The paper aims to describe the historical and cultural evolution of the laws regarding the donation of 5 per thousand of the tax deductions to University and Scientific Research,
La destinazione del 5 per mille all’Università e alla ricerca scientifica, concessa a titolo sperimentale dalla legge 23 dicembre 2005 n. 266. (Art. 1, comma 337), introduce un’importante novità nel dibattito legato al complesso mondo accademico e scientifico. Essa prevede a titolo sperimentale, per l’anno 2006, l’assegnazione in base alla scelta del contribuente di una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irperf) per sostenere: il volontariato; le onlus (art. 10 D.lgs. 460/97); le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali (art. 7, c. 1, 2, 3 e 4 legge 383/2000); le associazioni e fondazioni riconosciute che comunque svolgono attività nei settori propri delle - onlus (art. 10, c. 1, lettera a, D.lgs. 460/97); il finanziamento della ricerca scientifica e università; il finanziamento della ricerca sanitaria; le attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente. La possibilità di destinare il 5 per mille non è alternativa a quella relativa all’8 per mille (di cui alla legge n. 222 del 1985), introdotta oltre venti anni fa per rispondere a una precisa esigenza di finanziamento della Chiesa cattolica prima, di altre confessioni religiose poi. Per l’attuale 8 per mille, il singolo contribuente non indirizza una quota della “sua” Irpef. Anche chi ha un debito Irpef nullo, infatti, con la sua scelta partecipa alla ripartizione del gettito complessivo. Con questo meccanismo il contribuente può scegliere come ripartire l’8 per mille del gettito Irpef complessivo tra sette opzioni alternative che includono la Chiesa cattolica, alcune confessioni religiose e lo Stato, vincolato ad utilizzare le risorse per interventi straordinari quali la fame nel mondo, le calamità naturali o gli interventi caritativi. Per il singolo contribuente partecipare o meno alla decisione, ossia esprimere o meno la scelta, incide sulla ripartizione delle risorse non sull’ammontare, che resta predeterminato . Quindi, chi consapevolmente non effettua la scelta, esprime indifferenza su come ripartire i fondi, ma non indica una preferenza per una diversa spesa statale di quei fondi. Viceversa con il 5 per mille, il contribuente decide se destinare o meno tale quota del gettito Irpef complessivo ai settori prescelti (volontariato, ricerca, etc.). La scelta incide quindi sia sul quantum di risorse, sia sulla loro distribuzione. Chi consapevolmente non effettua la scelta, esprime la preferenza perché i fondi siano spesi per altri scopi dallo Stato. La decisione è comunque vincolata dalla possibilità di destinare il 5 per mille a tre settori: volontariato, ricerca e attività sociali locali.
Un esperimento di coinvolgimento dei cittadini: il 5 per mille / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2009), pp. 218-220.
Un esperimento di coinvolgimento dei cittadini: il 5 per mille
PANARESE, Paola
2009
Abstract
The paper aims to describe the historical and cultural evolution of the laws regarding the donation of 5 per thousand of the tax deductions to University and Scientific Research,I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


