Il libro ripercorre due secoli e mezzo di storia di uno dei luoghi iconici dell’immaginazione, della letteratura e della memoria negli Stati Uniti: Harlan County (Kentucky), regione mineraria nel cuore dei monti Appalachi. Attraverso un intreccio di narrazioni orali, letterarie, documentarie, ricostruisce il percorso storico e culturale di un territorio attraversato dalla storia della frontiera, della schiavitù, delle Guerra Civile, delle forma più drammatiche di industrializzazione e di conflitto sociale, dell’immigrazione e dell’emigrazione\urbanizzazione, dei disastri ambientali, dell’epidemia della droga. Diviso in tre parti, il libro dedica i primi capitoli alle origini della società rurale di Harlan County e della sua cultura, dedicando molta attenzione alla dimensione mitico\narrativa, al dialetto e al folklore, alla religiosità tradizionale, con una rilettura critica anche delle tesi dei primi sociologi, antropologi e folkloristi che “scoprivano” l’Appalachia a cavallo tra ‘800 e ‘900. Le seconda, centrale parte del volume ripercorre la rapida e violenta industrializzazione con l’avvento della ferrovia e delle miniere, la vita e i rapporti sociali e3 culturali nei villaggi minerari, i sanguinosi scioperi e la brutale repressione culminata negli anni ’30, e la ricca produzione letteraria e musicale che ne è scaturita che fa tuttora di Harlan un luogo topico dell’immaginazione americana. La terza parte esamina l’impatto della meccanizzazione delle miniere, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, l’emigrazione verso le città del Nord e i difficili conflitti culturali che ne scaturiscono; la distruzione dell’ambiente causata dalle miniere a cielo aperto e dal “mountaintop removal”; gli ultimi conflitti sindacali (a partire dallo sciopero di Brookside, e dal classico film di Barbara Kopple, Harlan County, U.S.A. che ne è scaturito), l’aggressione della droga, e i tentativi di resistenza culturale attraverso il teatro, l’arte, la narrazione. Il sottotitolo “storia orale” segnala che al centro di tutto è il linguaggio: la straordinaria creatività linguistica di una vivacissima cultura orale e musicale, la ricca produzione letteraria (Theodore Dreiser, Sherwood Anderson, John Dos Passos, Malcolm Cowley e altri), musicale (Florence Reece, Molly Jackson, Sara Ogan Gunning, Steve Earle…), cinematografica (Un tranquillo week-end di paura), e persino nel mondo dei cartoons (Li’l Abner di Al Capp). They Say in Harlan County ha vinto nel 2011 il Weatherford Award negli Stati Uniti e (in traduzione italiana) il premio Sandro Onori a Roma.
They Say in Harlan County. An Oral History / Portelli, Alessandro. - (2010).
They Say in Harlan County. An Oral History
PORTELLI, Alessandro
2010
Abstract
Il libro ripercorre due secoli e mezzo di storia di uno dei luoghi iconici dell’immaginazione, della letteratura e della memoria negli Stati Uniti: Harlan County (Kentucky), regione mineraria nel cuore dei monti Appalachi. Attraverso un intreccio di narrazioni orali, letterarie, documentarie, ricostruisce il percorso storico e culturale di un territorio attraversato dalla storia della frontiera, della schiavitù, delle Guerra Civile, delle forma più drammatiche di industrializzazione e di conflitto sociale, dell’immigrazione e dell’emigrazione\urbanizzazione, dei disastri ambientali, dell’epidemia della droga. Diviso in tre parti, il libro dedica i primi capitoli alle origini della società rurale di Harlan County e della sua cultura, dedicando molta attenzione alla dimensione mitico\narrativa, al dialetto e al folklore, alla religiosità tradizionale, con una rilettura critica anche delle tesi dei primi sociologi, antropologi e folkloristi che “scoprivano” l’Appalachia a cavallo tra ‘800 e ‘900. Le seconda, centrale parte del volume ripercorre la rapida e violenta industrializzazione con l’avvento della ferrovia e delle miniere, la vita e i rapporti sociali e3 culturali nei villaggi minerari, i sanguinosi scioperi e la brutale repressione culminata negli anni ’30, e la ricca produzione letteraria e musicale che ne è scaturita che fa tuttora di Harlan un luogo topico dell’immaginazione americana. La terza parte esamina l’impatto della meccanizzazione delle miniere, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, l’emigrazione verso le città del Nord e i difficili conflitti culturali che ne scaturiscono; la distruzione dell’ambiente causata dalle miniere a cielo aperto e dal “mountaintop removal”; gli ultimi conflitti sindacali (a partire dallo sciopero di Brookside, e dal classico film di Barbara Kopple, Harlan County, U.S.A. che ne è scaturito), l’aggressione della droga, e i tentativi di resistenza culturale attraverso il teatro, l’arte, la narrazione. Il sottotitolo “storia orale” segnala che al centro di tutto è il linguaggio: la straordinaria creatività linguistica di una vivacissima cultura orale e musicale, la ricca produzione letteraria (Theodore Dreiser, Sherwood Anderson, John Dos Passos, Malcolm Cowley e altri), musicale (Florence Reece, Molly Jackson, Sara Ogan Gunning, Steve Earle…), cinematografica (Un tranquillo week-end di paura), e persino nel mondo dei cartoons (Li’l Abner di Al Capp). They Say in Harlan County ha vinto nel 2011 il Weatherford Award negli Stati Uniti e (in traduzione italiana) il premio Sandro Onori a Roma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.