Il volume, composto di cinque saggi organicamente legati tra loro composti tra il 1998 e il 2008, indaga il progetto leopardiano di un libro morale in un mondo moderno disincantato e incapace di ascolto. Un progetto inattuale che testimonia l’impossibilità di restaurare i tre principali generi morali orali dell’antichità (l’oratoria, il dramma, l’epos, o enciclopedia etica), nonché, più in generale, l’impossibilità di arrestare il declino antropologico di un uomo che tanto più si corrompe quanto più si alfabetizza. Per la prima volta le Operette morali vengono interpretate come risposta alla lettura integrale di Platone compiuta da Leopardi a Roma nel 1823. Ecco l’importanza emblematica dell’Elogio degli uccelli (il cui palinsesto è, come si dimostra nel primo capitolo, il Fedro platonico) e del suo silenzioso protagonista-scrittore Amelio, che paradossalmente scrive l’elogio della voce. I capitoli II, III e IV ricostruiscono il rapporto di Leopardi con i tre generi orali antichi: l’oratoria, il teatro e l’epos. Il V capitolo inserisce il progetto leopardiano all’interno di coordinate europee (soprattutto il Faust di Goethe): se il libro morale moderno non può essere altro, mefistofelicamente, che una merce ben confezionata, un libro effimero, la grandezza delle Operette morali è nel raffigurare in modo complesso e profondo, al tempo stesso negandola, questa condizione.

L’immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale / D'Intino, Franco. - STAMPA. - (2009), pp. 1-261.

L’immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale

D'INTINO, FRANCO
2009

Abstract

Il volume, composto di cinque saggi organicamente legati tra loro composti tra il 1998 e il 2008, indaga il progetto leopardiano di un libro morale in un mondo moderno disincantato e incapace di ascolto. Un progetto inattuale che testimonia l’impossibilità di restaurare i tre principali generi morali orali dell’antichità (l’oratoria, il dramma, l’epos, o enciclopedia etica), nonché, più in generale, l’impossibilità di arrestare il declino antropologico di un uomo che tanto più si corrompe quanto più si alfabetizza. Per la prima volta le Operette morali vengono interpretate come risposta alla lettura integrale di Platone compiuta da Leopardi a Roma nel 1823. Ecco l’importanza emblematica dell’Elogio degli uccelli (il cui palinsesto è, come si dimostra nel primo capitolo, il Fedro platonico) e del suo silenzioso protagonista-scrittore Amelio, che paradossalmente scrive l’elogio della voce. I capitoli II, III e IV ricostruiscono il rapporto di Leopardi con i tre generi orali antichi: l’oratoria, il teatro e l’epos. Il V capitolo inserisce il progetto leopardiano all’interno di coordinate europee (soprattutto il Faust di Goethe): se il libro morale moderno non può essere altro, mefistofelicamente, che una merce ben confezionata, un libro effimero, la grandezza delle Operette morali è nel raffigurare in modo complesso e profondo, al tempo stesso negandola, questa condizione.
2009
9788831797191
Leopardi; Platone; etica; modernità; prosa
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
L’immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale / D'Intino, Franco. - STAMPA. - (2009), pp. 1-261.
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