Il contributo intende fornire un'esaustiva descrizione delle modalità messe in atto dai fratelli Giovanni e Cherubino Alberti da Borgo San Sepolcro per realizzare gli affreschi della Sala Clementina in Vaticano. Si tratta, come è noto, di un'opera "di quadro" della più alta rilevanza nell'ambito del genere quadraturista, in cui la prospettiva è applicata a grande scala su intonaci freschi. Si intende qui presentare una ipotesi ricostruttiva del metodo operativo che sta alla base del trasferimento del bozzetto sulla parete, ponendo particolare attenzione alla questione delle fughe inaccessibili, che non può essere elusa laddove,come nella Sala Clementina,sia possibile affermare che il riporto delle linee architettoniche avviene per costruzione diretta sulla parete. Inoltre, si confronta l’architettura dipinta con la trattatistica coeva e, in particolare, con l’opera di Egnatio Danti, che ha conosciuto i fratelli al lavoro nella Sala, e di Sebastiano Serlio per l’ordine architettonico.
La geometria della costruzione prospettica: dallo schema compositivo allo schema prospettico. Un’analisi delle procedure impiegate nella costruzione dell’architettura illusoria della parete nord della Sala Clementina in Vaticano / Carlevaris, Anna Laura. - STAMPA. - 2(1999), pp. 121-152.
La geometria della costruzione prospettica: dallo schema compositivo allo schema prospettico. Un’analisi delle procedure impiegate nella costruzione dell’architettura illusoria della parete nord della Sala Clementina in Vaticano
CARLEVARIS, Anna Laura
1999
Abstract
Il contributo intende fornire un'esaustiva descrizione delle modalità messe in atto dai fratelli Giovanni e Cherubino Alberti da Borgo San Sepolcro per realizzare gli affreschi della Sala Clementina in Vaticano. Si tratta, come è noto, di un'opera "di quadro" della più alta rilevanza nell'ambito del genere quadraturista, in cui la prospettiva è applicata a grande scala su intonaci freschi. Si intende qui presentare una ipotesi ricostruttiva del metodo operativo che sta alla base del trasferimento del bozzetto sulla parete, ponendo particolare attenzione alla questione delle fughe inaccessibili, che non può essere elusa laddove,come nella Sala Clementina,sia possibile affermare che il riporto delle linee architettoniche avviene per costruzione diretta sulla parete. Inoltre, si confronta l’architettura dipinta con la trattatistica coeva e, in particolare, con l’opera di Egnatio Danti, che ha conosciuto i fratelli al lavoro nella Sala, e di Sebastiano Serlio per l’ordine architettonico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


