The title of this paper, (Also) online generations. Digital Natives or Multimedial Young People?, refutes a kind of generational rhetoric that often characterizes discussions about the use and impact of so-called new media. The key elements of this paper are: a critical approach to sociological research on young people in Italy; an attempt to refute the generational rhetoric that often characterizes discussions on the use and impact of new media; a comparison, through empirical research based on the secondary analysis of national data, between the cultural behaviour of digital natives and digital immigrants. Digital immigrants comprise two groups: new-digital young adults and pre-digital adults. A secondary analysis of national data (collected by ISTAT) shows that digital natives use a large variety of media. Young people who spend a lot of time with the old and the new media spend time also in cultural activities. Their use of digital media such as computers and mobile phones does not seem to displace their use of traditional media such as television, radio or books. So they are multimedial young people, not merely digital ones.

Sono nati sul finire del decennio 1980-1990, anni in cui hanno acquisito ampia visibilità (almeno negli Stati Uniti) Usenet e le BBS, la posta elettronica e il World Wide Web. Sono i membri di quella chiamata, con qualche semplificazione, prima generazione di nativi digitali, una consistente fetta di popolazione cresciuta con e dentro gli ambienti virtuali. Si tratta di giovani per i quali i “new” media non sono mai stati del tutto nuovi. I cosiddetti nativi digitali, però, almeno in Italia, non sono i più forti utenti della rete e del pc. Sebbene la loro condizione sociale sia abitualmente descritta come tecnologica, una porzione non limitata dell’universo giovanile è esclusa dall’accesso ai nuovi media. Su queste basi, il paper proposto presenta gli esiti di un’indagine secondaria di fonti statistiche nazionali (ISTAT, Censis, Eurisko, IARD) sulle prassi comunicative e culturali di un campione di giovani nativi digitali. Le classi d’età individuate si basano su una considerazione: in Italia possiamo considerare “nativi digitali” le persone che nel 1995 avevano al massimo 14 anni, momento di boom dei servizi di connessione per il pubblico. All’interno di questa fascia, che comprende quindi gli utenti fino a 28 anni, possiamo operare ulteriori distinzioni, basate anche sulle diverse fasi di evoluzione di internet: 1) Minori multimediali: 11-16 anni 2) Generazione 2.0: 17-22 anni 3) Nativi di prima generazione: 23-28 anni 4) Giovani non nativi: 29-34 anni 5) Adulti pre-digitali: dai 35 anni in su La scelta delle classi d’età è legata ad un’ipotesi: i giovani inclusi nella cosiddetta generazione dei nativi digitali non solo non sono i principali utenti della Rete, ma sembrano configurarsi come naturalmente multimediali, soggetti che mixano l’uso dei new media con pratiche comunicative e culturali tradizionali. Proprio il successo di Internet, che si temeva potesse centralizzare l’attenzione di giovani e giovanissimi, sembra aver trainato consumi culturali tradizionali come la lettura o la frequentazione del teatro. Ne deriva che se i giovani possono essere considerati antenne del cambiamento, capaci di anticipare le tendenze più innovative in atto negli scenari comunicativi e destinate a diffondersi al resto della società, allora il futuro dell’uso dei new media vedrà non tanto la riduzione del tempo dedicato ai media vecchi e ai consumi culturali tradizionali, quanto una loro progressiva integrazione e sovrapposizione.

Generazioni (anche) online. Nativi digitali dalle esistenze multimediali / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2011), pp. 183-197.

Generazioni (anche) online. Nativi digitali dalle esistenze multimediali

PANARESE, Paola
2011

Abstract

The title of this paper, (Also) online generations. Digital Natives or Multimedial Young People?, refutes a kind of generational rhetoric that often characterizes discussions about the use and impact of so-called new media. The key elements of this paper are: a critical approach to sociological research on young people in Italy; an attempt to refute the generational rhetoric that often characterizes discussions on the use and impact of new media; a comparison, through empirical research based on the secondary analysis of national data, between the cultural behaviour of digital natives and digital immigrants. Digital immigrants comprise two groups: new-digital young adults and pre-digital adults. A secondary analysis of national data (collected by ISTAT) shows that digital natives use a large variety of media. Young people who spend a lot of time with the old and the new media spend time also in cultural activities. Their use of digital media such as computers and mobile phones does not seem to displace their use of traditional media such as television, radio or books. So they are multimedial young people, not merely digital ones.
2011
Media + Generations. Identità generazionali e processi di mediatizzazione
9788834320365
Sono nati sul finire del decennio 1980-1990, anni in cui hanno acquisito ampia visibilità (almeno negli Stati Uniti) Usenet e le BBS, la posta elettronica e il World Wide Web. Sono i membri di quella chiamata, con qualche semplificazione, prima generazione di nativi digitali, una consistente fetta di popolazione cresciuta con e dentro gli ambienti virtuali. Si tratta di giovani per i quali i “new” media non sono mai stati del tutto nuovi. I cosiddetti nativi digitali, però, almeno in Italia, non sono i più forti utenti della rete e del pc. Sebbene la loro condizione sociale sia abitualmente descritta come tecnologica, una porzione non limitata dell’universo giovanile è esclusa dall’accesso ai nuovi media. Su queste basi, il paper proposto presenta gli esiti di un’indagine secondaria di fonti statistiche nazionali (ISTAT, Censis, Eurisko, IARD) sulle prassi comunicative e culturali di un campione di giovani nativi digitali. Le classi d’età individuate si basano su una considerazione: in Italia possiamo considerare “nativi digitali” le persone che nel 1995 avevano al massimo 14 anni, momento di boom dei servizi di connessione per il pubblico. All’interno di questa fascia, che comprende quindi gli utenti fino a 28 anni, possiamo operare ulteriori distinzioni, basate anche sulle diverse fasi di evoluzione di internet: 1) Minori multimediali: 11-16 anni 2) Generazione 2.0: 17-22 anni 3) Nativi di prima generazione: 23-28 anni 4) Giovani non nativi: 29-34 anni 5) Adulti pre-digitali: dai 35 anni in su La scelta delle classi d’età è legata ad un’ipotesi: i giovani inclusi nella cosiddetta generazione dei nativi digitali non solo non sono i principali utenti della Rete, ma sembrano configurarsi come naturalmente multimediali, soggetti che mixano l’uso dei new media con pratiche comunicative e culturali tradizionali. Proprio il successo di Internet, che si temeva potesse centralizzare l’attenzione di giovani e giovanissimi, sembra aver trainato consumi culturali tradizionali come la lettura o la frequentazione del teatro. Ne deriva che se i giovani possono essere considerati antenne del cambiamento, capaci di anticipare le tendenze più innovative in atto negli scenari comunicativi e destinate a diffondersi al resto della società, allora il futuro dell’uso dei new media vedrà non tanto la riduzione del tempo dedicato ai media vecchi e ai consumi culturali tradizionali, quanto una loro progressiva integrazione e sovrapposizione.
giovani; nativi digitali; utenti multimediali; consumi culturali
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Generazioni (anche) online. Nativi digitali dalle esistenze multimediali / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2011), pp. 183-197.
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