Il libro, attraverso inediti documenti d’archivio e tramite scritti e discussioni apparsi su riviste e giornali degli anni Quaranta, ripercorre la vicenda degli intellettuali che, a detta di Bobbio, vissero due volte. Si occupa di risistemare i tasselli di un tratto di storia fino a oggi mai interamente ricostruito: vale a dire di quel segmento che va dall’emanazione delle leggi razziali – quando emerse l’ultima ondata di intellettuali formati dal regime e la pressione e le richieste della dittatura nei confronti dell’intellighenzia si fecero piu` forti e pervicaci –, alla caduta del fascismo. Anni in cui, pero`, sembra anche cominciare a spirare il vento della critica al totalitarismo e si affinano quelle tecniche che Muscetta aveva battezzato della « dissimulazione onesta » e della fronda. La ricerca arriva quindi fino in epoca di guerra civile e al primo dopoguerra, focalizzando cos?` l’analisi di circa un decennio: dal 1939-40, quando il regime, con l’inizio del conflitto mondiale, rielabora e potenzia il ruolo degli intellettuali nella prospettiva della formazione di un’agguerrita leadership che, al termine di una guerra vittoriosa, possa avere un ruolo dirigente, al 1946-47, quando si conclude la storia degli intellettuali che vissero due volte e progressivamente sparisce il ricordo della ‘doppia vita’, le differenze tra « dissimulatori » e « redenti », e ogni memoria delle differenti interpretazioni del passato da parte di vecchio e nuovo antifascismo.
I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948 / Serri, Mirella. - STAMPA. - (2005), pp. 1-369.
I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948
SERRI, Mirella
2005
Abstract
Il libro, attraverso inediti documenti d’archivio e tramite scritti e discussioni apparsi su riviste e giornali degli anni Quaranta, ripercorre la vicenda degli intellettuali che, a detta di Bobbio, vissero due volte. Si occupa di risistemare i tasselli di un tratto di storia fino a oggi mai interamente ricostruito: vale a dire di quel segmento che va dall’emanazione delle leggi razziali – quando emerse l’ultima ondata di intellettuali formati dal regime e la pressione e le richieste della dittatura nei confronti dell’intellighenzia si fecero piu` forti e pervicaci –, alla caduta del fascismo. Anni in cui, pero`, sembra anche cominciare a spirare il vento della critica al totalitarismo e si affinano quelle tecniche che Muscetta aveva battezzato della « dissimulazione onesta » e della fronda. La ricerca arriva quindi fino in epoca di guerra civile e al primo dopoguerra, focalizzando cos?` l’analisi di circa un decennio: dal 1939-40, quando il regime, con l’inizio del conflitto mondiale, rielabora e potenzia il ruolo degli intellettuali nella prospettiva della formazione di un’agguerrita leadership che, al termine di una guerra vittoriosa, possa avere un ruolo dirigente, al 1946-47, quando si conclude la storia degli intellettuali che vissero due volte e progressivamente sparisce il ricordo della ‘doppia vita’, le differenze tra « dissimulatori » e « redenti », e ogni memoria delle differenti interpretazioni del passato da parte di vecchio e nuovo antifascismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.