Il libro analizza il complesso e simbolico percorso del salomonismo come fenomeno che investe la cultura religiosa, filosofica e architettonica del mondo non solo occidentale e non solo cristiano. Nella tradizione giudaico-cristiana Salomone, obbedendo alla volontà divina, costruisce il Tempio utilizzando, per tracciare la pianta, le stesse proporzioni dettate da Dio a Mosè per il Tabernacolo. Dio, quindi, è il vero architetto e si serve di Salomone come artefice dell’edificio. Per questo il Tempio di Salomone ha sempre avuto una straordinaria attrazione su teologi, storici e artisti come microcosmo progettato dalla intelligenza divina e modello di perfezione artistica. Dall’antica Gerusalemme alle chiese latinoamericane, passando per il Baldacchino di San Pietro al Vaticano, il Tempio di Salomone a Gerusalemme e le sue colonne propongono, quindi un paradigna costruttivo che raggiunge il suo culmine nell’arte sacra del barocco. La ricerca è centrata su due temi che in alcuni casi divergono ma spesso si intrecciano: da una parte il Tempio di Salomone e l’influenza che l’idea di questo ha esercitato sull’architettura e la teoria architettonica, dall’altra le sue colonne, o meglio le leggendarie colonne “salomoniche” o tortili. Nei differenti capitoli, vengono analizzati gli sviluppi del mito e le immagini ad esso collegate, dove il Tempio, o meglio la sua idea, e le colonne costituiscono temi diversi e complementari, che si separano quando la colonna tortile, o salomonica, diviene elemento autonomo, che si allontana dal significato simbolico e religioso e raggiunge una codificazione propria nel sistema degli ordini architettonici. L’articolazione del volume consente di conferire una logica alla sterminata casistica di documenti visivi e letterari. La suddivisione degli argomenti ricostruisce un percorso coerente che dall’antichità arriva alla fine del Settecento seguendo un itinerario cronologico e una verifica delle fonti. Nei differenti capitoli viene esaminato il mito del Tempio e la sua immagine attraverso i periodi più controversi e oscuri, per accertarne e verificarne la continuità. Nel libro vengono così affrontate discipline e tematiche molto diverse, lontane nel tempo e nello spazio; dall’analisi testuale delle fonti antiche (Bibbia, Mishnah, testi classici) all’esegesi della Controriforma e dell’epoca barocca, dall’analisi dei dati archeologici del bacino Mediterraneo alla verifica dell’uso delle colonne nell’architettura e nelle arti figurative fino al XVIII secolo. Viene delineato per la prima volta in maniera unitaria il quadro delle conoscenze e delle interpretazioni sull’architettura del “Tempio” per eccellenza, facendo interagire molti diversi livelli di indagine - dall’archeologia, alla storia dell’architettura e dell’arte fino alla storia delle religioni - che nel loro complesso fanno chiarezza su storia, leggenda e fortuna, come recita il sottotitolo, di un paradigma di edificazione divina e dei suoi elementi costitutivi, e in particolare sulle colonne salomoniche definite da Germain Bazin “emblema del’arte sacra barocca”.
Le colonne e il Tempio di Salomone: la storia, la leggenda, la fortuna / PORTOGHESI TUZI, Stefania. - STAMPA. - (2002), pp. XXXV-356.
Le colonne e il Tempio di Salomone: la storia, la leggenda, la fortuna
PORTOGHESI TUZI, STEFANIA
2002
Abstract
Il libro analizza il complesso e simbolico percorso del salomonismo come fenomeno che investe la cultura religiosa, filosofica e architettonica del mondo non solo occidentale e non solo cristiano. Nella tradizione giudaico-cristiana Salomone, obbedendo alla volontà divina, costruisce il Tempio utilizzando, per tracciare la pianta, le stesse proporzioni dettate da Dio a Mosè per il Tabernacolo. Dio, quindi, è il vero architetto e si serve di Salomone come artefice dell’edificio. Per questo il Tempio di Salomone ha sempre avuto una straordinaria attrazione su teologi, storici e artisti come microcosmo progettato dalla intelligenza divina e modello di perfezione artistica. Dall’antica Gerusalemme alle chiese latinoamericane, passando per il Baldacchino di San Pietro al Vaticano, il Tempio di Salomone a Gerusalemme e le sue colonne propongono, quindi un paradigna costruttivo che raggiunge il suo culmine nell’arte sacra del barocco. La ricerca è centrata su due temi che in alcuni casi divergono ma spesso si intrecciano: da una parte il Tempio di Salomone e l’influenza che l’idea di questo ha esercitato sull’architettura e la teoria architettonica, dall’altra le sue colonne, o meglio le leggendarie colonne “salomoniche” o tortili. Nei differenti capitoli, vengono analizzati gli sviluppi del mito e le immagini ad esso collegate, dove il Tempio, o meglio la sua idea, e le colonne costituiscono temi diversi e complementari, che si separano quando la colonna tortile, o salomonica, diviene elemento autonomo, che si allontana dal significato simbolico e religioso e raggiunge una codificazione propria nel sistema degli ordini architettonici. L’articolazione del volume consente di conferire una logica alla sterminata casistica di documenti visivi e letterari. La suddivisione degli argomenti ricostruisce un percorso coerente che dall’antichità arriva alla fine del Settecento seguendo un itinerario cronologico e una verifica delle fonti. Nei differenti capitoli viene esaminato il mito del Tempio e la sua immagine attraverso i periodi più controversi e oscuri, per accertarne e verificarne la continuità. Nel libro vengono così affrontate discipline e tematiche molto diverse, lontane nel tempo e nello spazio; dall’analisi testuale delle fonti antiche (Bibbia, Mishnah, testi classici) all’esegesi della Controriforma e dell’epoca barocca, dall’analisi dei dati archeologici del bacino Mediterraneo alla verifica dell’uso delle colonne nell’architettura e nelle arti figurative fino al XVIII secolo. Viene delineato per la prima volta in maniera unitaria il quadro delle conoscenze e delle interpretazioni sull’architettura del “Tempio” per eccellenza, facendo interagire molti diversi livelli di indagine - dall’archeologia, alla storia dell’architettura e dell’arte fino alla storia delle religioni - che nel loro complesso fanno chiarezza su storia, leggenda e fortuna, come recita il sottotitolo, di un paradigma di edificazione divina e dei suoi elementi costitutivi, e in particolare sulle colonne salomoniche definite da Germain Bazin “emblema del’arte sacra barocca”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.