L’importanza del ruolo dei gesuiti nel Messico coloniale è stata da tempo sottolineata dagli studiosi, e un’attenzione particolare è stata dedicata allo storico Francisco Javier Clavigero. Nato a Veracruz nel 1731, Clavigero entra nella Compagnia di Gesù nel 1748 e lì riceve una solida preparazione filosofica e umanistica che lo porta ad occupare importanti ruoli come docente e come responsabile dei più importanti collegi gesuiti della Nuova Spagna. Colpito dal decreto di espulsione del 1768, lo si ritrova prima a Ferrara e poi a Bologna dove, con altri confratelli provenienti dalle colonie americane, dà vita ad uno dei circoli culturali più brillanti e prolifici della storia della cultura coloniale: i gesuiti espulsi si dedicheranno infatti in quegli anni all’elaborazione di tutta una serie di opere storiche, linguistiche e naturalistiche imprescindibili per lo studio delle rispettive zone di provenienza. In particolare Clavijero concentra la sua attenzione sulla storia del Messico, che si concretizzerà in due opere, la Historia Antigua de México (1780-81) e la Historia de la Antigua o Baja California (1789), inizialmente pubblicate in italiano. La Historia Antigua rappresenta il primo approccio moderno alla storia azteca, dalle origini mitiche alla caduta di Tenochtitlán: nel suo libro Clavijero recupera e riunisce tutte le fonti a sua disposizione, fondendole in un progetto unico che persegue molteplici obiettivi. In primo luogo infatti lo storico veracruzano vuole confutare le idee diffuse da alcuni scrittori europei sull’inferiorità della natura e degli uomini americani rispetto al resto del mondo, e per raggiungere un tale scopo si dedica al riscatto delle tradizioni e delle storie degli antichi abitanti del Messico, anche grazie alla sua conoscenza delle lingue indigene e alla volontà di riabilitare quelle popolazioni di fronte allo sguardo europeo. Nel realizzare il suo progetto Clavijero contribuisce in maniera decisiva al rafforzamento di quella “coscienza criolla” che costituisce la fase precedente, spesso ancora confusa e indefinita, della moderna identità nazionale. Le opere storiche di Clavijero costituiscono inoltre un notevole esempio di prosa lineare ed elegante, in cui lo stile delle cronache declina verso una scrittura più universale, vera anticipazione della nuova scrittura storiografica ottocentesca. Lo studio delle sue opere contribuisce dunque a chiarire uno dei passaggi chiave del Messico verso la modernità.
Riscoprire l’America: l’opera storica di Francisco Javier Clavigero e i gesuiti espulsi / Tedeschi, Stefano. - STAMPA. - (2006).
Riscoprire l’America: l’opera storica di Francisco Javier Clavigero e i gesuiti espulsi
TEDESCHI, STEFANO
2006
Abstract
L’importanza del ruolo dei gesuiti nel Messico coloniale è stata da tempo sottolineata dagli studiosi, e un’attenzione particolare è stata dedicata allo storico Francisco Javier Clavigero. Nato a Veracruz nel 1731, Clavigero entra nella Compagnia di Gesù nel 1748 e lì riceve una solida preparazione filosofica e umanistica che lo porta ad occupare importanti ruoli come docente e come responsabile dei più importanti collegi gesuiti della Nuova Spagna. Colpito dal decreto di espulsione del 1768, lo si ritrova prima a Ferrara e poi a Bologna dove, con altri confratelli provenienti dalle colonie americane, dà vita ad uno dei circoli culturali più brillanti e prolifici della storia della cultura coloniale: i gesuiti espulsi si dedicheranno infatti in quegli anni all’elaborazione di tutta una serie di opere storiche, linguistiche e naturalistiche imprescindibili per lo studio delle rispettive zone di provenienza. In particolare Clavijero concentra la sua attenzione sulla storia del Messico, che si concretizzerà in due opere, la Historia Antigua de México (1780-81) e la Historia de la Antigua o Baja California (1789), inizialmente pubblicate in italiano. La Historia Antigua rappresenta il primo approccio moderno alla storia azteca, dalle origini mitiche alla caduta di Tenochtitlán: nel suo libro Clavijero recupera e riunisce tutte le fonti a sua disposizione, fondendole in un progetto unico che persegue molteplici obiettivi. In primo luogo infatti lo storico veracruzano vuole confutare le idee diffuse da alcuni scrittori europei sull’inferiorità della natura e degli uomini americani rispetto al resto del mondo, e per raggiungere un tale scopo si dedica al riscatto delle tradizioni e delle storie degli antichi abitanti del Messico, anche grazie alla sua conoscenza delle lingue indigene e alla volontà di riabilitare quelle popolazioni di fronte allo sguardo europeo. Nel realizzare il suo progetto Clavijero contribuisce in maniera decisiva al rafforzamento di quella “coscienza criolla” che costituisce la fase precedente, spesso ancora confusa e indefinita, della moderna identità nazionale. Le opere storiche di Clavijero costituiscono inoltre un notevole esempio di prosa lineare ed elegante, in cui lo stile delle cronache declina verso una scrittura più universale, vera anticipazione della nuova scrittura storiografica ottocentesca. Lo studio delle sue opere contribuisce dunque a chiarire uno dei passaggi chiave del Messico verso la modernità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.