This study moves from a preliminary methodological question, namely the possibility of establishing specific canons of individual literary genres, according to functional criteria to the genre considered from time to time. A precious example of this approach is seen here in the critical activity of Giosuè Carducci, indefatigable and ingenious definer of sector's canons: in essential digressions on the eighth rhyme or on the loose hendecasyllable, but above all in the essay "Dello svolgimento dell’ode in Italia" (1902).In fact, the poet found in the tradition of the lyrical ode the red thread capable of bringing together the entire Italian lyric tradition under a single, classicistic paradigm, from Dante to Manzoni: thus grasping the conclusive opportunity of an integral and comforting appropriation. Exemplary, in this sense, is the inclusion of Dante and Petrarch in the history of the ode, since in their day "there was not the name, but there was the thing". The presentation of the various renaissance experimenters of the metro follows: perhaps evaluated with reservations, but at the same time presented with the sympathy that Carducci aroused for the inexhaustible importation of classical rhythms and tones into Italian poetry. So, when the true poets finally return (Parini, Monti, Foscolo, Manzoni, Leopardi), the history of the formation of the ode was over: and the recognized role of these great authors, quickly remembered, is thus defined in giving life poetic to forms that others had created, and that therefore in the canon of lyrical ode deserve a place, from this point of view, privileged.

Questo studio muove da una preliminare questione metodologica, ovvero la possibilità di stabilire canoni specifici di singoli generi letterari, secondo criteri funzionali al genere di volta in volta considerato. Un esempio prezioso di tale approccio è qui ravvisato nell'attività critica di Giosuè Carducci, infaticabile e ingegnoso definitore di canoni di settore: in essenziali digressioni sull'ottava rima o sull'endecasillabo sciolto, ma soprattutto nel saggio “Dello svolgimento dell’ode in Italia” (1902). Il poeta rinvenne infatti proprio nella tradizione dell’ode lirica il filo rosso capace di riunire sotto un solo paradigma, naturalmente classicistico, l’intera tradizione lirica italiana, da Dante a Manzoni: cogliendo così l’occasione, conclusiva, di una integrale e confortante appropriazione. Esemplare, in tal senso, è l’inserimento di Dante e Petrarca nella storia dell’ode, di cui ai loro tempi “non ci fu il nome, ma ci fu la cosa”. Segue la presentazione dei vari sperimentatori rinascimentali del metro: magari valutati con riserve, ma al contempo presentati con la simpatia che a Carducci suscitavano per l’inesausta importazione nella poesia italiana di ritmi e toni classici. Sicché, quando finalmente tornano i veri poeti (Parini, Monti, Foscolo, Manzoni, Leopardi), la storia di formazione dell’ode era finita: e il ruolo riconosciuto a questi grandi autori, rapidamente ricordati, viene così precisato nell'aver dato vita poetica a forme che altri avevano creato, e che dunque nel canone dell’ode lirica meritano un posto, da questo punto di vista, privilegiato.

Giosuè Carducci e il canone dell'ode lirica / Pantani, Italo. - STAMPA. - 2(2002), pp. 473-487.

Giosuè Carducci e il canone dell'ode lirica

PANTANI, Italo
2002

Abstract

This study moves from a preliminary methodological question, namely the possibility of establishing specific canons of individual literary genres, according to functional criteria to the genre considered from time to time. A precious example of this approach is seen here in the critical activity of Giosuè Carducci, indefatigable and ingenious definer of sector's canons: in essential digressions on the eighth rhyme or on the loose hendecasyllable, but above all in the essay "Dello svolgimento dell’ode in Italia" (1902).In fact, the poet found in the tradition of the lyrical ode the red thread capable of bringing together the entire Italian lyric tradition under a single, classicistic paradigm, from Dante to Manzoni: thus grasping the conclusive opportunity of an integral and comforting appropriation. Exemplary, in this sense, is the inclusion of Dante and Petrarch in the history of the ode, since in their day "there was not the name, but there was the thing". The presentation of the various renaissance experimenters of the metro follows: perhaps evaluated with reservations, but at the same time presented with the sympathy that Carducci aroused for the inexhaustible importation of classical rhythms and tones into Italian poetry. So, when the true poets finally return (Parini, Monti, Foscolo, Manzoni, Leopardi), the history of the formation of the ode was over: and the recognized role of these great authors, quickly remembered, is thus defined in giving life poetic to forms that others had created, and that therefore in the canon of lyrical ode deserve a place, from this point of view, privileged.
2002
Il Canone e la Biblioteca. Costruzioni e decostruzioni della tradizione letteraria italiana.
88-8319-742-9
Questo studio muove da una preliminare questione metodologica, ovvero la possibilità di stabilire canoni specifici di singoli generi letterari, secondo criteri funzionali al genere di volta in volta considerato. Un esempio prezioso di tale approccio è qui ravvisato nell'attività critica di Giosuè Carducci, infaticabile e ingegnoso definitore di canoni di settore: in essenziali digressioni sull'ottava rima o sull'endecasillabo sciolto, ma soprattutto nel saggio “Dello svolgimento dell’ode in Italia” (1902). Il poeta rinvenne infatti proprio nella tradizione dell’ode lirica il filo rosso capace di riunire sotto un solo paradigma, naturalmente classicistico, l’intera tradizione lirica italiana, da Dante a Manzoni: cogliendo così l’occasione, conclusiva, di una integrale e confortante appropriazione. Esemplare, in tal senso, è l’inserimento di Dante e Petrarca nella storia dell’ode, di cui ai loro tempi “non ci fu il nome, ma ci fu la cosa”. Segue la presentazione dei vari sperimentatori rinascimentali del metro: magari valutati con riserve, ma al contempo presentati con la simpatia che a Carducci suscitavano per l’inesausta importazione nella poesia italiana di ritmi e toni classici. Sicché, quando finalmente tornano i veri poeti (Parini, Monti, Foscolo, Manzoni, Leopardi), la storia di formazione dell’ode era finita: e il ruolo riconosciuto a questi grandi autori, rapidamente ricordati, viene così precisato nell'aver dato vita poetica a forme che altri avevano creato, e che dunque nel canone dell’ode lirica meritano un posto, da questo punto di vista, privilegiato.
Canone,Ode,Carducci
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Giosuè Carducci e il canone dell'ode lirica / Pantani, Italo. - STAMPA. - 2(2002), pp. 473-487.
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