Con la decima edizione del convegno Le storie siamo noi, l’orientamento narrativo torna a interrogarsi sul proprio significato, sulla propria evoluzione e sul ruolo che può svolgere oggi nei sistemi formativi e nei contesti sociali. L’incontro di Torino segna una tappa importante: per la prima volta la città ospita la comunità scientifica e professionale che da oltre vent’anni coltiva questo approccio, e lo fa in un momento storico in cui l’orientamento — formativo, educativo e professionale — è tornato al centro delle politiche pubbliche e del dibattito culturale. Un appuntamento che si svolge ogni due anni e che “celebra” la propria decima edizione ha attraversato, giocoforza, mutamenti nello scenario a cui si riferisce e persino nell’og- getto. Per questo ci corre l’obbligo di una riflessione, che attraversa questa edizione e si muove lungo due direzioni principali. La prima riguarda l’orientamento formativo, inteso come dimensione educativa e pro- cessuale dell’orientare: un’azione che non si centra nè, tantomeno, si esaurisce nella trasmissione di in- formazioni o nella consulenza o nell’accompagnamento per le scelte (peraltro eterodefinite come Scelte), ma che mira a sostenere lo sviluppo dell’identità, la capacità di progettare e l’esercizio dell’autonomia. Le nuove Linee guida per l’orientamento (D.M. 328/2022), la creazione delle figure del tutor e dell’orientatore, le sperimentazioni avviate con i fondi PNRR hanno dato nuovo impulso alla riflessione e alla pratica. Tut- tavia, come è emerso nella tavola rotonda Fare il punto sull’orientamento formativo, le sfide aperte sono ancora molte: occorre tradurre i principi pedagogici in azioni sistemiche, rafforzare la formazione dei do- centi, promuovere una cultura dell’orientamento che coinvolga l’intera comunità educante, compresi i genitori e gli educatori extrascolastici, ripensare l’idea stessa di orientamento e di futuro che abbiamo. In questa prospettiva, l’orientamento narrativo assume una valenza etica e sociale: contribuisce a costruire equità, giustizia e sostenibilità, a contrastare le disuguaglianze di opportunità e a promuovere la capacità di agency, ovvero la possibilità per ciascuno di immaginare e costruire il proprio futuro assumendo pienamente il paradigma formativo nella sua più completa manifestazione. È un orientamento che non chiede di adattarsi passivamente, ma di agire responsabilmente, con consapevolezza e con cura di sé e degli altri. La seconda direzione di riflessione riguarda, appunto, la svolta narrativa che, a partire dagli anni Novanta, ha trasformato profondamente le scienze umane e sociali, influenzando la psicologia, la pedagogia la sociologia, la letteratura, fino a ridisegnare il modo stesso in cui pensiamo la conoscenza. Come ricor- dato nella tavola rotonda Dopo la svolta narrativa, la cosiddetta narrative turn ha riportato al centro l’idea che gli esseri umani comprendano e diano senso alla realtà attraverso storie: le storie che raccontano e ascoltano, le storie che vivono e che li definiscono e il continuo rimescolamento tra questi due poli. Il pensiero narrativo, esplorato da autori come Andrea Smorti, Jerome Bruner e Adriana Cavarero, ha mostrato come la narrazione sia al tempo stesso forma del pensiero e pratica sociale, dispositivo cognitivo e strumento di relazione. La riflessione di Paolo Jedlowski sulla “narrazione nella vita quotidiana” e quella di Michele Cometa sulla “letteratura necessaria” hanno ulteriormente chiarito la funzione antropologica della narrazione: la capacità umana di dare forma al tempo, di costruire connessioni, di immaginare mondi. L’orientamento narrativo si colloca all’incrocio di questi due orizzonti: l’educazione come accompa- gnamento all’autonomia e la narrazione come modo di conoscere, comprendere, assegnare (e assegnarsi) significato. È un paradigma che, negli anni, ha saputo articolarsi in diversi ambiti — dalla consulenza indi- viduale alle pratiche didattiche, dai percorsi di formazione per adulti ai progetti di ricerca — mantenendo sempre al centro la persona e la sua capacità di attribuire senso alla propria esperienza e prediligendo il gruppo come dimensione generativa e di sottrazione alle tentazioni individualiste che affiorano in modelli di orientamento che veicolano una precisa idea di sviluppo/successo (facendo pericolosamente dialogare il primo con il secondo termine). Le pratiche narrative, oggi, si rinnovano attraverso linguaggi plurali: la scrittura autobiografica e il digital storytelling, la fotografia e il cinema, la musica e il teatro, le narrazioni visive e multimediali. Le storie cir- colano su piattaforme digitali e si intrecciano con l’intelligenza artificiale, aprendo nuove possibilità ma anche nuove domande etiche e pedagogiche. Le ricerche presentate in questo quaderno mostrano la vi- talità di questo campo: studi empirici, esperienze educative e progettualità innovative che esplorano come la narrazione possa favorire consapevolezza di sé, capacità decisionale, costruzione di senso e partecipa- zione sociale. Il convegno di Torino è anche un’occasione per riflettere sul futuro dell’orientamento narrativo. Le sfide che abbiamo di fronte — dalla crisi ambientale e sociale all’impatto delle tecnologie, dalle disugua- glianze educative alle nuove forme di precarietà — richiedono strumenti capaci di unire conoscenza, em- patia e immaginazione. In questo contesto, la narrazione si conferma come un dispositivo di resistenza e di cura: una pratica che unisce, che genera significati condivisi, che aiuta le persone e le comunità a orien- tarsi nel cambiamento. Il Quaderno di lavoro che accompagna questa decima edizione raccoglie e rilancia le voci di una co- munità scientifica e professionale che continua a crescere, sperimentando forme di ricerca-azione, di col- laborazione territoriale e di riflessione condivisa. Le sezioni dedicate alle ricerche, alle esperienze, alle lezioni, alle storie e ai cantieri narrativi documentano un mosaico di pratiche vive, unite dal desiderio di comprendere e trasformare la realtà educativa attraverso il racconto. Dopo vent’anni di cammino, possiamo dire che Le storie siamo noi non è solo il titolo di un convegno, ma il nome di una comunità che continua a scrivere, di edizione in edizione, la propria storia collettiva e che è pronta ad abitare i futuri possibili.

L'orientamento narrativo. Quaderno di lavoro del X convegno biennale Le Storie siamo noi / Batini, Federico. - (2025), pp. 10-12.

L'orientamento narrativo. Quaderno di lavoro del X convegno biennale Le Storie siamo noi

Federico Batini
Supervision
2025

Abstract

Con la decima edizione del convegno Le storie siamo noi, l’orientamento narrativo torna a interrogarsi sul proprio significato, sulla propria evoluzione e sul ruolo che può svolgere oggi nei sistemi formativi e nei contesti sociali. L’incontro di Torino segna una tappa importante: per la prima volta la città ospita la comunità scientifica e professionale che da oltre vent’anni coltiva questo approccio, e lo fa in un momento storico in cui l’orientamento — formativo, educativo e professionale — è tornato al centro delle politiche pubbliche e del dibattito culturale. Un appuntamento che si svolge ogni due anni e che “celebra” la propria decima edizione ha attraversato, giocoforza, mutamenti nello scenario a cui si riferisce e persino nell’og- getto. Per questo ci corre l’obbligo di una riflessione, che attraversa questa edizione e si muove lungo due direzioni principali. La prima riguarda l’orientamento formativo, inteso come dimensione educativa e pro- cessuale dell’orientare: un’azione che non si centra nè, tantomeno, si esaurisce nella trasmissione di in- formazioni o nella consulenza o nell’accompagnamento per le scelte (peraltro eterodefinite come Scelte), ma che mira a sostenere lo sviluppo dell’identità, la capacità di progettare e l’esercizio dell’autonomia. Le nuove Linee guida per l’orientamento (D.M. 328/2022), la creazione delle figure del tutor e dell’orientatore, le sperimentazioni avviate con i fondi PNRR hanno dato nuovo impulso alla riflessione e alla pratica. Tut- tavia, come è emerso nella tavola rotonda Fare il punto sull’orientamento formativo, le sfide aperte sono ancora molte: occorre tradurre i principi pedagogici in azioni sistemiche, rafforzare la formazione dei do- centi, promuovere una cultura dell’orientamento che coinvolga l’intera comunità educante, compresi i genitori e gli educatori extrascolastici, ripensare l’idea stessa di orientamento e di futuro che abbiamo. In questa prospettiva, l’orientamento narrativo assume una valenza etica e sociale: contribuisce a costruire equità, giustizia e sostenibilità, a contrastare le disuguaglianze di opportunità e a promuovere la capacità di agency, ovvero la possibilità per ciascuno di immaginare e costruire il proprio futuro assumendo pienamente il paradigma formativo nella sua più completa manifestazione. È un orientamento che non chiede di adattarsi passivamente, ma di agire responsabilmente, con consapevolezza e con cura di sé e degli altri. La seconda direzione di riflessione riguarda, appunto, la svolta narrativa che, a partire dagli anni Novanta, ha trasformato profondamente le scienze umane e sociali, influenzando la psicologia, la pedagogia la sociologia, la letteratura, fino a ridisegnare il modo stesso in cui pensiamo la conoscenza. Come ricor- dato nella tavola rotonda Dopo la svolta narrativa, la cosiddetta narrative turn ha riportato al centro l’idea che gli esseri umani comprendano e diano senso alla realtà attraverso storie: le storie che raccontano e ascoltano, le storie che vivono e che li definiscono e il continuo rimescolamento tra questi due poli. Il pensiero narrativo, esplorato da autori come Andrea Smorti, Jerome Bruner e Adriana Cavarero, ha mostrato come la narrazione sia al tempo stesso forma del pensiero e pratica sociale, dispositivo cognitivo e strumento di relazione. La riflessione di Paolo Jedlowski sulla “narrazione nella vita quotidiana” e quella di Michele Cometa sulla “letteratura necessaria” hanno ulteriormente chiarito la funzione antropologica della narrazione: la capacità umana di dare forma al tempo, di costruire connessioni, di immaginare mondi. L’orientamento narrativo si colloca all’incrocio di questi due orizzonti: l’educazione come accompa- gnamento all’autonomia e la narrazione come modo di conoscere, comprendere, assegnare (e assegnarsi) significato. È un paradigma che, negli anni, ha saputo articolarsi in diversi ambiti — dalla consulenza indi- viduale alle pratiche didattiche, dai percorsi di formazione per adulti ai progetti di ricerca — mantenendo sempre al centro la persona e la sua capacità di attribuire senso alla propria esperienza e prediligendo il gruppo come dimensione generativa e di sottrazione alle tentazioni individualiste che affiorano in modelli di orientamento che veicolano una precisa idea di sviluppo/successo (facendo pericolosamente dialogare il primo con il secondo termine). Le pratiche narrative, oggi, si rinnovano attraverso linguaggi plurali: la scrittura autobiografica e il digital storytelling, la fotografia e il cinema, la musica e il teatro, le narrazioni visive e multimediali. Le storie cir- colano su piattaforme digitali e si intrecciano con l’intelligenza artificiale, aprendo nuove possibilità ma anche nuove domande etiche e pedagogiche. Le ricerche presentate in questo quaderno mostrano la vi- talità di questo campo: studi empirici, esperienze educative e progettualità innovative che esplorano come la narrazione possa favorire consapevolezza di sé, capacità decisionale, costruzione di senso e partecipa- zione sociale. Il convegno di Torino è anche un’occasione per riflettere sul futuro dell’orientamento narrativo. Le sfide che abbiamo di fronte — dalla crisi ambientale e sociale all’impatto delle tecnologie, dalle disugua- glianze educative alle nuove forme di precarietà — richiedono strumenti capaci di unire conoscenza, em- patia e immaginazione. In questo contesto, la narrazione si conferma come un dispositivo di resistenza e di cura: una pratica che unisce, che genera significati condivisi, che aiuta le persone e le comunità a orien- tarsi nel cambiamento. Il Quaderno di lavoro che accompagna questa decima edizione raccoglie e rilancia le voci di una co- munità scientifica e professionale che continua a crescere, sperimentando forme di ricerca-azione, di col- laborazione territoriale e di riflessione condivisa. Le sezioni dedicate alle ricerche, alle esperienze, alle lezioni, alle storie e ai cantieri narrativi documentano un mosaico di pratiche vive, unite dal desiderio di comprendere e trasformare la realtà educativa attraverso il racconto. Dopo vent’anni di cammino, possiamo dire che Le storie siamo noi non è solo il titolo di un convegno, ma il nome di una comunità che continua a scrivere, di edizione in edizione, la propria storia collettiva e che è pronta ad abitare i futuri possibili.
2025
orientamento narrativo; narrative vocational training; narrative orientation; guidance; narrative guidance;
Batini, Federico
06 Curatela::06a Curatela
L'orientamento narrativo. Quaderno di lavoro del X convegno biennale Le Storie siamo noi / Batini, Federico. - (2025), pp. 10-12.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1754849
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