Il saggio analizza l’evoluzione del sistema di welfare in Italia a partire dagli orientamenti emersi in sede di Assemblea Costituente e dalla eredità lasciata dal fascismo in materia di politiche sociali e soprattutto previdenziali. Si fa cenno al dibattito nell’Assemblea dove si gettano le basi di un sistema di welfare moderno e avanzato, nel clima determinato anche dal ‘Rapporto Beveridge’, ma dove si opera la scelta per un modello di tipo ‘lavorista’ che privilegia, in coerenza con quello europeo continentale (‘bismarkiano’), più che il cittadino in quanto tale il cittadino-lavoratore in un quadro per cui le politiche sociali non sono pagate dalla fiscalità generale ma dai contributi dei lavoratori ( e delle imprese). Vengono poi analizzati alcuni spostamenti da questo modello particolaristico-contributivo attraverso quella che è stata definita (Ferrera) la ‘lunga marcia verso l’universalismo’, che si è espressa in particolare con l’istituzione del SSNN che interessa tutti i cittadini. Infine si analizzano alcune specificità e limiti del sistema italiano di welfare a partire dalla dicotomia tra beneficiari forti e beneficiari deboli, al prevalere della spesa per politiche previdenziali (pensioni), agli interventi carenti e tardivi sul piano dell’assistenza: limiti che trovano la loro origine proprio nel modello lavorista scelto in sede costituente oltre che nella più antica tradizione corporativa.
Le prestazioni sociali / Pugliese, Enrico. - (2008), pp. 163-189.
Le prestazioni sociali
PUGLIESE, ENRICO
2008
Abstract
Il saggio analizza l’evoluzione del sistema di welfare in Italia a partire dagli orientamenti emersi in sede di Assemblea Costituente e dalla eredità lasciata dal fascismo in materia di politiche sociali e soprattutto previdenziali. Si fa cenno al dibattito nell’Assemblea dove si gettano le basi di un sistema di welfare moderno e avanzato, nel clima determinato anche dal ‘Rapporto Beveridge’, ma dove si opera la scelta per un modello di tipo ‘lavorista’ che privilegia, in coerenza con quello europeo continentale (‘bismarkiano’), più che il cittadino in quanto tale il cittadino-lavoratore in un quadro per cui le politiche sociali non sono pagate dalla fiscalità generale ma dai contributi dei lavoratori ( e delle imprese). Vengono poi analizzati alcuni spostamenti da questo modello particolaristico-contributivo attraverso quella che è stata definita (Ferrera) la ‘lunga marcia verso l’universalismo’, che si è espressa in particolare con l’istituzione del SSNN che interessa tutti i cittadini. Infine si analizzano alcune specificità e limiti del sistema italiano di welfare a partire dalla dicotomia tra beneficiari forti e beneficiari deboli, al prevalere della spesa per politiche previdenziali (pensioni), agli interventi carenti e tardivi sul piano dell’assistenza: limiti che trovano la loro origine proprio nel modello lavorista scelto in sede costituente oltre che nella più antica tradizione corporativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.