Questo contributo presenta i risultati di una ricerca condotta dall'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA) tra il 2022 e il 2023, nell'ambito del progetto Decennale Sisma, per valutare il processo di ricostruzione post-sisma 2012 in Emilia-Romagna dal punto di vista delle comunità. L'obiettivo primario era duplice: valutare gli interventi sul sistema degli spazi urbani e della città pubblica, anche in chiave identitaria e di prevenzione del rischio, e supportare le amministrazioni locali nel "governare la ricostruzione" ancora da completare. Lo studio ha analizzato un campione di nove comuni dell'area del cratere, combinando un approccio interdisciplinare con strumenti quali analisi dei processi amministrativi, sopralluoghi, rappresentazioni cartografiche e, in particolare, interviste semi-strutturate a key people e cittadini, valorizzando il concetto di homo loquens per cogliere la qualità della serendipity. I presupposti metodologici hanno riconosciuto i territori urbani come "sistemi complessi" con una "spazialità differenziale", e le comunità come "soggetti competenti" aventi il "diritto alla città". Dalle interviste è emersa una doppia prospettiva, spaziale e sociale, sulla ricostruzione. Le rappresentazioni degli amministratori hanno visto il sisma come un’opportunità per ripensare la città, sottolineando che la delocalizzazione del commercio e delle funzioni pubbliche strategiche ha causato lo "svuotamento delle strade", mentre la ricollocazione di tali funzioni e la programmazione di eventi culturali non episodici hanno funzionato da volano per la riattivazione sociale. Le percezioni dei cittadini hanno evidenziato che la fiducia pregressa negli amministratori, unita al coinvolgimento nei processi partecipativi e alla facilità di accesso ai finanziamenti, è stata un fattore essenziale per una valutazione positiva del processo. Il rafforzamento del commercio al dettaglio e le occasioni di socialità sono state considerate fondamentali per mantenere il senso di comunità, nonostante la persistenza di una "frattura generazionale" nell'attaccamento ai centri storici. La ricerca conclude che il processo di ricostruzione è il risultato di una pluralità di variabili interconnesse (danni, scelte istituzionali, continuità di governo, fiducia, decisioni dei privati). Il lavoro sposta l’attenzione da una visione meramente tecnica e focalizzata sull’emergenza a una visione strutturale che ha a cuore la ripresa qualitativa del sistema territoriale.
Rappresentazioni di comunità. L’Emilia-Romagna a dieci anni dal sisma / Fior, Marika. - (2025), pp. 143-149.
Rappresentazioni di comunità. L’Emilia-Romagna a dieci anni dal sisma
Marika Fior
2025
Abstract
Questo contributo presenta i risultati di una ricerca condotta dall'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA) tra il 2022 e il 2023, nell'ambito del progetto Decennale Sisma, per valutare il processo di ricostruzione post-sisma 2012 in Emilia-Romagna dal punto di vista delle comunità. L'obiettivo primario era duplice: valutare gli interventi sul sistema degli spazi urbani e della città pubblica, anche in chiave identitaria e di prevenzione del rischio, e supportare le amministrazioni locali nel "governare la ricostruzione" ancora da completare. Lo studio ha analizzato un campione di nove comuni dell'area del cratere, combinando un approccio interdisciplinare con strumenti quali analisi dei processi amministrativi, sopralluoghi, rappresentazioni cartografiche e, in particolare, interviste semi-strutturate a key people e cittadini, valorizzando il concetto di homo loquens per cogliere la qualità della serendipity. I presupposti metodologici hanno riconosciuto i territori urbani come "sistemi complessi" con una "spazialità differenziale", e le comunità come "soggetti competenti" aventi il "diritto alla città". Dalle interviste è emersa una doppia prospettiva, spaziale e sociale, sulla ricostruzione. Le rappresentazioni degli amministratori hanno visto il sisma come un’opportunità per ripensare la città, sottolineando che la delocalizzazione del commercio e delle funzioni pubbliche strategiche ha causato lo "svuotamento delle strade", mentre la ricollocazione di tali funzioni e la programmazione di eventi culturali non episodici hanno funzionato da volano per la riattivazione sociale. Le percezioni dei cittadini hanno evidenziato che la fiducia pregressa negli amministratori, unita al coinvolgimento nei processi partecipativi e alla facilità di accesso ai finanziamenti, è stata un fattore essenziale per una valutazione positiva del processo. Il rafforzamento del commercio al dettaglio e le occasioni di socialità sono state considerate fondamentali per mantenere il senso di comunità, nonostante la persistenza di una "frattura generazionale" nell'attaccamento ai centri storici. La ricerca conclude che il processo di ricostruzione è il risultato di una pluralità di variabili interconnesse (danni, scelte istituzionali, continuità di governo, fiducia, decisioni dei privati). Il lavoro sposta l’attenzione da una visione meramente tecnica e focalizzata sull’emergenza a una visione strutturale che ha a cuore la ripresa qualitativa del sistema territoriale.| File | Dimensione | Formato | |
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