In collaboration with Bernard JF, Bernardi PH., Ph. Dillmann, Foulquier L.Il contribution starts from the premise that the way of reuse and recovery there are three aspects. The first relates to the fact that the re-use has been studied so far mainly due to its political significance of religion. Secondly, its utilitarian, functional status is often associated with values ​​related to greed and violence of the gesture, poverty or underdevelopment. It is recalled that St. Augustine (Epistolarum classis II, 47.3 epistle in Latin Patrologie, 33, col. 185) contrapponesse destruction orders for avaritia to those for pity (ex sacrilegis et impiis in really wo religionem mutantur). Finally, the third aspect concerns the fact that, if the reuse is of ancient origin, actually demolitions aimed at the recovery involved the monuments from all eras. The analysis concerns the architectural works

In collaborazione con Bernard J.-F., Bernardi PH., Dillmann Ph., Foulquier L. Il contributo parte dalla constatazione che a proposito del reimpiego e del recupero sussistono tre aspetti. Il primo relativo al fatto che il reimpiego è stato studiato fino ad oggi essenzialmente per il suo significato politico religioso. In secondo luogo, il suo carattere utilitaristico, funzionale è stato spesso associato a valenze legate all’avidità e alla violenza del gesto, alla povertà o al sottosviluppo. Si ricorda come Sant’Agostino (Epistolarum classis II, epistola 47,3, in Patrologie Latine, 33, col. 185) contrapponesse le distruzioni commesse per avaritia a quelle per pietate (ex sacrilegis et impiis in veram religionem mutantur). Infine, il terzo aspetto riguarda il fatto che, se il reimpiego è d’origine antica, in realtà le demolizioni finalizzate al recupero hanno riguardato i monumenti di tutte le epoche. L’analisi riguarda le opere architettoniche; tale visuale offre il vantaggio di poter fare riferimento a documenti che, anche se rispondenti ad un ambito cronologico ampio, che va dall’antichità all’età moderna, sono riferiti ad un unico tipo di attività, quella edilizia. L’importanza economica, sociale e culturale rivestita dall’attività della costruzione conferisce alle pratiche in uso in tale ambito una risonanza particolare. L’indagine proposta supera i limiti del mondo dell’architettura per aprirsi su quello della produzione e offrire un contributo agli studi delle mentalità e a una migliore comprensione del rapporto fra le società e le tracce (i segni) della loro storia. In tal mod oè stato possibile leggere il recupero non più solo sotto la visuale passiva d’una occasione fortuita o usurpata, come una pratica architettonica (edilizia) a parte, quanto piuttosto come una pratica da ricondurre entro l’ambito, più ampio, dei modi di costruire.

Introduzione generale / Esposito, Daniela. - STAMPA. - (2008), pp. 7-15.

Introduzione generale

ESPOSITO, Daniela
2008

Abstract

In collaboration with Bernard JF, Bernardi PH., Ph. Dillmann, Foulquier L.Il contribution starts from the premise that the way of reuse and recovery there are three aspects. The first relates to the fact that the re-use has been studied so far mainly due to its political significance of religion. Secondly, its utilitarian, functional status is often associated with values ​​related to greed and violence of the gesture, poverty or underdevelopment. It is recalled that St. Augustine (Epistolarum classis II, 47.3 epistle in Latin Patrologie, 33, col. 185) contrapponesse destruction orders for avaritia to those for pity (ex sacrilegis et impiis in really wo religionem mutantur). Finally, the third aspect concerns the fact that, if the reuse is of ancient origin, actually demolitions aimed at the recovery involved the monuments from all eras. The analysis concerns the architectural works
2008
Il reimpiego in architettura. Recupero, trasformazione e uso
9782728308569
In collaborazione con Bernard J.-F., Bernardi PH., Dillmann Ph., Foulquier L. Il contributo parte dalla constatazione che a proposito del reimpiego e del recupero sussistono tre aspetti. Il primo relativo al fatto che il reimpiego è stato studiato fino ad oggi essenzialmente per il suo significato politico religioso. In secondo luogo, il suo carattere utilitaristico, funzionale è stato spesso associato a valenze legate all’avidità e alla violenza del gesto, alla povertà o al sottosviluppo. Si ricorda come Sant’Agostino (Epistolarum classis II, epistola 47,3, in Patrologie Latine, 33, col. 185) contrapponesse le distruzioni commesse per avaritia a quelle per pietate (ex sacrilegis et impiis in veram religionem mutantur). Infine, il terzo aspetto riguarda il fatto che, se il reimpiego è d’origine antica, in realtà le demolizioni finalizzate al recupero hanno riguardato i monumenti di tutte le epoche. L’analisi riguarda le opere architettoniche; tale visuale offre il vantaggio di poter fare riferimento a documenti che, anche se rispondenti ad un ambito cronologico ampio, che va dall’antichità all’età moderna, sono riferiti ad un unico tipo di attività, quella edilizia. L’importanza economica, sociale e culturale rivestita dall’attività della costruzione conferisce alle pratiche in uso in tale ambito una risonanza particolare. L’indagine proposta supera i limiti del mondo dell’architettura per aprirsi su quello della produzione e offrire un contributo agli studi delle mentalità e a una migliore comprensione del rapporto fra le società e le tracce (i segni) della loro storia. In tal mod oè stato possibile leggere il recupero non più solo sotto la visuale passiva d’una occasione fortuita o usurpata, come una pratica architettonica (edilizia) a parte, quanto piuttosto come una pratica da ricondurre entro l’ambito, più ampio, dei modi di costruire.
reimpiego; architettura; recupero
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Introduzione generale / Esposito, Daniela. - STAMPA. - (2008), pp. 7-15.
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