È possibile rendere conto dei fenomeni sociali sulla base di proposizione che non abbiano soltanto e semplicemente una valenza in termini di «qui e ora», ma che possano essere valutate come generali; ovvero, ha senso, stante il carattere di discontinuità della realtà sociale, parlare di «leggi sociologiche»? Tale quesito informa l’analisi di entrambi i modelli (nomologico-deduttivo e statistico-induttivo) in cui si articola la cosiddetta STE (Subsumption Theory of Explanation), formulata da C.G. Hempel agli inizi degli anni ’40. Sicché la riflessione è incentrata sui margini di applicabilità della STE – che presenta una notevole funzionalità con riferimento al dominio delle scienze fisico-natuali – anche al campo fenomenico delle scienze sociali, in particolare della sociologia. La proposta formulata in queste pagine rimanda all'adozione, entro l'ambito di studio di questa disciplina, di prospettive teoriche unitarie, solo così risultando possibile la riconduzione ad un medesimo quadro di riferimento di una messe inevitabilmente variegata di dati, contestualmente fissati. Ciò equivale a dire che la spiegazione sociologica non può che essere rappresentata come una spiegazione fondamentalmente teorica, poiché teorico risulta il carattere delle ipotesi generali che nel modello della spiegazione connettono l'explanandum (il fenomeno che necessita di essere spiegato) alle condizioni empiriche che figurano nell'explanas (la base della spiegazione). Invero, soltanto il significato unitario attribuito ai termini delle ipotesi o leggi teoriche è in grado di rendere omogeneo il contenuto di conoscenza espresso da differenti dati. Di conseguenza, acquista massimo rilievo la determinazione dei criteri mediante i quali i termini di tali proposizioni sono di volta in volta coordinati alle diverse variabili che descrivono, da una parte, il fenomeno che si intende spiegare, e, dall'altra, le condizioni empiriche ad esso antecedenti.
Concettualizzazione e spiegazione sociologica. Il modello nomologico-inferenziale e la sua applicabilità alle scienze sociali / Fasanella, Antonio. - STAMPA. - (1993), pp. 1-207.
Concettualizzazione e spiegazione sociologica. Il modello nomologico-inferenziale e la sua applicabilità alle scienze sociali
FASANELLA, Antonio
1993
Abstract
È possibile rendere conto dei fenomeni sociali sulla base di proposizione che non abbiano soltanto e semplicemente una valenza in termini di «qui e ora», ma che possano essere valutate come generali; ovvero, ha senso, stante il carattere di discontinuità della realtà sociale, parlare di «leggi sociologiche»? Tale quesito informa l’analisi di entrambi i modelli (nomologico-deduttivo e statistico-induttivo) in cui si articola la cosiddetta STE (Subsumption Theory of Explanation), formulata da C.G. Hempel agli inizi degli anni ’40. Sicché la riflessione è incentrata sui margini di applicabilità della STE – che presenta una notevole funzionalità con riferimento al dominio delle scienze fisico-natuali – anche al campo fenomenico delle scienze sociali, in particolare della sociologia. La proposta formulata in queste pagine rimanda all'adozione, entro l'ambito di studio di questa disciplina, di prospettive teoriche unitarie, solo così risultando possibile la riconduzione ad un medesimo quadro di riferimento di una messe inevitabilmente variegata di dati, contestualmente fissati. Ciò equivale a dire che la spiegazione sociologica non può che essere rappresentata come una spiegazione fondamentalmente teorica, poiché teorico risulta il carattere delle ipotesi generali che nel modello della spiegazione connettono l'explanandum (il fenomeno che necessita di essere spiegato) alle condizioni empiriche che figurano nell'explanas (la base della spiegazione). Invero, soltanto il significato unitario attribuito ai termini delle ipotesi o leggi teoriche è in grado di rendere omogeneo il contenuto di conoscenza espresso da differenti dati. Di conseguenza, acquista massimo rilievo la determinazione dei criteri mediante i quali i termini di tali proposizioni sono di volta in volta coordinati alle diverse variabili che descrivono, da una parte, il fenomeno che si intende spiegare, e, dall'altra, le condizioni empiriche ad esso antecedenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.