da disegnare attraverso il recupero e la cura dell’esistente e l’ideazione del nuovo, segno della ricezione dell’influsso della cultura rinascimentale anche a Roma, seppure in ritardo rispetto ad altri centri italiani. In questo clima di rinnovamento della dimensione progettuale si colloca la fondazione della Biblioteca Vaticana, legata ai valori e alle esigenze formative dell’ambiente umanistico e alla figura di Parentucelli, la cui esperienza e gusto di raffinato bibliofilo sono le premesse della capacità di ideare una struttura al passo con i radicali cambiamenti che l’istituzione vive nello stesso periodo. Quest’ultima avrebbe trovato sede all’interno della residenza pontificia e dunque il suo sviluppo, fino al trasferimento nella nuova sede sul lato opposto del cortile del Belvedere intorno alla fine del Cinquecento, è strettamente connesso all’evoluzione dell’intero edificio. Effettivamente non appare possibile parlare della biblioteca senza considerarne la relazione simbiotica con il palazzo, sia dal punto di vista strutturale sia per esigenze funzionali. Tale rapporto, a sua volta, costituisce la chiave di lettura delle trasformazioni legate alla realizzazione dei corpi di fabbrica e degli spazi contigui. Pertanto è stato indispensabile tracciare la storia architettonica degli ambienti destinati alla collezione libraria entro il quadro più ampio di quella della dimora pontificia e delle costruzioni che delimitano il Belvedere.

La Biblioteca Vaticana nel palazzo di Niccolò V / Cantatore, Flavia. - STAMPA. - I(2010), pp. 383-412.

La Biblioteca Vaticana nel palazzo di Niccolò V

CANTATORE, FLAVIA
2010

Abstract

La nascita della Biblioteca Apostolica a metà del XV secolo avviene parallelamente al consolidarsi della presenza del papa a Roma, al fissare stabilmente la residenza in Vaticano e allo svilup-parsi del suo rapporto con la città. Se nel corso del secolo progressivamente l’azione dei pontefici diviene più netta e condizionante attraverso una serie diversificata di interventi (dalla manutenzione alle nuove edificazioni, alla predisposizione di strumenti normativi), a partire dal pontificato di Niccolò V Parentucelli (1447-1455) emerge l’esigenza di un livello progettuale più alto. Niccolò V attraverso l’architettura vorrà rendere manifesta l’autorità della Chiesa sulla Roma antica e contemporanea. Intorno a questo aspetto si è soffermata la tradizione degli studi sulla sua attività di pontefice e sul possibile ruolo di Leon Battista Alberti come architetto papale dopo il giubileo del 1450, anche se non sostenuto da evidenze documentarie. La parzialità dell'attuazione del programma niccolino assume un rilievo secondario rispetto al passaggio dalla concezione del singolo intervento a quella di una intera città da disegnare attraverso il recupero e la cura dell’esistente e l’ideazione del nuovo, segno della ricezione dell’influsso della cultura rinascimentale anche a Roma, seppure in ritardo rispetto ad altri centri italiani. In questo clima di rinnovamento della dimensione progettuale si colloca la fondazione della Biblioteca Vaticana, legata ai valori e alle esigenze formative dell’ambiente umanistico e alla figura di Parentucelli, la cui esperienza e gusto di raffinato bibliofilo sono le premesse della capacità di ideare una struttura al passo con i radicali cambiamenti che l’istituzione vive nello stesso periodo. Quest’ultima avrebbe trovato sede all’interno della residenza pontificia e dunque il suo sviluppo, fino al trasferimento nella nuova sede sul lato opposto del cortile del Belvedere intorno alla fine del Cinquecento, è strettamente connesso all’evoluzione dell’intero edificio. Effettivamente non appare possibile parlare della biblioteca senza considerarne la relazione simbiotica con il palazzo, sia dal punto di vista strutturale sia per esigenze funzionali. Tale rapporto, a sua volta, costituisce la chiave di lettura delle trasformazioni legate alla realizzazione dei corpi di fabbrica e degli spazi contigui. Pertanto è stato indispensabile tracciare la storia architettonica degli ambienti destinati alla collezione libraria entro il quadro più ampio di quella della dimora pontificia e delle costruzioni che delimitano il Belvedere.
2010
Storia della Biblioteca Apostolica Vaticana. I. Le origini della Biblioteca Apostolica Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento (1447-1534)
9788821008733
Roma; Vaticano; Niccolò V; Leon Battista Alberti; Palazzo Vaticano; Biblioteca Vaticana; XV secolo; architettura civile; Rinascimento; Cortile del Belvedere; Bramante
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La Biblioteca Vaticana nel palazzo di Niccolò V / Cantatore, Flavia. - STAMPA. - I(2010), pp. 383-412.
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