Il presente capitolo approfondisce la concezione originale dell'autorità nelle organizzazioni secondo Chester I. Barnard, distinta in due aspetti fondamentali: soggettivo e oggettivo. Nell'aspetto soggettivo, l'autorità è il "carattere di una comunicazione (ordine)" che un membro dell'organizzazione accetta come influente sulle proprie azioni. Barnard sottolinea che l'essenza dell'autorità risiede nel consenso del ricevente, non nel potere del comandante: la decisione sull'autorità dell'ordine si trova nella persona a cui è rivolto, non in chi lo emette. L'accettazione dell'autorità richiede quattro condizioni contemporanee: comprensione della comunicazione, coerenza con i fini organizzativi, compatibilità con i propri interessi personali, e capacità fisica e intellettuale di esecuzione. Barnard introduce il concetto di "zona di indifferenza", area entro la quale i subordinati accettano ordini senza questionare continuamente l'autorità, la cui ampiezza dipende dall'equilibrio tra incentivi ricevuti e contributi richiesti. Questo concetto è stabilizzato dalle influenze informali del gruppo. Nell'aspetto oggettivo, l'autorità rappresenta il diritto di comando formalizzato dall'organizzazione e incorporato nella struttura organizzativa gerarchica. Costituisce la spina dorsale delle linee di comando e di comunicazione, tracciando il legame che interconnette tutti i partecipanti all'organizzazione. Il sistema di comunicazioni è essenziale per coordinare le decisioni di ordine superiore con quelle inferiore, seguendo la catena mezzi-fini. Barnard identifica caratteristiche fondamentali: canali di comunicazione chiaramente specificati, inserimento di ogni membro nella struttura con linee di reporting definite, brevità delle linee di comunicazione, non-saltabilità dei gradini gerarchici, competenza dei centri di comunicazione, e continuità delle comunicazioni. Distingue inoltre tra autorità gerarchica (generale, tra ruoli sulla stessa linea di comando) e autorità funzionale (specialistica, trasversale). L'opera di Barnard contesta la teoria classica dell'organizzazione, che considerava l'autorità formale come generatrice automatica di influenza: l'autore sostiene che l'autorità formale è soltanto un potere "potenziale", mentre il potere effettivo dipende dall'accettazione del subordinato. Conclude evidenziando come l'atteggiamento cooperativo richieda un equilibrio tra incentivi aziendali e contributi individuali, superando il modello manageriale basato su accentramento, comando e controllo analitico, per favorire una vera partecipazione organizzativa.
Il ruolo dell’autorità e la sua fonte nelle organizzazioni complesse / Zanda, Stefania. - (2015), pp. 71-82. - STUDI DI RAGIONERIA E DI ECONOMIA AZIENDALE.
Il ruolo dell’autorità e la sua fonte nelle organizzazioni complesse
Stefania Zanda
2015
Abstract
Il presente capitolo approfondisce la concezione originale dell'autorità nelle organizzazioni secondo Chester I. Barnard, distinta in due aspetti fondamentali: soggettivo e oggettivo. Nell'aspetto soggettivo, l'autorità è il "carattere di una comunicazione (ordine)" che un membro dell'organizzazione accetta come influente sulle proprie azioni. Barnard sottolinea che l'essenza dell'autorità risiede nel consenso del ricevente, non nel potere del comandante: la decisione sull'autorità dell'ordine si trova nella persona a cui è rivolto, non in chi lo emette. L'accettazione dell'autorità richiede quattro condizioni contemporanee: comprensione della comunicazione, coerenza con i fini organizzativi, compatibilità con i propri interessi personali, e capacità fisica e intellettuale di esecuzione. Barnard introduce il concetto di "zona di indifferenza", area entro la quale i subordinati accettano ordini senza questionare continuamente l'autorità, la cui ampiezza dipende dall'equilibrio tra incentivi ricevuti e contributi richiesti. Questo concetto è stabilizzato dalle influenze informali del gruppo. Nell'aspetto oggettivo, l'autorità rappresenta il diritto di comando formalizzato dall'organizzazione e incorporato nella struttura organizzativa gerarchica. Costituisce la spina dorsale delle linee di comando e di comunicazione, tracciando il legame che interconnette tutti i partecipanti all'organizzazione. Il sistema di comunicazioni è essenziale per coordinare le decisioni di ordine superiore con quelle inferiore, seguendo la catena mezzi-fini. Barnard identifica caratteristiche fondamentali: canali di comunicazione chiaramente specificati, inserimento di ogni membro nella struttura con linee di reporting definite, brevità delle linee di comunicazione, non-saltabilità dei gradini gerarchici, competenza dei centri di comunicazione, e continuità delle comunicazioni. Distingue inoltre tra autorità gerarchica (generale, tra ruoli sulla stessa linea di comando) e autorità funzionale (specialistica, trasversale). L'opera di Barnard contesta la teoria classica dell'organizzazione, che considerava l'autorità formale come generatrice automatica di influenza: l'autore sostiene che l'autorità formale è soltanto un potere "potenziale", mentre il potere effettivo dipende dall'accettazione del subordinato. Conclude evidenziando come l'atteggiamento cooperativo richieda un equilibrio tra incentivi aziendali e contributi individuali, superando il modello manageriale basato su accentramento, comando e controllo analitico, per favorire una vera partecipazione organizzativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


