The book was inspired by the journey that John Dewey embarks in 1928 in Soviet Russia, opening up to a wide-ranging series of reflections on his pedagogical, political and philosophical ideas. A contact with a reality in the making, as the Soviet Union ten years after the October Revolution, Dewey explores some key aspects of the conception of democratic society and the role that education can play in its genesis and in its ongoing planning .

Il volume prende spunto dal viaggio che John Dewey intraprende nel 1928 in Russia, per aprirsi a una serie di riflessioni di ampio respiro sulle sue idee pedagogiche, politiche, filosofiche. A contatto con una realtà in fieri, come quella dell'Unione sovietica a dieci anni dalla Rivoluzione d'Ottobre, Dewey approfondisce alcuni aspetti fondamentali della concezione di società democratica e del ruolo che l'educazione può svolgere nella sua genesi e nella sua continua pianificazione. La convinzione che il metodo scientifico sia «l’unico arbitro legittimo dell’indagine intellettuale» consente di sviluppare la riflessione secondo «una trama comune», legando insieme filosofia, pedagogia e politica. Infatti, la fiducia nel metodo sperimentale, inteso quale strumento per comprendere il mondo e per agire su di esso, esclude il ricorso a entità non naturalistiche in metafisica; permette di affrontare i problemi morali attraverso l’indagine empirica su dati di fatto oggettivi; determina la possibilità di una «ricostruzione» intelligente delle istituzioni sociali e educative. In altri termini, l’introduzione dell’atteggiamento sperimentale nelle decisioni politiche che consentirebbe di abbandonare il modello di una planned society per guadagnare la prospettiva di un «liberalismo rinascente» quale flessibile e continua pianificazione democratica (planning democracy). In questa ottica, nonostante le significative riserve nei confronti dei presupposti teorici di stampo marxista, Dewey arriva a definire la situazione sovietica come un «grande esperimento», potenzialmente fecondo di risultati politici, etici e educativi da osservare, valutare e, eventualmente, applicare, con i dovuti aggiustamenti, anche nel mondo occidentale. Gli scritti sulla Russia sovietica, dunque, sono strettamente legati alle opere deweyane più autorevoli e apprezzate, rappresentandone, per molti versi, il momento di verifica empirica e, quindi, il necessario completamento. Si configurano, in ultima analisi, come il laboratorio, nel quale le idee filosofiche, epistemologiche, politiche, etiche e pedagogiche, nella loro profonda unità, vengono corroborate.

Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica / Szpunar, Giordana. - STAMPA. - (2009), pp. 1-153.

Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica

SZPUNAR, Giordana
2009

Abstract

The book was inspired by the journey that John Dewey embarks in 1928 in Soviet Russia, opening up to a wide-ranging series of reflections on his pedagogical, political and philosophical ideas. A contact with a reality in the making, as the Soviet Union ten years after the October Revolution, Dewey explores some key aspects of the conception of democratic society and the role that education can play in its genesis and in its ongoing planning .
2009
9788895140070
Il volume prende spunto dal viaggio che John Dewey intraprende nel 1928 in Russia, per aprirsi a una serie di riflessioni di ampio respiro sulle sue idee pedagogiche, politiche, filosofiche. A contatto con una realtà in fieri, come quella dell'Unione sovietica a dieci anni dalla Rivoluzione d'Ottobre, Dewey approfondisce alcuni aspetti fondamentali della concezione di società democratica e del ruolo che l'educazione può svolgere nella sua genesi e nella sua continua pianificazione. La convinzione che il metodo scientifico sia «l’unico arbitro legittimo dell’indagine intellettuale» consente di sviluppare la riflessione secondo «una trama comune», legando insieme filosofia, pedagogia e politica. Infatti, la fiducia nel metodo sperimentale, inteso quale strumento per comprendere il mondo e per agire su di esso, esclude il ricorso a entità non naturalistiche in metafisica; permette di affrontare i problemi morali attraverso l’indagine empirica su dati di fatto oggettivi; determina la possibilità di una «ricostruzione» intelligente delle istituzioni sociali e educative. In altri termini, l’introduzione dell’atteggiamento sperimentale nelle decisioni politiche che consentirebbe di abbandonare il modello di una planned society per guadagnare la prospettiva di un «liberalismo rinascente» quale flessibile e continua pianificazione democratica (planning democracy). In questa ottica, nonostante le significative riserve nei confronti dei presupposti teorici di stampo marxista, Dewey arriva a definire la situazione sovietica come un «grande esperimento», potenzialmente fecondo di risultati politici, etici e educativi da osservare, valutare e, eventualmente, applicare, con i dovuti aggiustamenti, anche nel mondo occidentale. Gli scritti sulla Russia sovietica, dunque, sono strettamente legati alle opere deweyane più autorevoli e apprezzate, rappresentandone, per molti versi, il momento di verifica empirica e, quindi, il necessario completamento. Si configurano, in ultima analisi, come il laboratorio, nel quale le idee filosofiche, epistemologiche, politiche, etiche e pedagogiche, nella loro profonda unità, vengono corroborate.
educazione; democrazia; metodo sperimentale; lavoro; esperienza; pregiudizio
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica / Szpunar, Giordana. - STAMPA. - (2009), pp. 1-153.
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