La nota "Pratica di fabbricar scene e macchine ne' teatri di Nicola Sabbatini" completa la riproduzione delle tavole originali, tradotta e commentata a lato da un architetto di teatro per comprenderne la complessità e coglierne l'attualità. Scrive Elena Povoledo: "Il segreto di Sabbatini è tutto qui, non vuole far sfoggio di scienza, ma insegnare a trarsi d'impaccio nel modo più semplice, rapido ed efficace possibile". Chi conosce la storia della scenografia e, soprattutto, quella della scenotecnica, sicuramente avrà avuto occasione di incrociare il nome di Nicola Sabbatini. Chi, invece, non sa chi sia stato, probabilmente ha confidenza con le sue “invenzioni” a teatro. Vedere in scena effetti realistici come la pioggia o l’illuminazione di alcune zone precise del palcoscenico ci sembra del tutto usuale, oggi, in particolare grazie alle tecniche di Sound e Light Design in uso; in realtà molti "effetti speciali" a teatro si devono al genio di questo architetto e scenografo del Rinascimento. I suoi “marchingegni” teatrali permisero di creare effetti mai avuti prima come la possibilità di ricreare a teatro il mare, oppure il fuoco, la pioggia, i tuoni, le nubi, etc. Nel 1628, Sabbatini (1574-1654) pubblica il libro “Pratica di fabricar scene e macchine ne' teatri”(1638) in cui descrive, con tavole e disegni molto dettagliati, la costruzione e il funzionamento di numerosi dispositivi e macchine teatrali per la scena. La nuova edizione commenta e spiega, nella pagina a lato della riproduzione dell'originale, le complesse strategie scenica del grande maestro, rendendole accessibili ad uno studioso di teatro come ad uno scenografo. Queste novità tecniche diedero la possibilità di apportare nuovi significati alla rappresentazione teatrale che si arricchiva di mistero, illusione o altre atmosfere, e soprattutto di un realismo del tutto inusuale per l’epoca. Sabbatini apportò dinamismo alla rappresentazione teatrale e una nuova gestione anche della dimensione temporale, con cambi di scena rapidi grazie all’invenzione di pannelli scorrevoli, periaktoi, quinte d’angolo, saracinesche. Creò così delle scene originali che vennero chiamate “scènes á l'italienne”. Il contributo dello scenografo marchigiano al teatro non si limita alle scenotecnica e tocca anche l’illuminotecnica. Sembra che fissando un catino lucidato dietro una fonte di luce, abbia inventato per primo un rudimentale riflettore orientabile per illuminare una zona del palcoscenico invece che un altra. Fu fra i primi a creare i cambiamenti d’illuminazione da copione in sincronizzazione con lo spettacolo o l'opera, la regolazione dell’intensità della luce e la proiezione di immagini sul palcoscenico, con l’uso di lanterne magiche. In realtà, Sabbatini fu un grande architetto. Il Palazzo Ducale di Pesaro ebbe il suo contributo, venne coinvolto nella costruzione del porto di mare e costruì il Teatro del Sole, sempre nella città marchigiana. Interessanti sono le sue teorie sulla costruzione dell’inclinazione dei posti a sedere a teatro. In particolare, è a lui che si deve il principio del cosiddetto "œil du prince" ("l'occhio del principe"), ancora oggi utilizzato, ovvero il posto ideale tra il pubblico del teatro che permette la migliore prospettiva possibile dalla quale guardare il palcoscenico e lo spettacolo (è di norma a circa la metà della settima fila della platea). Si può quindi ben dire che la genialità di Sabbatini abbia permesso al teatro quello che la tecnica dà alla messa in scena (o alla regia): significanti ai quali poter dare significati.

Nicola Sabbatini, Pratica di fabbricar scene e machine ne' teatri / Ruzza, Luca. - STAMPA. - 1:(2011).

Nicola Sabbatini, Pratica di fabbricar scene e machine ne' teatri

RUZZA, LUCA
2011

Abstract

La nota "Pratica di fabbricar scene e macchine ne' teatri di Nicola Sabbatini" completa la riproduzione delle tavole originali, tradotta e commentata a lato da un architetto di teatro per comprenderne la complessità e coglierne l'attualità. Scrive Elena Povoledo: "Il segreto di Sabbatini è tutto qui, non vuole far sfoggio di scienza, ma insegnare a trarsi d'impaccio nel modo più semplice, rapido ed efficace possibile". Chi conosce la storia della scenografia e, soprattutto, quella della scenotecnica, sicuramente avrà avuto occasione di incrociare il nome di Nicola Sabbatini. Chi, invece, non sa chi sia stato, probabilmente ha confidenza con le sue “invenzioni” a teatro. Vedere in scena effetti realistici come la pioggia o l’illuminazione di alcune zone precise del palcoscenico ci sembra del tutto usuale, oggi, in particolare grazie alle tecniche di Sound e Light Design in uso; in realtà molti "effetti speciali" a teatro si devono al genio di questo architetto e scenografo del Rinascimento. I suoi “marchingegni” teatrali permisero di creare effetti mai avuti prima come la possibilità di ricreare a teatro il mare, oppure il fuoco, la pioggia, i tuoni, le nubi, etc. Nel 1628, Sabbatini (1574-1654) pubblica il libro “Pratica di fabricar scene e macchine ne' teatri”(1638) in cui descrive, con tavole e disegni molto dettagliati, la costruzione e il funzionamento di numerosi dispositivi e macchine teatrali per la scena. La nuova edizione commenta e spiega, nella pagina a lato della riproduzione dell'originale, le complesse strategie scenica del grande maestro, rendendole accessibili ad uno studioso di teatro come ad uno scenografo. Queste novità tecniche diedero la possibilità di apportare nuovi significati alla rappresentazione teatrale che si arricchiva di mistero, illusione o altre atmosfere, e soprattutto di un realismo del tutto inusuale per l’epoca. Sabbatini apportò dinamismo alla rappresentazione teatrale e una nuova gestione anche della dimensione temporale, con cambi di scena rapidi grazie all’invenzione di pannelli scorrevoli, periaktoi, quinte d’angolo, saracinesche. Creò così delle scene originali che vennero chiamate “scènes á l'italienne”. Il contributo dello scenografo marchigiano al teatro non si limita alle scenotecnica e tocca anche l’illuminotecnica. Sembra che fissando un catino lucidato dietro una fonte di luce, abbia inventato per primo un rudimentale riflettore orientabile per illuminare una zona del palcoscenico invece che un altra. Fu fra i primi a creare i cambiamenti d’illuminazione da copione in sincronizzazione con lo spettacolo o l'opera, la regolazione dell’intensità della luce e la proiezione di immagini sul palcoscenico, con l’uso di lanterne magiche. In realtà, Sabbatini fu un grande architetto. Il Palazzo Ducale di Pesaro ebbe il suo contributo, venne coinvolto nella costruzione del porto di mare e costruì il Teatro del Sole, sempre nella città marchigiana. Interessanti sono le sue teorie sulla costruzione dell’inclinazione dei posti a sedere a teatro. In particolare, è a lui che si deve il principio del cosiddetto "œil du prince" ("l'occhio del principe"), ancora oggi utilizzato, ovvero il posto ideale tra il pubblico del teatro che permette la migliore prospettiva possibile dalla quale guardare il palcoscenico e lo spettacolo (è di norma a circa la metà della settima fila della platea). Si può quindi ben dire che la genialità di Sabbatini abbia permesso al teatro quello che la tecnica dà alla messa in scena (o alla regia): significanti ai quali poter dare significati.
2011
9788861346093
Nicola Sabbatini; macchine teatrali; rinascimento
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Nicola Sabbatini, Pratica di fabbricar scene e machine ne' teatri / Ruzza, Luca. - STAMPA. - 1:(2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/184571
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