Nel corso degli ultimi due o tre decenni il mondo ha conosciuto cambiamenti che, senza peccare per eccesso di enfasi, possono essere definiti epocali. Quasi ogni sfera del vivere associato, e della stessa esistenza individuale, è stata toccata da questi cambiamenti: le tecnologie e gli assetti geopolitici, i valori culturali e le ‘leggi’ dell’economia, le forme del sapere e le modalità di interazione sociale. La cornice nella quale nasce il ventunesimo secolo è avara di segni evidenti di continuità con quella che fu forgiata all’indomani della seconda guerra mondiale e che ha caratterizzato gran parte degli ultimi cinquant’anni. Non ogni cambiamento di quelli che stiamo sperimentando costituisce, però, una novità assoluta. L’esempio più chiaro è rappresentato dalla globalizzazione, che viene troppo spesso considerata la più grande e decisiva novità di questi decenni e che, in realtà, ha avuto precedenti significativi e importanti, soprattutto nel periodo che si è concluso con il deflagrare del primo conflitto mondiale. Siano inediti oppure riproposizioni in chiave moderna di fenomeni già descritti nei libri di storia, i cambiamenti degli ultimi decenni hanno determinato, nel loro insieme, discontinuità radicali con il recente passato e, d’altro canto, la luce che gettano sul futuro non basta a diradare alcune preoccupanti zone d’ombra. La percezione di trovarsi a uno snodo importante per la storia dell’intera umanità rende quanto mai giustificato interrogarsi sull’evoluzione di fenomeni che sono profonda e diretta emanazione del grado di civiltà raggiunto e che testimoniano dello stato in cui versa il benessere collettivo: sconfiggere la povertà, debellare la fame, non consentire disuguaglianze eccessive e ingiustificate sono, senza dubbio, esempi di tali fenomeni, valori alti, e da tempo condivisi, della cultura occidentale. Valori rispetto ai quali le evoluzioni recenti, ma non soltanto, sollecitano profonde preoccupazioni. Cosa sta accadendo alla povertà e alle disuguaglianze nel mondo? Cosa possiamo attenderci per il futuro non troppo lontano? Nel contesto definito dai cambiamenti e dalle radicali discontinuità di cui si è detto, la povertà e la disuguaglianza potranno essere battute? E quali ricette l’umanità é eventualmente in grado di proporre per dare a miliardi di persone la prospettiva ragionevolmente certa di una vita dignitosa? Sono domande importanti e difficili, sono le domande che hanno ispirato la stesura di questo Rapporto. Per cercare di dare risposte argomentate abbiamo dovuto affrontare una grande varietà di problemi, finendo per accumulare un numero di pagine assai maggiore di quello che avevamo programmato e restando, alla fine, con la sensazione di avere trascurato numerose questioni importanti. Nelle pagine che seguono cercheremo di chiarire i fatti – sotto molti aspetti drammatici – di interrogare le teorie e, soprattutto, di tenere in conto i contesti, istituzionali e sociali, nei quali i processi si svolgono. Perché tra molti dubbi, almeno una convinzione ci ha accompagnato nella stesura di questo Rapporto, e cioè che la lotta alla povertà e alle disuguaglianze ha bisogno di molte condizioni: di istituzioni variegate, tra loro ben equilibrate e, soprattutto, di un cuneo che, assicurando la ‘giusta distanza’ tra il processo democratico di formazione della volontà politica e gli interessi economici, protegga la delicata complessità del primo dalla forza impetuosa dei secondi.

Rapporto sulla povertà e le disuguaglianze nel mondo globale / Acocella, Nicola; Ciccarone, Giuseppe; Franzini, Maurizio; Milone, L. M.; Pizzuti, Felice; Tiberi, M.. - STAMPA. - (2004).

Rapporto sulla povertà e le disuguaglianze nel mondo globale

ACOCELLA, Nicola;CICCARONE, Giuseppe;FRANZINI, MAURIZIO;PIZZUTI, Felice;
2004

Abstract

Nel corso degli ultimi due o tre decenni il mondo ha conosciuto cambiamenti che, senza peccare per eccesso di enfasi, possono essere definiti epocali. Quasi ogni sfera del vivere associato, e della stessa esistenza individuale, è stata toccata da questi cambiamenti: le tecnologie e gli assetti geopolitici, i valori culturali e le ‘leggi’ dell’economia, le forme del sapere e le modalità di interazione sociale. La cornice nella quale nasce il ventunesimo secolo è avara di segni evidenti di continuità con quella che fu forgiata all’indomani della seconda guerra mondiale e che ha caratterizzato gran parte degli ultimi cinquant’anni. Non ogni cambiamento di quelli che stiamo sperimentando costituisce, però, una novità assoluta. L’esempio più chiaro è rappresentato dalla globalizzazione, che viene troppo spesso considerata la più grande e decisiva novità di questi decenni e che, in realtà, ha avuto precedenti significativi e importanti, soprattutto nel periodo che si è concluso con il deflagrare del primo conflitto mondiale. Siano inediti oppure riproposizioni in chiave moderna di fenomeni già descritti nei libri di storia, i cambiamenti degli ultimi decenni hanno determinato, nel loro insieme, discontinuità radicali con il recente passato e, d’altro canto, la luce che gettano sul futuro non basta a diradare alcune preoccupanti zone d’ombra. La percezione di trovarsi a uno snodo importante per la storia dell’intera umanità rende quanto mai giustificato interrogarsi sull’evoluzione di fenomeni che sono profonda e diretta emanazione del grado di civiltà raggiunto e che testimoniano dello stato in cui versa il benessere collettivo: sconfiggere la povertà, debellare la fame, non consentire disuguaglianze eccessive e ingiustificate sono, senza dubbio, esempi di tali fenomeni, valori alti, e da tempo condivisi, della cultura occidentale. Valori rispetto ai quali le evoluzioni recenti, ma non soltanto, sollecitano profonde preoccupazioni. Cosa sta accadendo alla povertà e alle disuguaglianze nel mondo? Cosa possiamo attenderci per il futuro non troppo lontano? Nel contesto definito dai cambiamenti e dalle radicali discontinuità di cui si è detto, la povertà e la disuguaglianza potranno essere battute? E quali ricette l’umanità é eventualmente in grado di proporre per dare a miliardi di persone la prospettiva ragionevolmente certa di una vita dignitosa? Sono domande importanti e difficili, sono le domande che hanno ispirato la stesura di questo Rapporto. Per cercare di dare risposte argomentate abbiamo dovuto affrontare una grande varietà di problemi, finendo per accumulare un numero di pagine assai maggiore di quello che avevamo programmato e restando, alla fine, con la sensazione di avere trascurato numerose questioni importanti. Nelle pagine che seguono cercheremo di chiarire i fatti – sotto molti aspetti drammatici – di interrogare le teorie e, soprattutto, di tenere in conto i contesti, istituzionali e sociali, nei quali i processi si svolgono. Perché tra molti dubbi, almeno una convinzione ci ha accompagnato nella stesura di questo Rapporto, e cioè che la lotta alla povertà e alle disuguaglianze ha bisogno di molte condizioni: di istituzioni variegate, tra loro ben equilibrate e, soprattutto, di un cuneo che, assicurando la ‘giusta distanza’ tra il processo democratico di formazione della volontà politica e gli interessi economici, protegga la delicata complessità del primo dalla forza impetuosa dei secondi.
2004
povertà; globalizzazione
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Rapporto sulla povertà e le disuguaglianze nel mondo globale / Acocella, Nicola; Ciccarone, Giuseppe; Franzini, Maurizio; Milone, L. M.; Pizzuti, Felice; Tiberi, M.. - STAMPA. - (2004).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/184375
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