Quando trattiamo i principi generali della valutazione, i temi e gli argomenti vanno storicizzati perché è indubbia l’incertezza sulle conseguenze delle azioni di trasformazione che oggi permeano i processi di innovazione e di rinnovamento. Un elemento per tutti: come è possibile, senza il necessario supporto filosofico e politico, affrontare i temi della democrazia ambientale e come questa sia matrice e non frutto delle tecniche di valutazione? La democrazia economica impone parametri e criteri nuovi di impostazione giuridica e di partecipazione sociale; è proprio l’ingresso di questa nuova categoria nel generale dibattito sulla democrazia e sulla gestione democratica delle trasformazioni territoriali che potrà contribuire a spostare il dibattito su quello che sarà l’argomento principe: il diritto dei non presenti o se si preferisce dei futuri. E’ questo un passaggio storico importante, perché fino ad oggi i processi storici hanno conosciuto soprattutto l’esperienza dell’estensione di voto ai cittadini che per cultura, classe sociale o sesso, non ne avevano diritto pur partecipando a pieno titolo alla formazione della ricchezza. Più in generale è da sempre che i processi sociali tendenti a conquistare una gestione democratica lo hanno fatto in nome degli esclusi e questo sia nella gestione pacifica sia in quella rivoluzionaria. E’ all’interno di questo processo che le rivoluzioni di matrice marxista si ponevano (a prescindere dai risultati ottenuti) il problema dei cittadini futuri oltre a quello dei non presenti. E’ nella storia delle utopie politiche dell’ottocento e in quella di questi processi rivoluzionari che è presente il tema della società di transizione per un futuro ancora non conosciuto. La valutazione si colloca nel dubbio sociale rispetto ai processi trasformativi, al senso storico e di prospettiva che questi hanno oggi. E’ per questo che la categoria della valutazione lascia il suo alveo prettamente tecnico per partecipare come categoria dello sviluppo al dibattito politico e teorico-filosofico sulla democrazia e sulla formazione-verifica delle conoscenze
La valutazione come categoria partecipe dei principi generali della democrazia / Vendittelli, Manlio. - STAMPA. - (2008), pp. 125-136.
La valutazione come categoria partecipe dei principi generali della democrazia
VENDITTELLI, MANLIO
2008
Abstract
Quando trattiamo i principi generali della valutazione, i temi e gli argomenti vanno storicizzati perché è indubbia l’incertezza sulle conseguenze delle azioni di trasformazione che oggi permeano i processi di innovazione e di rinnovamento. Un elemento per tutti: come è possibile, senza il necessario supporto filosofico e politico, affrontare i temi della democrazia ambientale e come questa sia matrice e non frutto delle tecniche di valutazione? La democrazia economica impone parametri e criteri nuovi di impostazione giuridica e di partecipazione sociale; è proprio l’ingresso di questa nuova categoria nel generale dibattito sulla democrazia e sulla gestione democratica delle trasformazioni territoriali che potrà contribuire a spostare il dibattito su quello che sarà l’argomento principe: il diritto dei non presenti o se si preferisce dei futuri. E’ questo un passaggio storico importante, perché fino ad oggi i processi storici hanno conosciuto soprattutto l’esperienza dell’estensione di voto ai cittadini che per cultura, classe sociale o sesso, non ne avevano diritto pur partecipando a pieno titolo alla formazione della ricchezza. Più in generale è da sempre che i processi sociali tendenti a conquistare una gestione democratica lo hanno fatto in nome degli esclusi e questo sia nella gestione pacifica sia in quella rivoluzionaria. E’ all’interno di questo processo che le rivoluzioni di matrice marxista si ponevano (a prescindere dai risultati ottenuti) il problema dei cittadini futuri oltre a quello dei non presenti. E’ nella storia delle utopie politiche dell’ottocento e in quella di questi processi rivoluzionari che è presente il tema della società di transizione per un futuro ancora non conosciuto. La valutazione si colloca nel dubbio sociale rispetto ai processi trasformativi, al senso storico e di prospettiva che questi hanno oggi. E’ per questo che la categoria della valutazione lascia il suo alveo prettamente tecnico per partecipare come categoria dello sviluppo al dibattito politico e teorico-filosofico sulla democrazia e sulla formazione-verifica delle conoscenzeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.