The processes of purchasing and consumption have always been the core of the marketing studies. In relatively recent times, however, the attention of scholars was catalyzed by some emerging perspectives of analyzes to interpret policies and consumer behavior in a more extended, even beyond the objectives of co-noscitivi and action management. The developments of studies on the consumer, in fact, have called attention to the growing autonomy of choice processes the request and the renewed and ever more central importance of the contexts of the performance of purchases and consumption. It is a dynamic certainly influenced by the greater consumer awareness of themselves and the gradual reduction of asymmetries and structural informa-tions, significantly accelerated the spread of digital environments. These trends were being examined by multiple disciplines interested in the dynamics of consumption, all focused on market relations, and in particular on the 'economic balance and social equity that characterizes the interaction between business and consumers. In very general terms, the autonomy of the consumer, and its power of choice, can be traced back to Kant's conception as an expression of "no awe" other authority outside of his own conscience, reason or will. A philosophical perspective, this is particularly useful in interpreting the behavior eclet-tical, and sometimes chameleon which explain the increased sensitivity of the consumer to the symbolic and emotional components of the value. Strengthened by the results from research on consumer knowledge, studies on the autonomy of the consumer have become central in the debate on re-levanza free and conscious consumption based, to a large extent on the presence of an informed consumer, able to extract meaning from a set of the information given. And this is a utilitarian perspective - which considers that only relevant personal preferences - and social - if we admit the necessity of higher authorities which depute the task of directing the consumer to socially desirable values ​​(reduction of waste, separate collection of waste etc.. etc..). The increased dissemination of information associated with the learning opportunities offered by digital environments, has, above all, recently, led to the emergence of consumer and mass-less passive and looking for greater interaction with the company as part relevant to the growth of the search value in the exchange (Bagozzi and Dholakia, 1999 Collesei, Casarin, Bishops, 2001 Costabile, Ricotta, Miceli, 2003). Free flow of information and reduce the cost of learning are the basis for new forms of democracy information (Sawhney and Kotler, 1999), intended to increase the resources of knowl-edge consumer by expanding the opportunities for self-determination of the same , being able in this way mitigate the asymmetries that traditionally are unfavorable demand. Great importance, finally, have changed over time as the research aimed to analyze the contexts in which the processes of consumption is rea-lizzano enabling you to understand more clearly the social implications of consumption and the ability to influence exerted on consumers, managers and policy maker movements consumeristi (Burskirk and Rothe 1970

I processi d’acquisto e di consumo rappresentano da sempre il core degli studi di marketing. In tempi relativamente recenti, però, l’attenzione degli studiosi è stata catalizzata da alcune emergenti prospettive di analisi volte ad interpretare politiche e comportamenti di consumo in modo più esteso, anche al di là degli obiettivi co-noscitivi e d’azione del management. Gli sviluppi degli studi sul consumatore, infatti, hanno consentito di evidenziare la crescente autonomia dei processi di scelta della domanda e la rinnovata e quanto mai centrale rilevanza dei contesti di svolgimento degli ac-quisti e dei consumi. Si tratta di una dinamica certamente influen-zata dalla maggiore consapevolezza dei consumatori medesimi e dalla progressiva e strutturale riduzione delle asimmetrie informa-tive, accelerata significativamente dalla diffusione degli ambienti digitali. Tali tendenze sono state oggetto di approfondimento da parte di molteplici ambiti disciplinari interessati alle dinamiche del consumo, tutti concentrati sulle relazioni di mercato, e in particolare sull’ equilibrio economico e sull’equità sociale che connota l’interazione fra impresa e consumatori. In termini molto generali, l’autonomia del consumatore, e la sua capacità di scelta, sono riconducibili alla concezione kantiana quale espressione della “non soggezione” ad altra autorità al di fuori della propria coscienza, ragione o volontà. Una prospettiva filosofica, questa, particolarmente utile per interpretare i comportamenti eclet-tici, e a volte camaleontici che esplicitano l’accresciuta sensibilità del consumatore alle componenti simboliche ed emozionali del va-lore. Potenziate dai risultati dalle ricerche sulla consumer knowledge, gli studi sull’autonomia del consumatore hanno assunto centrale ri-levanza nel dibattito sul consumo libero e consapevole fondato, in larga misura, sulla presenza di un consumatore informato, in grado di estrarre significati da un set di informazioni date. E questo sia in una prospettiva utilitaristica – che considera cioè rilevanti solo le preferenze personali – sia sociale – laddove si ammetta la neces-sità di autorità superiori cui deputare il compito di indirizzare il consumo verso valori socialmente desiderabili (riduzione degli sprechi, raccolta differenziata dei rifiuti ecc. ecc.). La maggiore diffusione dell’informazione associata alle oppor-tunità di apprendimento offerte dagli ambienti digitali, ha, soprat-tutto di recente, portato all’emersione di consumatori sempre meno passivi e massificati e alla ricerca di una maggiore interazione con l’impresa quale componente rilevante per l’accrescimento del valore ricercato nello scambio, (Dholakia e Bagozzi, 1999, Collesei, Casarin, Vescovi, 2001, Costabile, Ricotta, Miceli, 2003). Libera circolazione dell’informazione e riduzione dei costi di apprendi-mento sono alla base di nuove forme di democrazia informativa (Sawhney e Kotler, 1999), destinata ad accrescere le risorse di co-noscenza del consumatore ampliando le opportunità di autodeter-minazione dello stesso, potendosi per tale via temperare le asimme-trie che tradizionalmente sfavoriscono la domanda. Grande rilevanza, infine, hanno assunto nel tempo le ricerche volte ad analizzare i contesti nei quali i processi di consumo si rea-lizzano, consentendo di comprendere con maggiore chiarezza le implicazioni sociali del consumo e la capacità di influenza esercitata su consumatori, manager e policy maker dai movimenti consumeristi (Burskirk e Rothe 1970; Bloom e Greyser, 1981; Diamond, Wards, Faber 1976; Bagozzi, 2000), o, più in generale dai movimenti sociali (Golinelli e al. 2003). Gli effetti di tali centrali ricerche hanno certamente consentito di rendere meno asimmetrici numerosi scambi, portato alla costituzione di istituzioni strutturalmente orientate alla protezione del con-sumatore, ridotto i gradi di libertà delle imprese nella definizione delle proprie politiche commerciali. Malgrado ciò, numerosi appaiono i segmenti del consumo che si caratterizzano per la presenza di significative asimmetrie, causate da fattori non sempre e non solo riconducibili a forme di competizione “distorta” o di imperfetta circolazione dell’informazione. La letteratura in materia di processi di consumo che avvengono in condizioni di strutturale debolezza della domanda, ovvero quelli che si caratterizzano per la presenza di “consumatori vulnerabili”( ), ha consentito di individuare, variabili sociologiche, psicologiche oltre a quelle tradizionali di estrazione economica, in grado di con-dizionare significativamente i processi percettivi, valutativi e deci-sionali del consumatore, dando corpo ad approfondimenti su tema-tiche quali la rilevanza sociale delle politiche di marketing (Andre-asen, 1997) e l’analisi del comportamento del consumatore finaliz-zata al miglioramento delle scelte di consumo (Bazerman, 2001). Un superiore grado di consumer protection, tuttavia, è sostenibi-le da almeno tre differenti tipologie di innovazione: • analitico-interpretativa; • organizzativa e di prospettiva istituzionale; • di management dei processi di formazione e orientamento del consumatore e del consumerismo. Il presente lavoro, nel tentativo di giungere alla definizione di un modello di analisi strategica per la definizione delle priorità di in-tervento a sostegno dei processi di consumo, prende le mosse da alcuni interrogativi: esiste un fabbisogno di tutela del consumatore e quali sono le sue determinanti? Il testo si propone l’obiettivo di fornire alcune parziali risposte a tali interrogativi e si articola complessivamente in tre parti. Nella prima vengono analizzate sinteticamente le determinanti delle politiche di tutela del consumatore sia di natura economica (capitolo 1) sia di derivazione psico-sociale (Capitolo 2). La seconda parte centra, invece, l’attenzione su istituzioni strut-ture e sistemi per la politica del consumatore in Italia, tracciando un quadro complessivo delle attività consumeriste riscontrabili in Italia ed in alcuni tra i maggiori paesi industrializzati (Capitolo 3). Il capitolo quarto, quindi, illustra alcune evidenze sullo stato del “si-stema delle tutele” presentando prime considerazioni di sintesi e implicazioni per l’innovazione della politica del consumatore in Italia. La terza parte è dedicata alla proposta di modelli (capitolo 5) e azioni (capitolo 6) per potenziare la tutela del consumatore.

L’innovazione nella politica del consumatore. Teorie ed evidenze empiriche nella prospettiva sistemica / Ricotta, Francesco. - 68:(2004).

L’innovazione nella politica del consumatore. Teorie ed evidenze empiriche nella prospettiva sistemica

RICOTTA, Francesco
2004

Abstract

The processes of purchasing and consumption have always been the core of the marketing studies. In relatively recent times, however, the attention of scholars was catalyzed by some emerging perspectives of analyzes to interpret policies and consumer behavior in a more extended, even beyond the objectives of co-noscitivi and action management. The developments of studies on the consumer, in fact, have called attention to the growing autonomy of choice processes the request and the renewed and ever more central importance of the contexts of the performance of purchases and consumption. It is a dynamic certainly influenced by the greater consumer awareness of themselves and the gradual reduction of asymmetries and structural informa-tions, significantly accelerated the spread of digital environments. These trends were being examined by multiple disciplines interested in the dynamics of consumption, all focused on market relations, and in particular on the 'economic balance and social equity that characterizes the interaction between business and consumers. In very general terms, the autonomy of the consumer, and its power of choice, can be traced back to Kant's conception as an expression of "no awe" other authority outside of his own conscience, reason or will. A philosophical perspective, this is particularly useful in interpreting the behavior eclet-tical, and sometimes chameleon which explain the increased sensitivity of the consumer to the symbolic and emotional components of the value. Strengthened by the results from research on consumer knowledge, studies on the autonomy of the consumer have become central in the debate on re-levanza free and conscious consumption based, to a large extent on the presence of an informed consumer, able to extract meaning from a set of the information given. And this is a utilitarian perspective - which considers that only relevant personal preferences - and social - if we admit the necessity of higher authorities which depute the task of directing the consumer to socially desirable values ​​(reduction of waste, separate collection of waste etc.. etc..). The increased dissemination of information associated with the learning opportunities offered by digital environments, has, above all, recently, led to the emergence of consumer and mass-less passive and looking for greater interaction with the company as part relevant to the growth of the search value in the exchange (Bagozzi and Dholakia, 1999 Collesei, Casarin, Bishops, 2001 Costabile, Ricotta, Miceli, 2003). Free flow of information and reduce the cost of learning are the basis for new forms of democracy information (Sawhney and Kotler, 1999), intended to increase the resources of knowl-edge consumer by expanding the opportunities for self-determination of the same , being able in this way mitigate the asymmetries that traditionally are unfavorable demand. Great importance, finally, have changed over time as the research aimed to analyze the contexts in which the processes of consumption is rea-lizzano enabling you to understand more clearly the social implications of consumption and the ability to influence exerted on consumers, managers and policy maker movements consumeristi (Burskirk and Rothe 1970
2004
9788813255268
I processi d’acquisto e di consumo rappresentano da sempre il core degli studi di marketing. In tempi relativamente recenti, però, l’attenzione degli studiosi è stata catalizzata da alcune emergenti prospettive di analisi volte ad interpretare politiche e comportamenti di consumo in modo più esteso, anche al di là degli obiettivi co-noscitivi e d’azione del management. Gli sviluppi degli studi sul consumatore, infatti, hanno consentito di evidenziare la crescente autonomia dei processi di scelta della domanda e la rinnovata e quanto mai centrale rilevanza dei contesti di svolgimento degli ac-quisti e dei consumi. Si tratta di una dinamica certamente influen-zata dalla maggiore consapevolezza dei consumatori medesimi e dalla progressiva e strutturale riduzione delle asimmetrie informa-tive, accelerata significativamente dalla diffusione degli ambienti digitali. Tali tendenze sono state oggetto di approfondimento da parte di molteplici ambiti disciplinari interessati alle dinamiche del consumo, tutti concentrati sulle relazioni di mercato, e in particolare sull’ equilibrio economico e sull’equità sociale che connota l’interazione fra impresa e consumatori. In termini molto generali, l’autonomia del consumatore, e la sua capacità di scelta, sono riconducibili alla concezione kantiana quale espressione della “non soggezione” ad altra autorità al di fuori della propria coscienza, ragione o volontà. Una prospettiva filosofica, questa, particolarmente utile per interpretare i comportamenti eclet-tici, e a volte camaleontici che esplicitano l’accresciuta sensibilità del consumatore alle componenti simboliche ed emozionali del va-lore. Potenziate dai risultati dalle ricerche sulla consumer knowledge, gli studi sull’autonomia del consumatore hanno assunto centrale ri-levanza nel dibattito sul consumo libero e consapevole fondato, in larga misura, sulla presenza di un consumatore informato, in grado di estrarre significati da un set di informazioni date. E questo sia in una prospettiva utilitaristica – che considera cioè rilevanti solo le preferenze personali – sia sociale – laddove si ammetta la neces-sità di autorità superiori cui deputare il compito di indirizzare il consumo verso valori socialmente desiderabili (riduzione degli sprechi, raccolta differenziata dei rifiuti ecc. ecc.). La maggiore diffusione dell’informazione associata alle oppor-tunità di apprendimento offerte dagli ambienti digitali, ha, soprat-tutto di recente, portato all’emersione di consumatori sempre meno passivi e massificati e alla ricerca di una maggiore interazione con l’impresa quale componente rilevante per l’accrescimento del valore ricercato nello scambio, (Dholakia e Bagozzi, 1999, Collesei, Casarin, Vescovi, 2001, Costabile, Ricotta, Miceli, 2003). Libera circolazione dell’informazione e riduzione dei costi di apprendi-mento sono alla base di nuove forme di democrazia informativa (Sawhney e Kotler, 1999), destinata ad accrescere le risorse di co-noscenza del consumatore ampliando le opportunità di autodeter-minazione dello stesso, potendosi per tale via temperare le asimme-trie che tradizionalmente sfavoriscono la domanda. Grande rilevanza, infine, hanno assunto nel tempo le ricerche volte ad analizzare i contesti nei quali i processi di consumo si rea-lizzano, consentendo di comprendere con maggiore chiarezza le implicazioni sociali del consumo e la capacità di influenza esercitata su consumatori, manager e policy maker dai movimenti consumeristi (Burskirk e Rothe 1970; Bloom e Greyser, 1981; Diamond, Wards, Faber 1976; Bagozzi, 2000), o, più in generale dai movimenti sociali (Golinelli e al. 2003). Gli effetti di tali centrali ricerche hanno certamente consentito di rendere meno asimmetrici numerosi scambi, portato alla costituzione di istituzioni strutturalmente orientate alla protezione del con-sumatore, ridotto i gradi di libertà delle imprese nella definizione delle proprie politiche commerciali. Malgrado ciò, numerosi appaiono i segmenti del consumo che si caratterizzano per la presenza di significative asimmetrie, causate da fattori non sempre e non solo riconducibili a forme di competizione “distorta” o di imperfetta circolazione dell’informazione. La letteratura in materia di processi di consumo che avvengono in condizioni di strutturale debolezza della domanda, ovvero quelli che si caratterizzano per la presenza di “consumatori vulnerabili”( ), ha consentito di individuare, variabili sociologiche, psicologiche oltre a quelle tradizionali di estrazione economica, in grado di con-dizionare significativamente i processi percettivi, valutativi e deci-sionali del consumatore, dando corpo ad approfondimenti su tema-tiche quali la rilevanza sociale delle politiche di marketing (Andre-asen, 1997) e l’analisi del comportamento del consumatore finaliz-zata al miglioramento delle scelte di consumo (Bazerman, 2001). Un superiore grado di consumer protection, tuttavia, è sostenibi-le da almeno tre differenti tipologie di innovazione: • analitico-interpretativa; • organizzativa e di prospettiva istituzionale; • di management dei processi di formazione e orientamento del consumatore e del consumerismo. Il presente lavoro, nel tentativo di giungere alla definizione di un modello di analisi strategica per la definizione delle priorità di in-tervento a sostegno dei processi di consumo, prende le mosse da alcuni interrogativi: esiste un fabbisogno di tutela del consumatore e quali sono le sue determinanti? Il testo si propone l’obiettivo di fornire alcune parziali risposte a tali interrogativi e si articola complessivamente in tre parti. Nella prima vengono analizzate sinteticamente le determinanti delle politiche di tutela del consumatore sia di natura economica (capitolo 1) sia di derivazione psico-sociale (Capitolo 2). La seconda parte centra, invece, l’attenzione su istituzioni strut-ture e sistemi per la politica del consumatore in Italia, tracciando un quadro complessivo delle attività consumeriste riscontrabili in Italia ed in alcuni tra i maggiori paesi industrializzati (Capitolo 3). Il capitolo quarto, quindi, illustra alcune evidenze sullo stato del “si-stema delle tutele” presentando prime considerazioni di sintesi e implicazioni per l’innovazione della politica del consumatore in Italia. La terza parte è dedicata alla proposta di modelli (capitolo 5) e azioni (capitolo 6) per potenziare la tutela del consumatore.
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
L’innovazione nella politica del consumatore. Teorie ed evidenze empiriche nella prospettiva sistemica / Ricotta, Francesco. - 68:(2004).
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