Il libro analizza il percorso intellettuale di Walter Benjamin, puntando l’attenzione sul suo Passagen-Werk e quindi sulla sua concezione della metropoli come spazio privilegiato dell’esperienza del moderno. Oltre alle questioni filologiche poste dal ritrovamento e dall’analisi critica del manoscritto benjaminiano, lo studio è dedicato al metodo che Benjamin utilizza, alla sua presa di distanza dalla logica hegeliana e soprattutto alla “contaminazione” tra metodi e teorie apparentemente in contraddizione tra loro. Si sostiene la tesi – oggi universalmente accettata – della “continuità” del pensiero benjaminiano, rappresentata dallo scritto giovanile Frammento teologico-politico sino alle Tesi sul concetto di storia. Il libro analizza le varie “esperienze di città” con particolare riferimento a Napoli, Parigi e Berlino, le “figure” attraverso cui Benjamin allegorizza queste esperienze (il giocatore d’azzardo, le prostitute, il flâneur, ecc.). Interi capitoli sono dedicati al carattere distruttivo del moderno, all’utilizzazione di concetti “strappati” con la tecnica del “pescatore di perle” (come dice Hannah Arendt) alla filosofia di Marx, al confronto serrato con il surrealismo, all’amicizia con Brecht e Asja Lacis, al rapporto complesso con Gershom Scholem, alla sua interpretazione di Kafka. Un ruolo centrale ha ovviamente la figura di Baudelaire nell’interpretazione della città di Parigi come “capitale del XIX secolo”. Altrettanto centrale risulta il rapporto di Benjamin con la religione ebraica, da cui trae molte delle sue immagini e dei suoi concetti che sottopone a una sorta di “secolarizzazione”. Nell’ultimo capitolo vengono anche prese in esame le “scorrerie” che Benjamin ha compiuto nel campo degli “avversari”: cioè il suo tentativo di sviluppare un’ “antropologia filosofica”, usando i concetti della “mitologia del moderno” pur avversando decisamente un’interpretazione “mitologica” della modernità.
Walter Benjamin e il moderno / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - 14:(1993), pp. 1-332.
Walter Benjamin e il moderno
PONZI, Mauro
1993
Abstract
Il libro analizza il percorso intellettuale di Walter Benjamin, puntando l’attenzione sul suo Passagen-Werk e quindi sulla sua concezione della metropoli come spazio privilegiato dell’esperienza del moderno. Oltre alle questioni filologiche poste dal ritrovamento e dall’analisi critica del manoscritto benjaminiano, lo studio è dedicato al metodo che Benjamin utilizza, alla sua presa di distanza dalla logica hegeliana e soprattutto alla “contaminazione” tra metodi e teorie apparentemente in contraddizione tra loro. Si sostiene la tesi – oggi universalmente accettata – della “continuità” del pensiero benjaminiano, rappresentata dallo scritto giovanile Frammento teologico-politico sino alle Tesi sul concetto di storia. Il libro analizza le varie “esperienze di città” con particolare riferimento a Napoli, Parigi e Berlino, le “figure” attraverso cui Benjamin allegorizza queste esperienze (il giocatore d’azzardo, le prostitute, il flâneur, ecc.). Interi capitoli sono dedicati al carattere distruttivo del moderno, all’utilizzazione di concetti “strappati” con la tecnica del “pescatore di perle” (come dice Hannah Arendt) alla filosofia di Marx, al confronto serrato con il surrealismo, all’amicizia con Brecht e Asja Lacis, al rapporto complesso con Gershom Scholem, alla sua interpretazione di Kafka. Un ruolo centrale ha ovviamente la figura di Baudelaire nell’interpretazione della città di Parigi come “capitale del XIX secolo”. Altrettanto centrale risulta il rapporto di Benjamin con la religione ebraica, da cui trae molte delle sue immagini e dei suoi concetti che sottopone a una sorta di “secolarizzazione”. Nell’ultimo capitolo vengono anche prese in esame le “scorrerie” che Benjamin ha compiuto nel campo degli “avversari”: cioè il suo tentativo di sviluppare un’ “antropologia filosofica”, usando i concetti della “mitologia del moderno” pur avversando decisamente un’interpretazione “mitologica” della modernità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


