L’opera si pone quale continuazione e completamento del Trattato di restauro architettonico che ha visto la luce nel 1996. Essa manifesta una duplice valenza nelle modalità di ripercorrimento della materia del restauro architettonico, presentata sotto un aspetto eminentemente pratico e applicativo che, tuttavia, non esclude componenti teoretiche e di metodo, pur se contenute in una forma implicita, aderente al tema concreto di volta in volta illustrato. L’opera, infatti, comunica essenzialmente per via d’immagini, relative a diverse ‘sezioni’ disciplinari della materia, ma anche per via di realizzazioni e d’esempi, illustrati e commentati, secondo i casi, dai diretti autori e responsabili dei lavori oppure avvalendosi di materiali da loro stessi forniti ed elaborati redazionalmente. Da qui il suo configurarsi, in effetti, anche come un Atlante del restauro in sé autonomo. Il legame col Trattato risulta, tuttavia, subito evidente, oltre che dalla struttura dell’indice che, nei limiti del possibile, ne ribatte i contenuti, anche dai rimandi interni alle singole tavole dell’Atlante le quali, appunto, nell’affrontare ‘visivamente’ i molti aspetti della materia forniscono, con espliciti riferimenti, gli opportuni richiami all’esposizione di base già svolta nel Trattato. L’Atlante ha inteso fornire, nella sua prima parte, un panorama sufficientemente rappresentativo ed un metodo di approccio alla complessità e specificità dell’architettura storica e dei possibili interventi di conservazione e restauro. Ciò tramite disegni ben leggibili, opportunamente documentati da didascalie, con valore anche di comunicazione d’un corretto ‘lessico’ tecnico, fotografie e sintetici riferimenti scritti, con puntuali rimandi ai contenuti del Trattato. Si è inteso favorire una matura e non banale visione dei manufatti da sottoporre a restauro, che guardasse all’architettura non solo in termini di edifici ‘monumentali’ ma con attenzione anche al tessuto edilizio cosiddetto ‘minore’ e al patrimonio ‘diffuso’, meno tutelato e più soggetto al rischio d’interventi impropri o dannosi. Nella seconda parte dell’opera si è voluto dare testimonianza d’alcune interessanti concrete modalità di avvicinamento all’architettura storica e dei relativi esiti in termini di conservazione e restauro; ciò tramite l’illustrazione di numerosi esempi, ricorrendo a disegni chiari e leggibili, accompagnati da fotografie e opportunamente affiancati da didascalie e brevi commenti, tali da far emergere intenzionalità, orientamenti teoretici e di metodo, tematiche proprie e difficoltà superate. Si tratta di progetti e realizzazioni di restauro significativi d’un metodo coerente ed efficace di approccio alle preesistenze e di casistiche d’intervento anche assai differenziate per natura del manufatto e per questioni specifiche poste dalla sua conservazione.
Atlante del restauro / Carbonara, Giovanni. - STAMPA. - 1-2:(2004), pp. 1-1014.
Atlante del restauro
CARBONARA, Giovanni
2004
Abstract
L’opera si pone quale continuazione e completamento del Trattato di restauro architettonico che ha visto la luce nel 1996. Essa manifesta una duplice valenza nelle modalità di ripercorrimento della materia del restauro architettonico, presentata sotto un aspetto eminentemente pratico e applicativo che, tuttavia, non esclude componenti teoretiche e di metodo, pur se contenute in una forma implicita, aderente al tema concreto di volta in volta illustrato. L’opera, infatti, comunica essenzialmente per via d’immagini, relative a diverse ‘sezioni’ disciplinari della materia, ma anche per via di realizzazioni e d’esempi, illustrati e commentati, secondo i casi, dai diretti autori e responsabili dei lavori oppure avvalendosi di materiali da loro stessi forniti ed elaborati redazionalmente. Da qui il suo configurarsi, in effetti, anche come un Atlante del restauro in sé autonomo. Il legame col Trattato risulta, tuttavia, subito evidente, oltre che dalla struttura dell’indice che, nei limiti del possibile, ne ribatte i contenuti, anche dai rimandi interni alle singole tavole dell’Atlante le quali, appunto, nell’affrontare ‘visivamente’ i molti aspetti della materia forniscono, con espliciti riferimenti, gli opportuni richiami all’esposizione di base già svolta nel Trattato. L’Atlante ha inteso fornire, nella sua prima parte, un panorama sufficientemente rappresentativo ed un metodo di approccio alla complessità e specificità dell’architettura storica e dei possibili interventi di conservazione e restauro. Ciò tramite disegni ben leggibili, opportunamente documentati da didascalie, con valore anche di comunicazione d’un corretto ‘lessico’ tecnico, fotografie e sintetici riferimenti scritti, con puntuali rimandi ai contenuti del Trattato. Si è inteso favorire una matura e non banale visione dei manufatti da sottoporre a restauro, che guardasse all’architettura non solo in termini di edifici ‘monumentali’ ma con attenzione anche al tessuto edilizio cosiddetto ‘minore’ e al patrimonio ‘diffuso’, meno tutelato e più soggetto al rischio d’interventi impropri o dannosi. Nella seconda parte dell’opera si è voluto dare testimonianza d’alcune interessanti concrete modalità di avvicinamento all’architettura storica e dei relativi esiti in termini di conservazione e restauro; ciò tramite l’illustrazione di numerosi esempi, ricorrendo a disegni chiari e leggibili, accompagnati da fotografie e opportunamente affiancati da didascalie e brevi commenti, tali da far emergere intenzionalità, orientamenti teoretici e di metodo, tematiche proprie e difficoltà superate. Si tratta di progetti e realizzazioni di restauro significativi d’un metodo coerente ed efficace di approccio alle preesistenze e di casistiche d’intervento anche assai differenziate per natura del manufatto e per questioni specifiche poste dalla sua conservazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.