Il testo propone un'interpretazione storico-critica delle principali figure della "modernità" pedagogica (da Erasmo a Dewey) alla luce degli ampi approfondimenti storico-filosofici di Charles Taylor, nella prospettiva di una ricostruzione organica, adatta tanto alle esigenze del lavoro di ricerca (che, di fronte ad una specializzazione sempre più spiccata, richiede adeguati inquadramenti complessivi), quanto alle esigenze della didattica universitaria. Il filosofo canadese ha proposto recentemente una prospettiva interpretativa originale sull'età moderna, letta come “età secolare”, vale a dire l'età del passaggio da una concezione religiosa della vita ad una concezione, appunto, laicizzata e secolarizzata. Si tratta di un'interpretazione convergente, per molti aspetti, con un consolidato orientamento di ricerca che va dall'opera di H. Arendt a quella di M. Foucault. Le ricadute pedagogiche, e specialmente sulla storia dell'educazione, di questa prospettiva sono evidenziate nel volume, attraverso il ricorso e l'applicazione delle categorie tayloriane allo studio di numerose figure di primo piano dell'educazione moderna, dal XVI al XIX secolo: l'ideale umanistico di Erasmo, quello “pansofico” di Comenio, l'educazione del gentleman in Locke, l'utopia pedagogica illuministica e rousseauiana, la riflessione sulla natura in Pestalozzi, il romanticismo froebeliano, sono i grandi capitoli attraverso i quali si snoda la vicenda dell'educazione nell'età moderna, la cui parabola si accelera nel corso del XIX e soprattutto del XX secolo. Di questa nuova fase sono, quindi, indagati gli sviluppi, sempre seguendo la ricostruzione di Taylor, riscontrando analogie e assonanze in campo educativo rispetto al vasto affresco dello studioso canadese, attraverso l'analisi dell'opera di Herbart, Rosmini, dei positivisti francesi, fino alle pedagogie “scientifiche” del primo Novecento (Montessori e Dewey) e alle tendenze variegate e contrastanti all'opera nel pieno del secolo scorso, dal neoidealismo alla cultura personalistica, alle varie manifestazioni dell'attivismo, fino ai giorni nostri e all'”espressivismo” e al “minimalismo” che ne connotano la cultura e le pratiche educative, alla luce degli esiti della ricerca storiografica che, oggi, privilegia una prospettiva di studio sulla storia dell'educazione volta a coniugare storia delle idee e storia sociale. Il testo in parola vorrebbe essere, in effetti, un tentativo di riconciliare la ricerca sulla storia delle idee pedagogiche (la storia della “pedagogia” tradizionalmente intesa) con le ricerche di storia dell'educazione e delle istituzioni educativa, oggi più praticate, anche in vista di una rinnovata didattica universitaria.
Maestri e idee della pedagogia moderna / Pesci, Furio. - STAMPA. - (2010).
Maestri e idee della pedagogia moderna
PESCI, Furio
2010
Abstract
Il testo propone un'interpretazione storico-critica delle principali figure della "modernità" pedagogica (da Erasmo a Dewey) alla luce degli ampi approfondimenti storico-filosofici di Charles Taylor, nella prospettiva di una ricostruzione organica, adatta tanto alle esigenze del lavoro di ricerca (che, di fronte ad una specializzazione sempre più spiccata, richiede adeguati inquadramenti complessivi), quanto alle esigenze della didattica universitaria. Il filosofo canadese ha proposto recentemente una prospettiva interpretativa originale sull'età moderna, letta come “età secolare”, vale a dire l'età del passaggio da una concezione religiosa della vita ad una concezione, appunto, laicizzata e secolarizzata. Si tratta di un'interpretazione convergente, per molti aspetti, con un consolidato orientamento di ricerca che va dall'opera di H. Arendt a quella di M. Foucault. Le ricadute pedagogiche, e specialmente sulla storia dell'educazione, di questa prospettiva sono evidenziate nel volume, attraverso il ricorso e l'applicazione delle categorie tayloriane allo studio di numerose figure di primo piano dell'educazione moderna, dal XVI al XIX secolo: l'ideale umanistico di Erasmo, quello “pansofico” di Comenio, l'educazione del gentleman in Locke, l'utopia pedagogica illuministica e rousseauiana, la riflessione sulla natura in Pestalozzi, il romanticismo froebeliano, sono i grandi capitoli attraverso i quali si snoda la vicenda dell'educazione nell'età moderna, la cui parabola si accelera nel corso del XIX e soprattutto del XX secolo. Di questa nuova fase sono, quindi, indagati gli sviluppi, sempre seguendo la ricostruzione di Taylor, riscontrando analogie e assonanze in campo educativo rispetto al vasto affresco dello studioso canadese, attraverso l'analisi dell'opera di Herbart, Rosmini, dei positivisti francesi, fino alle pedagogie “scientifiche” del primo Novecento (Montessori e Dewey) e alle tendenze variegate e contrastanti all'opera nel pieno del secolo scorso, dal neoidealismo alla cultura personalistica, alle varie manifestazioni dell'attivismo, fino ai giorni nostri e all'”espressivismo” e al “minimalismo” che ne connotano la cultura e le pratiche educative, alla luce degli esiti della ricerca storiografica che, oggi, privilegia una prospettiva di studio sulla storia dell'educazione volta a coniugare storia delle idee e storia sociale. Il testo in parola vorrebbe essere, in effetti, un tentativo di riconciliare la ricerca sulla storia delle idee pedagogiche (la storia della “pedagogia” tradizionalmente intesa) con le ricerche di storia dell'educazione e delle istituzioni educativa, oggi più praticate, anche in vista di una rinnovata didattica universitaria.File | Dimensione | Formato | |
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