ABSTRACT IN ITALIANO___ Il termine "Urban Center"(UC), o "Casa della città", nato in USA nel secolo scorso, designa una serie di strutture il cui denominatore comune risiede nello svolgimento di attività di servizio per le comunità urbane ai fini di soddisfare la crescente domanda di democrazia partecipativa e deliberativa nei processi di trasformazione della città. Traendo spunto dalla storicizzazione del fenomeno e dal confronto tra i consolidati modelli statunitensi e le recenti esperienze in Italia, il saggio si interroga sulla maturazione delle missioni dell' "Urban Center" nel passaggio da spazio d’informazione, solo teoricamente “neutrale”, a luogo privilegiato per la costruzione trasparente di politiche urbane condivise. La questione chiave è se e come sia possibile il passaggio dal tradizionale scenario che privilegia gli interessi degli attori dominanti a una condizione di autentico e pieno coinvolgimento delle comunità locali e in generale degli attori recessivi nel contesto di autentiche politiche decisionali condivise. Gli UC possono divenire una effettiva arena per perseguire politiche urbane in modo trasparente o sono destinate a restare “scatole nere” per legittimare solo le convenienze delle lobby ? Alcune esperienze in Italia rivelano promettenti forme d’innovazione per cultura, mission, stili, obiettivi.___ ABSTRACT IN ENGLISH___ Since the second half of the twentieth century the term “Urban Center” (UC) has been identifying a kaleidoscopic panel of structures whose general mission is focused on facilitating stakeholders’ participation in urban transformation guidelines and/or local projects. The modern origin of UCs is historically embedded in “Common law” juridical model, particularly referring to some success experiences in USA, where mature models of consensus on strategic development urban projects have been implemented through a wide range of political approaches and interaction techniques. Over the last decades, following the “American lesson”, there has been an explosion of UCs in Europe (and later in Italy, too), due to the enforcing demand for “smart governance” and “participatory democracy” in urban policies. The European interpretation is rather different, particularly where the centrality of public administration – within the “Civil law” juridical model – overwhelms urban management principles (as in Italy). The core issue is whether and how it is possible to pass from the traditional scenario of “partisan, privileged interests” to a new horizon of authentic wide involvement of local communities and “weak stakeholders” for actual, shared policies. Can UC become an authentic arena for transparent urban policies or is it a “black box”, conceived to legitimate lobby decisions only? Recent Italian experiences show intriguing innovations in cultures, missions, styles, goals.

Ermeneutica dell'Urban Center / Monardo, Bruno. - STAMPA. - (2007), pp. 8-37.

Ermeneutica dell'Urban Center

MONARDO, Bruno
2007

Abstract

ABSTRACT IN ITALIANO___ Il termine "Urban Center"(UC), o "Casa della città", nato in USA nel secolo scorso, designa una serie di strutture il cui denominatore comune risiede nello svolgimento di attività di servizio per le comunità urbane ai fini di soddisfare la crescente domanda di democrazia partecipativa e deliberativa nei processi di trasformazione della città. Traendo spunto dalla storicizzazione del fenomeno e dal confronto tra i consolidati modelli statunitensi e le recenti esperienze in Italia, il saggio si interroga sulla maturazione delle missioni dell' "Urban Center" nel passaggio da spazio d’informazione, solo teoricamente “neutrale”, a luogo privilegiato per la costruzione trasparente di politiche urbane condivise. La questione chiave è se e come sia possibile il passaggio dal tradizionale scenario che privilegia gli interessi degli attori dominanti a una condizione di autentico e pieno coinvolgimento delle comunità locali e in generale degli attori recessivi nel contesto di autentiche politiche decisionali condivise. Gli UC possono divenire una effettiva arena per perseguire politiche urbane in modo trasparente o sono destinate a restare “scatole nere” per legittimare solo le convenienze delle lobby ? Alcune esperienze in Italia rivelano promettenti forme d’innovazione per cultura, mission, stili, obiettivi.___ ABSTRACT IN ENGLISH___ Since the second half of the twentieth century the term “Urban Center” (UC) has been identifying a kaleidoscopic panel of structures whose general mission is focused on facilitating stakeholders’ participation in urban transformation guidelines and/or local projects. The modern origin of UCs is historically embedded in “Common law” juridical model, particularly referring to some success experiences in USA, where mature models of consensus on strategic development urban projects have been implemented through a wide range of political approaches and interaction techniques. Over the last decades, following the “American lesson”, there has been an explosion of UCs in Europe (and later in Italy, too), due to the enforcing demand for “smart governance” and “participatory democracy” in urban policies. The European interpretation is rather different, particularly where the centrality of public administration – within the “Civil law” juridical model – overwhelms urban management principles (as in Italy). The core issue is whether and how it is possible to pass from the traditional scenario of “partisan, privileged interests” to a new horizon of authentic wide involvement of local communities and “weak stakeholders” for actual, shared policies. Can UC become an authentic arena for transparent urban policies or is it a “black box”, conceived to legitimate lobby decisions only? Recent Italian experiences show intriguing innovations in cultures, missions, styles, goals.
2007
Urban Center. Una casa di vetro per le politiche urbane
9788860490414
Urban Center; democrazia partecipativa; politiche urbane condivise
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Ermeneutica dell'Urban Center / Monardo, Bruno. - STAMPA. - (2007), pp. 8-37.
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