Il metodo di lavoro che è stato proposto in questo lavoro, come dice il sottotitolo (dall’immagine alla teoria) consiste nell’osservazione del fenomeno fisico e dell’immagine (visiva – fotografica o di un semplice disegno dal vero che di esso possiamo fare), elaborarlo, riducendolo negli schemi spaziali della geometria ed infine approdare alla costruzione geometrica piana e alla teoria. Questa diviene, perciò, la naturale conclusione del processo rappresentativo in genere che per sua natura parte dalla visione per giungere alla traduzione e descrizione grafica del dato per il tramite della elaborazione geometrica spaziale. Perciò, a ben vedere, per una lezione sulla cosiddetta “teoria delle ombre” non ci vorrebbe un’aula, una lavagna, dei fogli di carta, delle matite, bensì basterebbe uscire all’aperto e osservare il mondo delle cose che ci avvolge e la luce che penetra in esso movimentandolo. Così si creano altri piani (piani di luce per ogni spigolo), altre superfici (cilindri di luce) e questi intersecano quelli reali e con questi entrano in gioco, solo a questo punto entra in funzione la Geometria descrittiva e, proprio perché “descrittiva” lo descrive. Nel volume vengono trattati numerosi argomenti che abbracciano sia problemi di natura più elementare (punti, rette, figure piane, poliedri) che problemi più complessi (coni e cilindri, sfera, superfici cave, superfici di rotazione, superfici a doppia curvatura), nonché problemi tipici dell’architettura.

Le Ombre in proiezioni ortogonali: dall'immagine alla teoria / Orseolo, Fasolo; A., Di Clemente; Fasolo, Marco. - STAMPA. - (1993), pp. 1-149.

Le Ombre in proiezioni ortogonali: dall'immagine alla teoria

FASOLO, Marco
1993

Abstract

Il metodo di lavoro che è stato proposto in questo lavoro, come dice il sottotitolo (dall’immagine alla teoria) consiste nell’osservazione del fenomeno fisico e dell’immagine (visiva – fotografica o di un semplice disegno dal vero che di esso possiamo fare), elaborarlo, riducendolo negli schemi spaziali della geometria ed infine approdare alla costruzione geometrica piana e alla teoria. Questa diviene, perciò, la naturale conclusione del processo rappresentativo in genere che per sua natura parte dalla visione per giungere alla traduzione e descrizione grafica del dato per il tramite della elaborazione geometrica spaziale. Perciò, a ben vedere, per una lezione sulla cosiddetta “teoria delle ombre” non ci vorrebbe un’aula, una lavagna, dei fogli di carta, delle matite, bensì basterebbe uscire all’aperto e osservare il mondo delle cose che ci avvolge e la luce che penetra in esso movimentandolo. Così si creano altri piani (piani di luce per ogni spigolo), altre superfici (cilindri di luce) e questi intersecano quelli reali e con questi entrano in gioco, solo a questo punto entra in funzione la Geometria descrittiva e, proprio perché “descrittiva” lo descrive. Nel volume vengono trattati numerosi argomenti che abbracciano sia problemi di natura più elementare (punti, rette, figure piane, poliedri) che problemi più complessi (coni e cilindri, sfera, superfici cave, superfici di rotazione, superfici a doppia curvatura), nonché problemi tipici dell’architettura.
1993
9788878900905
descriptive geometry; geometria descrittiva; model; modello
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Le Ombre in proiezioni ortogonali: dall'immagine alla teoria / Orseolo, Fasolo; A., Di Clemente; Fasolo, Marco. - STAMPA. - (1993), pp. 1-149.
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