Il quadro ravennate nel Trecento è abbastanza oscuro per quanto riguarda la storia dell'urbanisitca; a ridosso della signoria polentana e di eventi eccezionali ampiamente documentati, quali la permanenza di Dante Alighieri -durante la quale verrà redatto il Paradiso (1318-1321)- e il processo di appello ai templari svoltosi sotto l'arvivescovato di Rinaldo da Concorrezzo (1301-1321) nel 1308, non si riscontra nella letteratura un equivalente trattazione rispetto alla storia urbanistica. Eppure la redazione di tre diverse versioni degli Statuti 1303, 1327, 1346 durante la prima metà del secolo, la descrizione ravennate data dallo Spicilegium, l'opera di Salimbene de Adam che vive a Ravenna per 5 anni, le numerose pergamene dell'ASCRA relative al Trecento trascritte nel Regesto Bernicoli ASCRA, il Catasto Urbano descrittivo detto polentano ASCRA (XIV in.), il Catasto Portuense (XIV in.), i due Catasti extraurbani ASCRA, sembrano rimandare ad un'attività urbanistica ed edilizia di notevole consistenza -come avrebbe richiesto l'amministrazione comunale di una grande città portuale- e tale da giustificare una simile produzione documentale. Purtroppo la distruzione dell'Archivio Comunale, avvenuta durante l'assedio francese del 1512, ha lasciato un vuoto archivistico che unitamente ad altre cancellazioni, quale quella del pristino sigillo del comune ravennate medievale, ha praticamente oscurato il quadro urbanistico durante il Trecento. L'opera del comune ravennate durante il Trecento ha dunque lasciato tracce notevoli nella storia della letteratura e del diritto, sembra improbabile che non abbia lasciata una equivalente traccia materiale nel campo della storia dell'urbanistica e dell'architettura. In particolare la carica podestarile di Lamberto Polentano (1301-1310) ha avuta una durata tale da lasciar supporre la realizzazione di interventi urbanistici di una certa consistenza: alcuni di questi -e.g. la fossa Lama e il canale Dimilio (1303)- sono documentati e si collocano in un quadro generale di riassetto delle acque nei dintorni di Ravenna rilevando un disegno di ampio respiro territoriale. E' ragionevole supporre che, a partire dalla sopracitata carica podestarile, le modificazioni all'interno della città abbiano assunto un carattere di notevole rilevanza, accompagnandosi ad una generale ristrutturazione urbanistica come testimonia anche la coeva redazione del perduto Statuto polentano del comune di Ravenna (1303) del quale rimane solamente la significativa appendice delle Riformagioni ed aggiunte (1304-1306) edita dal Tarlazzi.

Modelli urbani a Ravenna nel Trecento: dalla signoria podestarile di Lamberto allo Statuto di Ostasio II (1301-1346) / Camiz, Alessandro. - STAMPA. - I(2008), pp. 126-141.

Modelli urbani a Ravenna nel Trecento: dalla signoria podestarile di Lamberto allo Statuto di Ostasio II (1301-1346)

CAMIZ, Alessandro
2008

Abstract

Il quadro ravennate nel Trecento è abbastanza oscuro per quanto riguarda la storia dell'urbanisitca; a ridosso della signoria polentana e di eventi eccezionali ampiamente documentati, quali la permanenza di Dante Alighieri -durante la quale verrà redatto il Paradiso (1318-1321)- e il processo di appello ai templari svoltosi sotto l'arvivescovato di Rinaldo da Concorrezzo (1301-1321) nel 1308, non si riscontra nella letteratura un equivalente trattazione rispetto alla storia urbanistica. Eppure la redazione di tre diverse versioni degli Statuti 1303, 1327, 1346 durante la prima metà del secolo, la descrizione ravennate data dallo Spicilegium, l'opera di Salimbene de Adam che vive a Ravenna per 5 anni, le numerose pergamene dell'ASCRA relative al Trecento trascritte nel Regesto Bernicoli ASCRA, il Catasto Urbano descrittivo detto polentano ASCRA (XIV in.), il Catasto Portuense (XIV in.), i due Catasti extraurbani ASCRA, sembrano rimandare ad un'attività urbanistica ed edilizia di notevole consistenza -come avrebbe richiesto l'amministrazione comunale di una grande città portuale- e tale da giustificare una simile produzione documentale. Purtroppo la distruzione dell'Archivio Comunale, avvenuta durante l'assedio francese del 1512, ha lasciato un vuoto archivistico che unitamente ad altre cancellazioni, quale quella del pristino sigillo del comune ravennate medievale, ha praticamente oscurato il quadro urbanistico durante il Trecento. L'opera del comune ravennate durante il Trecento ha dunque lasciato tracce notevoli nella storia della letteratura e del diritto, sembra improbabile che non abbia lasciata una equivalente traccia materiale nel campo della storia dell'urbanistica e dell'architettura. In particolare la carica podestarile di Lamberto Polentano (1301-1310) ha avuta una durata tale da lasciar supporre la realizzazione di interventi urbanistici di una certa consistenza: alcuni di questi -e.g. la fossa Lama e il canale Dimilio (1303)- sono documentati e si collocano in un quadro generale di riassetto delle acque nei dintorni di Ravenna rilevando un disegno di ampio respiro territoriale. E' ragionevole supporre che, a partire dalla sopracitata carica podestarile, le modificazioni all'interno della città abbiano assunto un carattere di notevole rilevanza, accompagnandosi ad una generale ristrutturazione urbanistica come testimonia anche la coeva redazione del perduto Statuto polentano del comune di Ravenna (1303) del quale rimane solamente la significativa appendice delle Riformagioni ed aggiunte (1304-1306) edita dal Tarlazzi.
2008
La città europea del Trecento: trasformazioni, monumenti, ampliamenti urbani
9788878908826
Città; storia; medioevo; Trecento; Ravenna; Modelli; piazze; progetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Modelli urbani a Ravenna nel Trecento: dalla signoria podestarile di Lamberto allo Statuto di Ostasio II (1301-1346) / Camiz, Alessandro. - STAMPA. - I(2008), pp. 126-141.
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