Il volume analizza parte della produzione letteraria di tre autori maggiori del Surrealismo, Bre-ton, Artaud e Tzara. Le analisi rinvengono alcune costanti tematiche. A una visione ritmica, longitudinale dello spazio, tende a sostituirsi un meccanismo che tende a piegare in circolo le linee. Si tratterebbe di un’interferenza tra il ritmo e la visione prospettica, e quindi tra il corpo e la visione, tra l’ontologia e la teoria. Il ventaglio e l’albero sono le forme riassuntive di quel conflitto, pur tra le differenze ideologiche che talvolta dividono più che unire gli autori presi in esame. This study focuses on a set of works by three major surrealist authors: Breton, Artaud, and Tzara. These works, the study argues, are informed by recurrent thematic patterns. A rhyth-mical, longitudinal representation of space tends to be displaced by a mode of representation whereby lines tend to turn into circles. This semantic structure amounts to an interference be-tween rhythm and perspectival vision, body and vision, ontology and theory. This interference – epitomized by the “fan” and the “tree” – connects the authors examined in spite of their spe-cific ideological positions.
Vedere il pensiero. Breton, Artaud, Tzara / Blanco, Massimo. - STAMPA. - (2010), pp. 1-202.
Vedere il pensiero. Breton, Artaud, Tzara
BLANCO, Massimo
2010
Abstract
Il volume analizza parte della produzione letteraria di tre autori maggiori del Surrealismo, Bre-ton, Artaud e Tzara. Le analisi rinvengono alcune costanti tematiche. A una visione ritmica, longitudinale dello spazio, tende a sostituirsi un meccanismo che tende a piegare in circolo le linee. Si tratterebbe di un’interferenza tra il ritmo e la visione prospettica, e quindi tra il corpo e la visione, tra l’ontologia e la teoria. Il ventaglio e l’albero sono le forme riassuntive di quel conflitto, pur tra le differenze ideologiche che talvolta dividono più che unire gli autori presi in esame. This study focuses on a set of works by three major surrealist authors: Breton, Artaud, and Tzara. These works, the study argues, are informed by recurrent thematic patterns. A rhyth-mical, longitudinal representation of space tends to be displaced by a mode of representation whereby lines tend to turn into circles. This semantic structure amounts to an interference be-tween rhythm and perspectival vision, body and vision, ontology and theory. This interference – epitomized by the “fan” and the “tree” – connects the authors examined in spite of their spe-cific ideological positions.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.