In Italia, il Patto di Stabilità Interno è stato adottato a partire dal 1999 con regole differenziate di anno in anno e anche tra Regioni ed altri enti territoriali. Finora è stato seguito un approccio top-down, caratterizzato da regole imposte dal governo centrale alle Amministrazioni Locali. Da una parte, la valutazione ex ante dei vincoli assegnati agli enti locali ai fini del rispetto delle regole in sede europea è resa difficile dall’assenza di un legame tra gli obiettivi definiti dal Patto e il valore dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Locali e dall’assenza di vincoli sull’assunzione di debiti; dall’altra, la valutazione ex post, nonostante si siano formalmente registrate percentuali sempre maggiori di rispetto dei vincoli del Patto, ha mostrato risultati sul contenimento dell’indebitamento incerti e modesti e addirittura negativi con riferimento al rientro del debito. I vincoli per le Regioni sono diventati più stringenti nel tempo, ma sono definiti solo sulla spesa finale, con l’esclusione della spesa sanitaria che rimane oggetto di negoziazione separata. Sebbene, non sia ancora possibile definirla come strutturale, una svolta sembra invece essersi prodotta a partire dal 2007, con riferimento agli enti locali, con l’introduzione di nuovi obiettivi espressi in termini di saldi di cassa e competenza, e, dal 2008, di “competenza mista” e inclusivi di quasi tutte le voci di entrata e uscita. I nuovi vincoli sembrano più vicini a quelli europei anche se ancora non espressi in termini di conto economico. Rimangono, tuttavia diversi elementi di criticità che rendono la scelta della regola, ancora nel 2009, poco soddisfacente rispetto agli obiettivi di coordinamento della finanza locale con la regola del Patto di Stabilità e Crescita. Il presente capitolo, a partire dai dati di conto economico delle Amministrazioni Pubbliche disaggregati per livello di governo analizza il contributo degli enti decentrati ai principali saldi di finanza pubblica tra il 1989 e il 2007 (par. 2) e, ripercorrendo le principali componenti di criticità dei vincoli fissati con il patto interno fino al 2007, cerca di sintetizzare gli obiettivi raggiunti in relazione ai corrispondenti dati di conto economico, e in particolare analizza i risultati conseguiti nel 2007 (par. 3). Quindi vengono descritte le nuove regole del Patto Interno per il 2009 e con un semplice esercizio di simulazione si cerca di definirne i possibili effetti dei nuovi vincoli sui saldi degli enti locali (par. 4). Infine, un ultimo paragrafo è dedicato alle conclusioni.
Il Patto di Stabilità Interno dieci anni dopo / Giuriato, Luisa; Gastaldi, Francesca. - (2010), pp. 203-246.
Il Patto di Stabilità Interno dieci anni dopo
GIURIATO, Luisa;GASTALDI, Francesca
2010
Abstract
In Italia, il Patto di Stabilità Interno è stato adottato a partire dal 1999 con regole differenziate di anno in anno e anche tra Regioni ed altri enti territoriali. Finora è stato seguito un approccio top-down, caratterizzato da regole imposte dal governo centrale alle Amministrazioni Locali. Da una parte, la valutazione ex ante dei vincoli assegnati agli enti locali ai fini del rispetto delle regole in sede europea è resa difficile dall’assenza di un legame tra gli obiettivi definiti dal Patto e il valore dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Locali e dall’assenza di vincoli sull’assunzione di debiti; dall’altra, la valutazione ex post, nonostante si siano formalmente registrate percentuali sempre maggiori di rispetto dei vincoli del Patto, ha mostrato risultati sul contenimento dell’indebitamento incerti e modesti e addirittura negativi con riferimento al rientro del debito. I vincoli per le Regioni sono diventati più stringenti nel tempo, ma sono definiti solo sulla spesa finale, con l’esclusione della spesa sanitaria che rimane oggetto di negoziazione separata. Sebbene, non sia ancora possibile definirla come strutturale, una svolta sembra invece essersi prodotta a partire dal 2007, con riferimento agli enti locali, con l’introduzione di nuovi obiettivi espressi in termini di saldi di cassa e competenza, e, dal 2008, di “competenza mista” e inclusivi di quasi tutte le voci di entrata e uscita. I nuovi vincoli sembrano più vicini a quelli europei anche se ancora non espressi in termini di conto economico. Rimangono, tuttavia diversi elementi di criticità che rendono la scelta della regola, ancora nel 2009, poco soddisfacente rispetto agli obiettivi di coordinamento della finanza locale con la regola del Patto di Stabilità e Crescita. Il presente capitolo, a partire dai dati di conto economico delle Amministrazioni Pubbliche disaggregati per livello di governo analizza il contributo degli enti decentrati ai principali saldi di finanza pubblica tra il 1989 e il 2007 (par. 2) e, ripercorrendo le principali componenti di criticità dei vincoli fissati con il patto interno fino al 2007, cerca di sintetizzare gli obiettivi raggiunti in relazione ai corrispondenti dati di conto economico, e in particolare analizza i risultati conseguiti nel 2007 (par. 3). Quindi vengono descritte le nuove regole del Patto Interno per il 2009 e con un semplice esercizio di simulazione si cerca di definirne i possibili effetti dei nuovi vincoli sui saldi degli enti locali (par. 4). Infine, un ultimo paragrafo è dedicato alle conclusioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.