Studiosi italiani ed europei affrontano importanti questioni di bioetica, a cominciare dalla problematica di fine vita e dal dibattito scientifico sulla salute pubblica. Il punto di vista sociologico osserva una tematica che ha avuto, negli ultimi anni, una pesante ricaduta sulla società civile e sull’opinione pubblica, in merito alle soluzioni politiche proposte per il testamento biologico, il fine-vita, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico. Il difficile confine tra scienza, fede, positivismo e teologia viene sondato dalla presente pubblicazione, che mira a distinguere i diversi campi, in modo da guardare con pacatezza e serenità un argomento oggetto di infuocati dibattiti e di accese polemiche, a discapito dell’approfondimento e del rispetto dovuto alla sofferenza del malato e dei suoi cari. I meccanismi, non di rado perversi, della comunicazione biomedica vengono studiati parimenti all’analisi sociale delle conseguenze della legislazione sul fine vita. Nel volume si intrecciano problematiche filosofiche, mediche e sociologiche, testimoniando il punto di vista degli "addetti ai lavori" di ogni livello: medici ospedalieri, dottori, studenti, membri di associazioni impegnate nelle battaglie civili (come "Libera uscita") e redattori di riviste di settore (come "Bioetica"). Il lavoro prende inizio da un convegno organizzato dalla Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e promosso dal progetto Ethicatt, dal titolo "Decisioni di fine vita, terapia intensiva ed eutanasia in Europa: realtà socio-culturali a confronto" (22 settembre 2003). È bene precisare, inoltre, che la prospettiva tanto del convegno, quanto del lavoro era sovra-nazionale, per l'ambizione di analizzare i trattamenti di fine vita nei diversi paesi europei.
Questione di vita o di morte, / DE NARDIS, Paolo; Sannella, A; Polverini, S.. - (2004), pp. 1-180.
Questione di vita o di morte,
DE NARDIS, Paolo;
2004
Abstract
Studiosi italiani ed europei affrontano importanti questioni di bioetica, a cominciare dalla problematica di fine vita e dal dibattito scientifico sulla salute pubblica. Il punto di vista sociologico osserva una tematica che ha avuto, negli ultimi anni, una pesante ricaduta sulla società civile e sull’opinione pubblica, in merito alle soluzioni politiche proposte per il testamento biologico, il fine-vita, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico. Il difficile confine tra scienza, fede, positivismo e teologia viene sondato dalla presente pubblicazione, che mira a distinguere i diversi campi, in modo da guardare con pacatezza e serenità un argomento oggetto di infuocati dibattiti e di accese polemiche, a discapito dell’approfondimento e del rispetto dovuto alla sofferenza del malato e dei suoi cari. I meccanismi, non di rado perversi, della comunicazione biomedica vengono studiati parimenti all’analisi sociale delle conseguenze della legislazione sul fine vita. Nel volume si intrecciano problematiche filosofiche, mediche e sociologiche, testimoniando il punto di vista degli "addetti ai lavori" di ogni livello: medici ospedalieri, dottori, studenti, membri di associazioni impegnate nelle battaglie civili (come "Libera uscita") e redattori di riviste di settore (come "Bioetica"). Il lavoro prende inizio da un convegno organizzato dalla Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e promosso dal progetto Ethicatt, dal titolo "Decisioni di fine vita, terapia intensiva ed eutanasia in Europa: realtà socio-culturali a confronto" (22 settembre 2003). È bene precisare, inoltre, che la prospettiva tanto del convegno, quanto del lavoro era sovra-nazionale, per l'ambizione di analizzare i trattamenti di fine vita nei diversi paesi europei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.