L’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia nel 1983, in occasione del cinquantenario della legge che ne fissava l’istituzione, diede alle stampe il primo della serie di volumi dal titolo “50 anni di professione”, per la cura di Renata Bizzotto, Luisa Chiumenti, Alessandra Muntoni. Tra i ventiquattro “ragazzi del ‘30” iscritti all’Ordine fin dalla sua fondazione, raccontati attraverso brevi biografie e l’elenco delle principali opere, vi e’ anche Gaetano Rapisardi, nato a Siracusa, ma che ha stabilmente risieduto a Roma dal 1920 fino all’anno della sua morte, il 1988. Stretto collaboratore di Marcello Piacentini, noto ai piu’ per il complesso della Chiesa e della Piazza di San Giovanni Bosco al Tuscolano a Roma, fu comunque sempre particolarmente legato alla sua terra d’origine, dove negli ultimi tempi della sua vita passava quasi meta’ dell’anno. Specifico obiettivo di questo articolo e’ quello di iniziare a delineare un primo resoconto della sua attivita’ professionale ambientata in Sicilia, particolarmente a Siracusa, ma a partire da un’unica documentazione, ovvero alcuni disegni originali donati dall’architetto ad Elena Ippoliti e Maurizio Unali il 25 novembre 1987, in occasione di un loro incontro. Per quanto il punto di vista sia assolutamente parziale e la documentazione sia priva di organicita’ e sistematicita’, lacunosa e discontinua, casualmente sopravvissuta allo stesso architetto, comunque emergono i “temi” e i “modi” del fare architettura di Gaetano Rapisardi, tutti pertinenti le questioni che hanno investito tra le due guerre una generazione di architetti, veri e propri costruttori di citta’, da quelle culturali ai temi specifici del ruolo professionale e del modo di progettare e rappresentare l’architettura. In particolare, da tali disegni emerge un “fare architettura” risolto sempre attraverso uno sforzo grafico-progettuale incessante e continuo, dove l’oggetto architettonico e’ l’elemento di mediazione irrinunciabile tra la visione urbana, generale e complessiva, e il dettaglio puntuale e accurato. Un metodo di studio e di lavoro che consente agli architetti del periodo di tenere saldamente insieme il disegno di architettura e il disegno urbano, l’edilizia e l’urbanistica, inserendo in questa relazione, quale motivo dialettico che sta alla base di tutta la cultura e le arti a cavallo tra le due guerre, il rapporto-scontro tra modernita’ e tradizione.

L’altra modernita’: alcuni disegni di Gaetano Rapisardi per Siracusa / Ippoliti, Elena. - STAMPA. - (2007), pp. 91-122.

L’altra modernita’: alcuni disegni di Gaetano Rapisardi per Siracusa

IPPOLITI, ELENA
2007

Abstract

L’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia nel 1983, in occasione del cinquantenario della legge che ne fissava l’istituzione, diede alle stampe il primo della serie di volumi dal titolo “50 anni di professione”, per la cura di Renata Bizzotto, Luisa Chiumenti, Alessandra Muntoni. Tra i ventiquattro “ragazzi del ‘30” iscritti all’Ordine fin dalla sua fondazione, raccontati attraverso brevi biografie e l’elenco delle principali opere, vi e’ anche Gaetano Rapisardi, nato a Siracusa, ma che ha stabilmente risieduto a Roma dal 1920 fino all’anno della sua morte, il 1988. Stretto collaboratore di Marcello Piacentini, noto ai piu’ per il complesso della Chiesa e della Piazza di San Giovanni Bosco al Tuscolano a Roma, fu comunque sempre particolarmente legato alla sua terra d’origine, dove negli ultimi tempi della sua vita passava quasi meta’ dell’anno. Specifico obiettivo di questo articolo e’ quello di iniziare a delineare un primo resoconto della sua attivita’ professionale ambientata in Sicilia, particolarmente a Siracusa, ma a partire da un’unica documentazione, ovvero alcuni disegni originali donati dall’architetto ad Elena Ippoliti e Maurizio Unali il 25 novembre 1987, in occasione di un loro incontro. Per quanto il punto di vista sia assolutamente parziale e la documentazione sia priva di organicita’ e sistematicita’, lacunosa e discontinua, casualmente sopravvissuta allo stesso architetto, comunque emergono i “temi” e i “modi” del fare architettura di Gaetano Rapisardi, tutti pertinenti le questioni che hanno investito tra le due guerre una generazione di architetti, veri e propri costruttori di citta’, da quelle culturali ai temi specifici del ruolo professionale e del modo di progettare e rappresentare l’architettura. In particolare, da tali disegni emerge un “fare architettura” risolto sempre attraverso uno sforzo grafico-progettuale incessante e continuo, dove l’oggetto architettonico e’ l’elemento di mediazione irrinunciabile tra la visione urbana, generale e complessiva, e il dettaglio puntuale e accurato. Un metodo di studio e di lavoro che consente agli architetti del periodo di tenere saldamente insieme il disegno di architettura e il disegno urbano, l’edilizia e l’urbanistica, inserendo in questa relazione, quale motivo dialettico che sta alla base di tutta la cultura e le arti a cavallo tra le due guerre, il rapporto-scontro tra modernita’ e tradizione.
2007
Iknos, Analisi grafica e storia della rappresentazione
9788872601563
Analisi grafica; storia della rappresentazione; Gaetano Rapisardi
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L’altra modernita’: alcuni disegni di Gaetano Rapisardi per Siracusa / Ippoliti, Elena. - STAMPA. - (2007), pp. 91-122.
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