Conclusioni. Il cristianesimo in Sicilia: una storia disegnata dai suoi santi

The paper retraces the development of studies on Christianity and Sicilian hagiography beginning with the seminal contribution of Paolo Siniscalco (1987), who highlighted the central role of martyrial testimonies in the earliest phases of the island’s Christian history. In recent decades, research—enriched by the interdisciplinary contributions of archaeology, art history, iconography, and institutional studies—has enabled the reconstruction of a far more articulated picture. The renewal of hagiographic studies has shifted attention from the issue of authenticity to the capacity of textual, iconographic, and cultic rewritings to reflect the cultural and political contexts in which they were produced. The cases of Euplus, Lucy, and Agatha show how living cults generate continual reinterpretations, at times distant from the original historical events yet invaluable for understanding models and sensibilities of different periods. The expansion of their cults, supported by the establishment of places of worship and the dissemination of relics, reveals a dense network of ecclesiastical and political relations beyond Sicily. The text concludes by recalling the existential dimension of devotion, which made these martyrs figures of consolation and spiritual reference for the faithful.

L’intervento ripercorre gli sviluppi degli studi sul cristianesimo e sull’agiografia siciliana a partire dal contributo seminale di Paolo Siniscalco (1987), che mise in luce il ruolo centrale delle testimonianze martiriali nelle prime fasi della storia cristiana dell’isola. Negli ultimi decenni la ricerca, arricchita dall’apporto interdisciplinare di archeologia, storia dell’arte, iconografia e istituzioni, ha consentito di delineare un quadro molto più articolato. Il rinnovamento degli studi agiografici ha spostato l’attenzione dal problema dell’autenticità alla capacità delle riscritture — testuali, iconografiche e cultuali — di riflettere i contesti culturali e politici di produzione. I casi di Euplo, Lucia e Agata mostrano come i culti vivi generino continue reinterpretazioni, talvolta lontane dalla storia originaria, ma preziose per comprendere modelli e sensibilità di epoche diverse. L’espansione dei loro culti, sostenuta dalla creazione di luoghi di venerazione e dalla diffusione delle reliquie, rivela la fitta rete di rapporti ecclesiastici e politici con l’esterno. Il testo si conclude ricordando la dimensione esistenziale del culto, che fece dei martiri figure di consolazione e riferimento per i fedeli