La chiesa di San Pietro in Montorio occupa un posto di assoluto rilievo tra gli edifici religiosi di Roma nel XV secolo, per novità delle soluzioni architettoniche e decorative (felice esempio di dialogo tra influssi diversi), per l’autorevolezza della committenza (i sovrani di Spagna e, in parte, di Francia), per la storia del sito (tradizionalmente legata al martirio dell’apostolo). L’iter progettuale che ha prodotto l'opera è assai complesso, in un ambiente popolato da attori con ruoli, interessi e obiettivi differenti. La progressiva messa a fuoco di questo ambiente lascia scoprire una inaspettata centralità del luogo, tanto più sorprendente se si considera il suo isolamento (allora come oggi) rispetto alla città. Una centralità nuova non solo nel panorama della storia dell’architettura ma anche in quello della storia sociale. Nello stesso tempo la chiesa di San Pietro in Montorio è, pur nella sua peculiarità, un esempio tipico delle consuetudini progettuali e costruttive del Quattrocento romano. Un episodio emblematico anche rispetto alla questione attributiva che, come nella quasi totalità degli esempi ad esso contemporanei, resta irrisolta. Valutazioni stilistiche e comparative conducono ad individuare una influenza urbinate e un probabile progetto di Baccio Pontelli (attivo a Roma nel 1482-1483 e, saltuariamente, fino al 1492), già dubitativamente riferito da Giorgio Vasari, considerando però decisivi gli apporti delle maestranze coinvolte, come spesso accade nel periodo esaminato e anche quando la realizzazione si protrae a lungo nel tempo: la cronologia della fabbrica occupa infatti quasi interamente l’ultimo trentennio del XV secolo a causa di numerose interruzioni e cambiamenti di programma.
San Pietro in Montorio: la chiesa dei Re Cattolici a Roma / Cantatore, Flavia. - STAMPA. - (2007), pp. 1-201.
San Pietro in Montorio: la chiesa dei Re Cattolici a Roma
CANTATORE, FLAVIA
2007
Abstract
La chiesa di San Pietro in Montorio occupa un posto di assoluto rilievo tra gli edifici religiosi di Roma nel XV secolo, per novità delle soluzioni architettoniche e decorative (felice esempio di dialogo tra influssi diversi), per l’autorevolezza della committenza (i sovrani di Spagna e, in parte, di Francia), per la storia del sito (tradizionalmente legata al martirio dell’apostolo). L’iter progettuale che ha prodotto l'opera è assai complesso, in un ambiente popolato da attori con ruoli, interessi e obiettivi differenti. La progressiva messa a fuoco di questo ambiente lascia scoprire una inaspettata centralità del luogo, tanto più sorprendente se si considera il suo isolamento (allora come oggi) rispetto alla città. Una centralità nuova non solo nel panorama della storia dell’architettura ma anche in quello della storia sociale. Nello stesso tempo la chiesa di San Pietro in Montorio è, pur nella sua peculiarità, un esempio tipico delle consuetudini progettuali e costruttive del Quattrocento romano. Un episodio emblematico anche rispetto alla questione attributiva che, come nella quasi totalità degli esempi ad esso contemporanei, resta irrisolta. Valutazioni stilistiche e comparative conducono ad individuare una influenza urbinate e un probabile progetto di Baccio Pontelli (attivo a Roma nel 1482-1483 e, saltuariamente, fino al 1492), già dubitativamente riferito da Giorgio Vasari, considerando però decisivi gli apporti delle maestranze coinvolte, come spesso accade nel periodo esaminato e anche quando la realizzazione si protrae a lungo nel tempo: la cronologia della fabbrica occupa infatti quasi interamente l’ultimo trentennio del XV secolo a causa di numerose interruzioni e cambiamenti di programma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.