Il testo analizza un dipinto proveniente dalla chiesa di San Biagio a Ninfa, riprodotto da Maria Barosso e successivamente distaccato e conservato presso il Castello Caetani di Sermoneta. L’opera raffigura un vescovo benedicente e una figura femminile identificate rispettivamente come san Biagio di Sebaste e santa Maria Salome, riconoscibile quest'ultima grazie all'elemento iconografico dell’ampolla e attraverso un'iscrizione frammentaria. L’analisi iconografica mette in relazione il pannello con il culto verolano di santa Maria Salome e dei martiri Biagio e Demetrio, suoi compagni. Dal punto di vista stilistico, il dipinto mostra caratteristiche della pittura romana della seconda metà del XIII secolo, esemplate da una particolare attenzione alla monumentalità delle figure, dalla resa volumetrica e dall’impiego di lumeggiature bianche. Il confronto con i cicli pittorici duecenteschi di ambito romano suggerisce una datazione tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo.
Il pannello duecentesco con santi dalla chiesa di S. Biagio a Ninfa / Bucci, Matteo; Carnevale, Mario. - (2025), pp. 363-365.
Il pannello duecentesco con santi dalla chiesa di S. Biagio a Ninfa
Matteo BucciCo-primo
Writing – Review & Editing
;Mario CarnevaleCo-primo
Writing – Review & Editing
2025
Abstract
Il testo analizza un dipinto proveniente dalla chiesa di San Biagio a Ninfa, riprodotto da Maria Barosso e successivamente distaccato e conservato presso il Castello Caetani di Sermoneta. L’opera raffigura un vescovo benedicente e una figura femminile identificate rispettivamente come san Biagio di Sebaste e santa Maria Salome, riconoscibile quest'ultima grazie all'elemento iconografico dell’ampolla e attraverso un'iscrizione frammentaria. L’analisi iconografica mette in relazione il pannello con il culto verolano di santa Maria Salome e dei martiri Biagio e Demetrio, suoi compagni. Dal punto di vista stilistico, il dipinto mostra caratteristiche della pittura romana della seconda metà del XIII secolo, esemplate da una particolare attenzione alla monumentalità delle figure, dalla resa volumetrica e dall’impiego di lumeggiature bianche. Il confronto con i cicli pittorici duecenteschi di ambito romano suggerisce una datazione tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


