Qui interessa il perchè e il come fare, cioè ricostruire i motivi per cui uno spazio ha assunto una specifica configurazione e, al tempo stesso, indagare quali siano gli strumenti con cui quello stesso spazio è riuscito a toccarci. Più che di motivi sarebbe più giusto parlare di moventi, cioè quelle ragioni che, finanche in un delitto, animano un’azione; in questo caso l’azione progettuale dovrà sciogliere il primo interrogativo: che fare? Un interrogativo basilare, a monte di ogni altra scelta, tecnica, normativa, formale le quali, per questo, si dovranno fare strumento coerente di attuazione della risposta finale. Qui entra in gioco il come, di cui si dovrà divenire padroni per non rimanere solo spettatori stupefatti di fronte all’effetto: come fare non è ancora, in questa fase, una nozione tecnica, quanto piuttosto la capacità di inquadrare con chiarezza la finalità dell’azione; si tratta cioè di padroneggiare una capacità compositiva, non tecnica. Se il che fare corrisponde a una visione dello spazio, il come fare è il processo che piega invece le tecniche alla espressione compiuta della visione. Per conoscere questo processo e per formarsi una visione bisognerà approfondire la conoscenza e la confidenza con lo spazio, interrogarlo, decifrarlo, scegliersi un punto di vista: ecco il perchè di queste esplorazioni.
Esplorazioni spaziali / Lambertucci, Filippo. - STAMPA. - (2013).
Esplorazioni spaziali
LAMBERTUCCI, FILIPPO
2013
Abstract
Qui interessa il perchè e il come fare, cioè ricostruire i motivi per cui uno spazio ha assunto una specifica configurazione e, al tempo stesso, indagare quali siano gli strumenti con cui quello stesso spazio è riuscito a toccarci. Più che di motivi sarebbe più giusto parlare di moventi, cioè quelle ragioni che, finanche in un delitto, animano un’azione; in questo caso l’azione progettuale dovrà sciogliere il primo interrogativo: che fare? Un interrogativo basilare, a monte di ogni altra scelta, tecnica, normativa, formale le quali, per questo, si dovranno fare strumento coerente di attuazione della risposta finale. Qui entra in gioco il come, di cui si dovrà divenire padroni per non rimanere solo spettatori stupefatti di fronte all’effetto: come fare non è ancora, in questa fase, una nozione tecnica, quanto piuttosto la capacità di inquadrare con chiarezza la finalità dell’azione; si tratta cioè di padroneggiare una capacità compositiva, non tecnica. Se il che fare corrisponde a una visione dello spazio, il come fare è il processo che piega invece le tecniche alla espressione compiuta della visione. Per conoscere questo processo e per formarsi una visione bisognerà approfondire la conoscenza e la confidenza con lo spazio, interrogarlo, decifrarlo, scegliersi un punto di vista: ecco il perchè di queste esplorazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.