A partire dalla riflessione di Umberto Eco sull’“effetto poetico” come capacità di un’opera di generare interpretazioni sempre nuove, il testo trasferisce questo concetto all’architettura, intesa come sintesi di scienza e arte. Attraverso i contributi teorici di Frampton, Nervi, Perret e Mies van der Rohe, viene delineata una metodologia critica che individua nella tettonica e nella costruzione gli strumenti principali per comprendere la poeticità dell’opera architettonica. La costruzione non è ridotta a fatto tecnico, ma assunta come linguaggio capace di produrre significato, memoria e valore simbolico. Il parallelismo tra architettura e poesia consente di leggere l’“effetto poetico” come esito di un corretto uso dei materiali, dei sistemi costruttivi e delle regole compositive, analoghe alla grammatica e alla sintassi del linguaggio verbale. Questo quadro teorico trova una declinazione contemporanea nella Torre Piloti di Genova di Renzo Piano, in cui la struttura diventa ornamento e veicolo di memoria collettiva. L’edificio dimostra come l’assemblaggio tettonico possa generare un’esperienza estetica duratura, capace di unire funzione, tecnica ed emozione. L’architettura emerge così come poesia costruita, in grado di parlare al tempo presente senza esaurire il proprio significato.
Oltre la firmitas. La costruzione come effetto poetico dell’architettura / Bologna, Alberto. - (2025), pp. 56-63.
Oltre la firmitas. La costruzione come effetto poetico dell’architettura
Alberto Bologna
2025
Abstract
A partire dalla riflessione di Umberto Eco sull’“effetto poetico” come capacità di un’opera di generare interpretazioni sempre nuove, il testo trasferisce questo concetto all’architettura, intesa come sintesi di scienza e arte. Attraverso i contributi teorici di Frampton, Nervi, Perret e Mies van der Rohe, viene delineata una metodologia critica che individua nella tettonica e nella costruzione gli strumenti principali per comprendere la poeticità dell’opera architettonica. La costruzione non è ridotta a fatto tecnico, ma assunta come linguaggio capace di produrre significato, memoria e valore simbolico. Il parallelismo tra architettura e poesia consente di leggere l’“effetto poetico” come esito di un corretto uso dei materiali, dei sistemi costruttivi e delle regole compositive, analoghe alla grammatica e alla sintassi del linguaggio verbale. Questo quadro teorico trova una declinazione contemporanea nella Torre Piloti di Genova di Renzo Piano, in cui la struttura diventa ornamento e veicolo di memoria collettiva. L’edificio dimostra come l’assemblaggio tettonico possa generare un’esperienza estetica duratura, capace di unire funzione, tecnica ed emozione. L’architettura emerge così come poesia costruita, in grado di parlare al tempo presente senza esaurire il proprio significato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


